Del Turco: eleggetemi subito
Intervista con l'ex leader della Cgil che è candidato alla segreteria del psi Intervista con l'ex leader della Cgil che è candidato alla segreteria del psi Pel Turco; eleggetemi subito «Non voglio trattative estenuanti come per Benvenuto» «Giugni vuole la troika? Ma non è mica morto Stalin» ROMA. L'ultima volta che Ottaviano Del Turco è stato visto in una riunione del psi fu all'assemblea nazionale socialista che elesse alla segreteria Giorgio Benvenuto. Il giorno dopo, Gianni De Michelis, all'epoca grande elettore di Benvenuto, definì Del Turco, che invece ricopriva in quel momento il ruolo scomodo dello sconfitto tra gli sconfitti, né più né meno lo «scemo del villaggio». Ora che tutti lo invocano come il grande salvatore del psi, che tutti gli offrono la segreteria del partito, Del Turco riesce anche a scherzare su quella storia. «Io - dice ridendo - un sospetto •l'ho sempre avuto, non di essere lo scemo del villaggio, ma che Gianni lo pensasse. Mi ricordo ancora che quella mattina io stavo dipingendo, quando mi è arrivata la telefonata di Gianni. "Sai - si è scusato - sono cose che capitano, cose che si dicono così...". Parlava mangiandosi le parole, come fa lui. Poi mi ha rassicurato: "Ottaviano non ti preoccupare: ho già fatto una lettera di smentita". Ma che la fai a fare? - gli ho risposto - Gianni quella è una tua frase, c'è la tua firma, nessuno ti prenderebbe sul serio». Già, in questo momento Ottaviano Del Turco può permettersi ogni cosa. L'ex-capo dei socialisti della Cgil è il primo a sapere che con Giuliano Amato indisponibile, lui rappresenta davvero l'ultima spiaggia per quell'esercito sbandato e in rotta che è il psi di oggi. Il suo nome spunta in tutti i possibili organigrammi: la sua candidatura piace ad Amato; in quel posto lo vorrebbero anche i quarantenni del psi come Garesio e Caldoro, magari con un vicesegretario come Boselli accanto; e anche Gino Giugni, il «mediatore», che ha in testa una segreteria collegiale è pronto a offrirgli il ruolo di «coordinatore». Questa volta, però, Ottaviano Del Turco, che in passato tante volte ha accettato la candidatura solo per essere «trombato», è pronto a spendersi solo alle sue condizioni. Del Turco in molti la indicano come il successore dì Benvenuto. Lo stesso Gino Giugni la include tra i candidati alla segreteria collegiale... «Un momento. Io l'unica segreteria collegiale che ricordo fu quella che seguì alla morte di Stalin e ne facevano parte, credo, Krusciov, Molotov e Bulganin. Credo che non sia il caso di ripetere quell'esperienza, nel psi non è morto Stalin». Non le piacciono tutte queste trattative? «Guardi, voglio essere chiaro: o questa cosa si risolve nel giro di 24 ore con una decisione collettiva del gruppo dirigente; ma se la cosa comincia a diventare una trattativa faticosa, allora io non sono disponibile». Secondo lei che strada bisognerebbe seguire? «Bisogna fare in fretta e dare al segretario designato la possibilità di presentare il suo program- ma. Poi se la direzione è d'accordo, bene. Altrimenti si fa un altro segretario. L'importante è fare una discussione politica. L'errore che è stato fatto con Benvenuto è stato quello di eleggere un segretario senza che la gente sapesse quale sarebbe stata la linea politica». Anche l'elezione di Benvenuto è stata il frutto di una trattativa estenuante... «Infatti. E un fatto è certo, se quelli pensano di fare con me la stessa cosa, debbono sapere subito che non sono disponibile. Io l'ho già detto: secondo me il candidato ideale per la segreteria è Giuliano Amato». Senta, ma con quello che è successo, non crede che il gruppo dirigente del psi stia andando incontro ad un suicidio politico? «La verità è che per ora le storie e i destini personali prevalgono sugli interessi generali del partito. Per salvarsi, nel psi deve avvenire l'esatto contrario. Se ciò non avviene preferisco rimanere qui in campagna, a Collelongo». Secondo lei perché Benvenuto si è dimesso? «Io sono stato colpito dalla rapidità con cui Benvenuto ha deciso di andarsene. E mi hanno stupito anche le sue motivazioni: Giorgio è il primo a sapere che. è stato eletto segretario dal vecchio gruppo dirigente del partito, che non è arrivato in quel posto sull'onda di un movimento di base. Forse su quella .decisione ha pesato molto il carattere di Giorgio. Non credo, invece, a chi lo accusa di aver organizzato una scissione per confluire nel pds. Può darsi che tra quelli che sono con lui ci sia qualcuno che è ossessionato dal problema di mantenere il proprio seggio parlamentare, ma è roba di altri tempi, legata a storie che non ci sono più come quelle dei compagni di strada o degli indipendenti di sinistra. La verità è che se si vuole ricomporre la sinistra non si può partire dividendo i socialisti. E' il suicidio non solo di un partito ma della sinistra». Ma lei non ha paura di fare il segretario del psi? «Ancora non ci penso. Quando gente come Amato e Giugni mi chiederanno di assumermi quella responsabilità, lo farò. E forse da quel momento comincerò ad aver paura. Ma so di avere un caratteraccio, nella mia vita ho affrontato situazioni altrettanto difficili». Eppure Benvenuto è stato battuto dal «fantasma» di Craxi... «I combattimenti con i fantasmi appartengono a quella produzione letteraria gotica che è un po' tramontata. I fantasmi non combattono, casomai ossessionano. Ma io non mi faccio ossessionare: io a Craxi ho sempre detto in faccia quello che pensavo». Insomma, si candida a fare «l'acchiappafantasmi»? «Sì, mister ghostbuster sta a Collelongo». Augusto Minzoiini Ottaviano Del Turco prende quota Potrebbe essere lui a succedere a Giorgio Benvenuto alla segreteria del psi
Luoghi citati: Collelongo, Roma
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