Pianoforte, universo della musica di Giorgio Pestelli
Pianoforte, universo della musica Continua la rassegna internazionale al festival di Bergamo e Brescia Pianoforte, universo della musica Accanto ai grandi concertisti le nuove speranze BRESCIA. Pianisti grandi e piccoli, maestri, scolari, dilettanti, accordatori, venditori e appassionati, cioè tutto il popolo che oggi abita il pianeta del pianoforte, il più bello strumento del mondo, o almeno quello che vanta il catalogo più fitto di capolavori: insomma, tutta quell'armonica legione, ha di nuovo il suo mese di confronti, di scoperte e di passioni nel «Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo», inaugurato nelle due città lombarde e proteso fino al 9 giugno in un arco di 28 serate che vedono alla ribalta nomi di solisti famosi come Ashkenazy, Lupu, Schiff, Zimerman, Sokolov, Oppitz, Lonquich, e poi orchestre sinfoniche, cori, complessi cameristici, solisti di voce e di strumenti ad arco e a fiato. Come si vede, il pianoforte è in realtà solo il punto di partenza per aprirsi a tutta la civiltà musicale in progetti che ogni anno affrontano temi nuovi. E' consolante che nella vita musicale italiana, dove istituzioni gloriose segnano il passo o vengono rinnovate in peggio, il Festival di Brescia e Bergamo resista fedele a se stesso quale colonna di cultura strumentale in un paese dove solo l'opera lirica continua a fare notizia: e quest'anno è arrivato alla sua trentesima edizione, festeggiata con una rassegna di lusso dedicata a «Brahms: i concerti e le sonate» e a «Schubert: opere pianistiche» e a rami collaterali ma importanti come Ciaikovski nel primo centenario della morte. E' anche significativo del Festival, animato dal suo direttore artistico Agostino Orizio, il suo carattere personale, indicativo di partecipazione umana oltre che artistica: due concerti saranno dedicati alla memoria di Nikita Magaloff, grande assente alla manifestazione del trentennale dopo anni e anni di vincoli costanti e profondi. Nato nel 1964 dedicato ad Arturo Benedetti Michelangeli, bresciano di nascita, che vi suonò in indimenticabili serate, il Festival si è poi dedicato ad argomenti monografici: intere stagioni dedicate all'opera omnia di Mozart, Beethoven, Chopin, Schumann, Brahms, Liszt, Debussy e poi a grandi sintesi che hanno portato in luce derivazioni e ramificazioni sconosciute, con «Il pianoforte in Russia e a Parigi», «Il pianoforte nell'America del XX secolo» e «nell'Europa delle Nazioni»: grandi cavaltate musicali dove accanto a nomi famosi militavano giovani pianisti vincitori di concorsi e altri ancora sconosciuti che partirono di qui per importanti carriere. Ora la cavalcata ha preso di nuovo il via e il Teatro Grande di Brescia e il Donizetti di Bergamo si riempono di un pubblico esigente e appassionato. Giorgio Pestelli
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