L'industria degli orfani

Spacciati per folli e torturati 5 mila bambini: rendevano di più Spacciati per folli e torturati 5 mila bambini: rendevano di più l'industria degli orfani Quebec, denunciati 7 ordini di suore WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' davvero un'ironia molto triste, ma il giorno più fortunato nella vita di Hervé Bertrand fu quello in cui il suo sorvegliante nell'orfanotrofio cattolico di Mont Providence bloccò l'ascensore tra due piani e lo sodomizzò violentemente sul pavimento. Hervè, allora, aveva 14 anni e si trovava da due anni in quell'orfanotrofio gestito dalle Suore Cattoliche della Provvidenza trasformato, per convenienza economica, in ospedale psichiatrico per minori. Quando Hervè denunciò l'accaduto al cappellano, lui gli dette del bugiardo e, per punirlo, lo spedì al riformatorio di Mont St. Antoine, sempre a Montreal, Quebec. In confronto all'orfanotrofio, il riformatorio sembrò a Hervé «un paradiso», dove, tra l'altro, potè finalmente ricevere una rudimentale istruzione e imparare il mestiere di idraulico, sul quale, dopo essersi specializzato nell'esercito, riuscì poi a costruire una vita normale. Per moltissimi altri come lui non andò così e adesso, ricostruito a oltre 40 anni di distanza, quello dei «bambini di Duplessis» sta esplodendo in Canada come la più sordida, squallida e raccapricciante vicenda dell'intera storia del Quebec. Non si parla di qualche decina di ragazzi, ma di circa 5000 bambini orfani che, affidati a alcuni ordini di suore cattoliche negli anni '40 e'50, vennero intenzionalmente fatti passare per matti anche se sani, allo scopo di ottenere una sovvenzione statale doppia per il loro mantenimento. La provincia del Quebec favoriva questa soluzione per incrementare a sua volta le sovvenzioni ricevute dallo stato centrale e le suore cattoliche percepivano così 2 dollari e 75 cents a bambino invece che un dollaro e 25.1 medici del Quebec firmavano i certificati necessari e tutti ci guadagnavano. Tranne i «bambini di Duplessis», così chiamati dal nome di Maurice Duplessis, il fervente cattolico allora primo ministro del Quebec. Subirono tutti terribili sevizie, violenze a abusi. Quelli di loro che sono ancora vivi ne portano indelebili i segni. Per questo più di 4000 si sono costituiti in gruppo come parte civile e saranno protagonisti di un processo clamoroso, nel quale chiedono agli ordini religiosi di pagare loro un miliardo e 200 milioni di dollari in risarcimento, oltre che fare fronte a 120 violazioni della legge penale. Prove a sostegno della loro versione ce ne sono purtroppo a bizzeffe. La storia di alcuni di loro è stata anche ricostruita dalla sociologa Pauline Gill. Per Bertrand, tutto cominciò il 18 maggio del '55, il giorno in cui Sorella Colette Francoise comunicò a lui e ai suoi compagni di terza, riuniti in classe, che da quel giorno dovevano considerarsi «mentalmente deficienti». Nessuno dei ragazzi realizzò quali potevano essere le implicazioni di quella stravagante dichiarazione. L'unica cosa che afferrarono subito fu che, dal giorno dopo, l'insegnamento scolastico venne sospeso. Per tutti cominciò una storia di camice di forza, di legacci, di bagni freddi, di botte, di punizioni umilianti, di abusi sessuali, psichici e fisici. Tutti vennero infilati a forza in un nero tunnel di degradazione. Gilles Bourbonnière, a 51 anni, vive ancora di tranquillanti e non è in grado né di leggere né di scrivere. Denis LeCoq, 52 anni, prende antidepressivi da 35 anni e ha ancora seri problemi ai testicoli che gli venivano regolarmente percossi. Alice Quinton, 56 anni, venne tenuta per 16 anni reclusa, perché, ragazzina, si era ribellata vedendo una suora percuotere una sua coetanea con una catena. La coetanea, Narion Kelly, si era a sua volta ribellata perché aveva visto la stessa suora dell'ospedale St. Julien battere con la stessa catena una bambina di 5 anni. La bambina in seguito morì. Marion, 59 anni, ricorda distintamente quando veniva legata al letto, costretta a fare bagni freddi e percossa da Suor Jeanne Quirion. La suora, 73enne, interpellata al telefono, si è limitata a rispondere: «Non conosco nessuna Marion Kelly». Un'altra suora, sorella Gisèle Fortier, ha dichiarato che questi racconti sono «parecchio esagerati». Sono sette gli ordini che saranno chiamati alla sbarra per quello che appare una delle più orrende vicende nella storia della Chiesa cattolica. Questa, invece che ragire, offrì un'interessata complicità. Ma Dominique Jean, professore di storia a Ottawa, commenta che la Chiesa cattolica rischia di diventare il «capro espiatorio per una vicenda che espone al biasimo tutta la società quebecchese del tempo». Paolo Passarmi

Luoghi citati: Canada, Montreal, Ottawa, Providence, Washington