«Lascia stare il governo» L'avviso di Mino a Occhetto
«Lascia stare il governo» L'avviso di Mino a Occhetto «Lascia stare il governo» L'avviso di Mino a Occhetto IL LEADER DC CONTRATTACCA AMILANO LLA Totò o quasi, con tanto di tazzina di caffè portata dall'ex sindaco di Napoli Mario Forte: Occhetto? ma mi faccia il piacere... Mino Martinazzoli s'infila in un divano del Centro San Fedele e neppure aspetta le domande di cronisti e tifosi. «Preoccupato? Un po' sì, ma non credo si debba alzar la voce. Occhetto parla di nostra imposizione e arroganza sulla legge elettorale. Ma imposizione a che? Siamo andati avanti per mesi in commissione Bicamerale...». Il segretario del pds, se la de resta ferma sulla riforma elettorale ad un solo turno, minaccia di rompere la tregua sul governo Ciampi... «Non è che là questione non mi riguardi, anzi di sbieco sì che mi riguarda. Però che c'entra il governo? Il senso di quel che dice Occhetto, se ho letto bene, è un "qui si vuol blindare il quadripartito". Beh! Voti sì al governo Ciampi e la blindatura finisce». Come intende l'intervista all'Unità, proprio una minaccia al governo Ciampi? «E' una sua decisione, ne ha diritto. Noi non imponiamo niente a nessuno. Ma se assecondassi la stessa sintassi del segretario del pds, dovrei essere io a chiedermi cosa c'è dietro questo soprassalto di Occhetto. Sul nascere e sul vivere di un governo conta più chi dice sì che chi dice ni. A meno che non si alzi la voce perché le turbolenze nel psi possono lasciar intendere chissà cosa...». Dunque nessun cedimento da parte de. «Noi sappiamo che la riforma elettorale va fatta. Abbiamo preso la nostra posizione, e faccio notare che in Parlamento mi pare sia maggioritaria. Ognuno faccia la sua proposta e poi si sceglie: o sulla base di una comune convinzione o a maggioranza. Una legge elettorale non mi pare un luogo metafisico. Tuttavia, se c'è un più di agitazione, mi nasce il dubbio che si voglia un sistema elettorale modellato sulle proprie esigenze». Per Occhetto una riforma elettorale ad un turno porterebbe la de a recuperare un ruolo centrale... «Non è una partita di scacchi. Se fosse così facile arrivare ad un sistema che ponesse la de al centro sapete quanti problemi in meno avrei? E' che non ho la pazienza di tenere un diario quotidiano sul pds: oggi, mi pare, Occhetto sta con Montanelli, e Segni con D'Alema... Ma siamo in una politica più complessa, e ho l'impressione che il rischio finale sia quello di ritrovarsi tutti attori in un teatro vuoto». In questa campagna elettorale lei insiste molto, soprattutto all'interno del partito, sulla centralità della de. «Non è una questione che risolvo con i parlamentari de: il problema è se coinvolgo gli italiani. Questa è la strada, ma è tutta da percorrere. I sì o no o ni dei parlamentari contano poco. C'è una gran ressa al centro, questa la vedono tutti ed è anche nella frantumazione delle liste. C'è ressa e autolesionismo». Sulle candidature a sindaco e sulle liste elettorali non è che lei si è mosso con ritardo? «No. Caso mai la mia colpa è non aver avuto sufficiente autorevolezza e credibilità. A Belluno ho rinunciato anche al simbolo e il candidato è riconosciuto da Segni, ma a Milano Segni ha fatto un'altra scelta e non mi pare che il candidato Bassetti fosse lontano dalle posizioni pattiste. A Torino la spaccatura tra Zanetti e Castellani è segno di incertezza. Purtroppo vedo un'enorme corrività nella dispersione del mondo cattolico. A Siena si sono divisi in tre liste...». Siena, la città di Rosy Bindi che non ha gradito il suo appello a Cossiga in vista della Costituente de... «Quello che dice la Bindi fatevelo commentare dalla Bindi». E queste insistenze sulla necessità di nuove aggregazioni, anche dal mondo cattolico? «Ognuno corra le proprie avventure, consumati i propri errori si tornerà a lavorare. Tanto, qualunque cosa faccia, qualunque cosa dica, io sono sempre la vecchia de e gli altri il nuovo. Avete visto i repubblicani? Vanno alle aggregazioni, ma restano uniti: che bel sofisma». A Milano, nel caso di un ballottaggio tra il leghista Formentini e il candidato delle sinistre Nando Dalla Chiesa la de potrebbe scegliere il primo, come ha detto e poi smentito Bassetti? «Mah... Ognuno appoggerà chi avrà voglia di appoggiare». Giovanni Cerniti
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