Un leopardo nei boschi di Rivara

Appello a cercatori di funghi ed escursionisti: «Per ora state lontani da questa zona» Forse è sfuggito ad un collezionista abusivo: lunedì battuta per catturarlo Un leopardo nei boschi di Rivara Divora capre e maiali, Forestale in allarme «Nei boschi di Rivara si aggira un leopardo. Finché non sarà stato catturato, invitiamo escursionisti e cercatori di funghi a star lontani da questa zona». L'appello è del comandante del Corpo Forestale di Lanzo, Cesare Boria: dopo giorni di incredulità, mentre in paese si continua a scherzare sulla presenza del felino, gli uomini della Forestale e gli agenti venatori della Provincia preparano il primo tentativo di cattura dell'animale. Tutto è cominciato il 27 aprile. Battista Beruatto, 62 anni, padre dell'ex calciatore del Torino, vive con le moglie in via Oglianico 2 a Rivara, in Canavese. A due chilometri dal centro abitato, in località Catlanetti, Beruatto ha una cascina con 30 giornate di terreno in cui alleva maiali, cavalli, asini, bufali, cinghiali e capre. «Quel pomeriggio - racconta - ho trovato un maiale di 35 chili azzannato alla gola, con i fianchi feriti da unghie enormi. Un caprone era stato sgozzato e divorato, i cavalli e gli asini si erano rifugiati nell'aia, i cani erano scappati in un fosso». Sulle prime, l'allevatore ha pensato a cani selvatici: «Ma i segni dei denti sul collo del maiale erano troppo grandi». Giuseppe Vallino, 60 anni, un altro agricoltore di Rivara: «Mai vista una cosa simile. Quel maiale era stato azzannato da un animale con una bocca enorme, capace di lasciare segni dei denti larghi quanto un dito». Beruatto si è rivolto ai carabinieri di Rivara e agli agenti della Forestale di Lanzo: «Abbiamo visto le impronte di un grosso felino - dice l'agente D'Arngo -. Ma stentavamo a credere che potessero essere tracce di leopardo». La cascina di Beruatto si trova in una zona isolata: «Il 9 maggio ho trovato uccisa una capra, il 10 e 1' 11 due caproni sono spariti dai recenti». Alle 14 del 16 maggio Battista Beruatto sta raggiungendo la cascina a bordo del suo furgone: «C'era una mia asina riversa in un fosso, con i segni degli unghioni sui fianchi e una ferita al collo. Una delle cagne, la Nina, aveva il segno di un'unghiata sul muso: gli altri sei cani erano nell'aia, tremanti. Mancavano dai recinti 11 cuccioli di cinghiale». Le aggressioni in località Catlanetti si moltiplicano: «Sono sparite 7 capre. Il leopardo è entrato in azione, ogni volta, nelle ore del primo pomeriggio: un mai aletto di 15 chili si è salvato nonostante un'unghiata sul fiancò». Livio Picco, 45 anni, ha visto alcune impronte, assieme ad altri due abitanti di Rivara, Giambernardo Genisio e Mario Mane uso: «Orme grandi come una mano, con le 5 dita e il polpastrello centrale. Mai visto nulla di simile». Francesco Sacco, ispettore del comando provinciale della Forestale: «Ho consultato uno zoologo: il felino di Rivara è quasi certamente un leopardo. Per catturarlo, però, servono armi automatiche di precisione che il Corpo Forestale non ha in dotazione». La pressione delle orme sul terreno fa pensare a un esemplare adulto dal peso di 60-70 chili: probabilmente è fuggito dal recinto di qualche appassionato di animali esotici, che lo deteneva senza autorizzazioni. «Abbiamo inviato segnalazioni in prefettu¬ ra - dice il comandante Boria - e agli agenti venatori della Provincia. Occorrono armi con cui poter colpire l'animale a distanza di almeno 50 metri». Piergiorgio Longo, dirigente dell'assessorato alla Caccia e Pesca della Provincia: «Lunedì pomeriggio i nostri agenti faranno un primo tentativo di cattura con fucili a siringa per tentare di prenderlo vivo e una capretta legata a un palo come esca: altri agenti armati di carabine calibro 30,06 saranno pronti ad ucciderlo se qualcosa andasse storto». Giovanna Favro Appello a cercatori di funghi ed escursionisti: «Per ora state lontani da questa zona» Il comandante della Forestale e un maiale ferito da un'unghiata