Mazzette romane per Andreotti

Avviso al senatore a vita per finanziamenti illeciti di 250 milioni al psdi Avviso al senatore a vita per finanziamenti illeciti di 250 milioni al psdi Mazzette romane per And reotti «Vecchia storia, ho già testimoniato e comunque non ho mai preso soldi» ROMA. Stavolta lo vogliono processare per ima storia di finanziamento illegale ai partiti. Dieci giorni dopo la concessione dell'autorizzazione a procedere per concorso in associazione mafiosa, su Giulio Andreotti arriva una nuova richiesta: la Procura di Roma chiede al Senato di indagare sull'ex-presidente del Consiglio per un finanziamento illecito al psdi di 250 milioni, e per l'utilizzo di alcuni aerei privati nel corso della sua attività politica. Una vicenda che sembra non preoccupare più di tanto il senatore a vita. «Si tratta dice Andeotti - della vicenda per la quale avevo ricevuto un avviso di garanzia ed ero già stato interrogato dai magistrati della Procura di Milano. Non si tratta di soldi presi, ma di un presunto finanziamento del quale non ho mai saputo assolutamente nulla». La dichiarazione di Andreotti finisce qui, ma con il giudice Di Pietro, il 7 aprile scorso, l'esponente de era stato più prodigo di parole. L'interrogatorio, chiesto dallo stesso Andreotti senza aspettare la concessione dell'autorizzazione a procedere, durò quasi un'ora. La vicenda prese corpo a Milano, quando nelle indagini su Tangentopoli è saltata fuori la deposizione di Roberto Buzio, ex-segretario di Saragat prima e di Cariglia poi, il quale ha rivelato ai magistrati di aver preso qualche centinaio di milioni da Giuseppe Ciarrapico per conto del psdi. Il tutto sarebbe avvenuto su sollecitazione di Andreotti. Dopo i primi accertamenti i giudici arrivarono a concludere che il finanziamento di Ciarrapico all'ex-segretario socialdemocratico Cariglia fu di 250 milioni, ammesso dallo stesso Ciarrapico anche se la cifra, secondo l'imprenditore romano, era inferiore. Di tutto questo comunque, specificò l'ex-presidente della Roma, né Andreotti né Cariglia sapevano niente. La stessa cosa - cioè di non essere a conoscenza di questo finanzia¬ mento, né di aver fatto alcuna pressione sul finanziere suo amico - ha detto Andreotti a Di Pietro. L'inchiesta, dopo l'arresto di Ciarrapico e Mauro Leone ordinata dai giudici milanesi, è poi passata per competenza alla Procura di Roma, ma i magistrati della capitale, evidentemente, non sono rimasti soddisfatti della sua versione. E ora chiedono l'autorizzazione a procedere. Nella richiesta per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti i sostituti procuratori Cavallone, Galasso, Misiani e Vinci fanno riferimento anche ad un altro capo d'im¬ putazione. Si tratta dell'uso, da parte del senatore a vita, di alcuni aerei dell'«Air capitol», la compagnia di Ciarrapico. Questo episodio Andreotti l'avrebbe ammesso, spiegando però di essere salito sugli aerei di Ciarrapico solo per la sua attività politica personale. In dgni caso, ha spiegato l'ex-presidente del Consiglio ai giudici, lui che è stato anche presidente della Fondazione Fiuggi - un'altra "creatura" di Ciarrapico -, non ha mai percepito dalla Fondazione nemmeno un gettone di presenza, e l'uso degli aeroplani veniva considerato come una sorta di compenso per la sua presidenza. Se il trasferimento dell'inchiesta che ora coinvolge Andreotti da Milano a Roma non ha creato frizioni tra le due Procure, un conflitto tra i magistrati milanesi e quelli della capitale si profila invece per la conduzione delle indagini sulle presunte tangenti pagate al ministero dei Beni culturali. I sostituti procuratori di Roma Giancarlo Armati e Cesare Martellino sono intenzionati a rivolgersi al Consiglio superiore della magistratura e non escludono il ricorso alla Corte dì Cassazione per risolvere il conflitto di competenza. In un frenetico scambio di telefax tra i palazzi di giustizia delle due città, i giudici romani hanno rivendicato la loro competenza, specificando di avere già inviato una decina di avvisi di garanzia a imprenditori e funzionari del Ministero per il reato di corruzione. Il versamento delle tangenti sarebbe avvenuto nella capitale, e già si profilano reati di competenza del tribunale dei ministri. Ma Di Pietro e colleghi non sono d'accordo: spetta a loro - dicono procedere per ricettazione ed altri reati contro la pubblica amministrazione, su «mazzette» che gli imprenditori inquisiti avrebbero versato a Milano. Sui Beni Culturali stanno indagando anche le procure di Torino e di Pordenone. [gìo. bia.] L'inchiesta era partita da Milano, dopo. l'arresto di Ciarrapico Giuseppe Ciarrapico avrebbe «prestato» ad Andreotti alcuni aerei della sua Air Capitol L'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti, il suo caso è passato da Milano a Roma