Primavera con troppo polline Allergico un torinese su dieci

Diecimila nuovi casi ogni anno, colpa dell'inquinamento Diecimila nuovi casi ogni anno, colpa dell'inquinamento Primavera con troppo polline Allergico un torinese su dieci Trent'anni e mai una linea di febbre, mai un'influenza. Fino a quando, un mese fa, sono comparsi i primi sintomi: starnuti uno dopo l'altro, raffreddore, congiuntivite. Il medico di base gli ha prescritto una serie di esami presso un centro specializzato. Risultato: «Il soggetto è affetto da allergia alle piante oleacee». Così, da un giorno all'altro. Ma è possibile? Possibile, anzi normalissimo. Perché come spiegano al centro di Allergologia dell'ospedale Mauriziano, la maggior parte dei pazienti non nasce allergica al polline: lo diventa. Il cosiddetto «raffreddore da fieno» può insorgere nel bambino come nell'adulto, apparentemente senza motivo. «In realtà spiega il dottor Francesco Furno, uno dei medici dell'equipe del Mauriziano - le allergie si manifestano quando l'organismo produce una quantità esagerata di "immunoglobuline E"». E aggiunge: «Le cause possono essere svariate. In genere, inquinamento urbano e infezioni virali determinano un cedimento delle mucose delle vie aeree, provocando così la reazione del sistema immunitario». Un male metropolitano, dunque. E un male che ogni anno si manifesta in un numero sempre più alto di pazienti. Lo dicono le statistiche. Nei quattro centri pubblici di Torino dove si fanno esami e si studiano cure e soluzioni, le nuove diagnosi sono circa 10 mila l'anno. Al solo Mauriziano, primo centro di Allergologia della Regione, fondato dopo la guerra dal professor Volterrani, le pratiche dal 1977 a oggi hanno raggiunto quota 100 mila. Si calcola che i torinesi affetti da allergia siano almeno uno ogni dieci. Si può essere allergici a tutto, o a un particolare tipo di flora. Sembra incredibile, ma c'è gente che sta benone e poi si sente svenire quando attraversa il quartiere di Santa Rita direzione castello di Stupinigi, unica zona della città dove fiorisce l'Ambrosia, arbusto molto diffuso negli Stati Uniti e praticamente inesistente in Italia fino a 40 anni fa. Questa primavera '93 è una stagione maledetta per chi soffre di una forma di allergia. Le giornate di pioggia alternata a sole e, soprattutto, accompagnate da vento leggero, favoriscono la produzione di polline e la sua polverizzazione dappertutto. La scorsa settimana, al Mauriziano, la dottoressa Gallesio, esperta aerobiologa, ha misurato con il suo apparecchio la presenza di 500 granuli per metro cubo d'aria. Una enormità. «Ne bastano appena 20 per stimolare una reazione clinica» afferma Fumo. Molto meglio, almeno da questo punto di vista, fu la bagnatissima primavera del '92. Ricordate? Una settimana di sole, poi tre mesi di pioggia continua. «E un abbattimento delle richieste di esami negli ospedali». Che fare di fronte a questa esplosione di «raffreddori da fieno»? I medici insistono sull'importanza di sottoporsi a test per individuare che cosa provoca l'allergia. Poi, si passa alle cure. Nei casi meno gravi può bastare un semplice antistaminico appena si manifestano i disturbi. Ma quando raffreddori e congiuntivi sono particolarmente forti e prolungati, diventa indispensabile affrontare terapie più robuste. Si può ricorrere ai cosiddetti «preparati preventivi» (in produzione sotto forma di spray, pastiglie, aerosol) o al solito vaccino, «l'unica vera soluzione - dicono gli specialisti - perché combatte l'allergia all'origine». Ma non sarà pericoloso? Il dottor Fumo assicura di no: «Un tempo lo era, è vero. Ma ultimamente la ricerca farmacologica ha fatto passi da gigante: oggi i rischi e le controindicazioni sono praticamente inesistenti». Gianni Armand-Pilon LE ALLERGIE IN CITTA' 10.000 NUOVE DIAGNOSI OGNI ANNO PERSONA OGNI 10 COLPITA

Persone citate: Francesco Furno, Fumo, Gallesio, Gianni Armand-pilon, Volterrani

Luoghi citati: Italia, Stati Uniti, Torino