Boniperti: una coppa firmata Trap di Fabio Vergnano

28 l'amministratore delegato elogia la Juve in blocco e sorride alle frecciate dell'Avvocato Boniperti: una coppa firmala Trap «E' un successo che vale molto» TORINO. Tutti in posa pronti per il clic, ma senza di lei non si può cominciare. Attimi di sgomento sul campo Sisport di Orbassano. La coppa dov'è? Il mistero dura poco. Il prezioso trofeo è nel bagagliaio dell'auto di Roberto Baggio, che forse ha dormito accanto all'oggetto dei suoi desideri come se si trattasse di una bella donna. Boniperti si spazientisce: «Santo Dio, andate a prenderla». Ora tutto è pronto, la Juve è immortalata, un'altra istantanea va ad arricchire la sede di piazza Crimea. Poi il Gran Capo finisce in pasto ai cronisti. Nessun tentativo di fuga, difficile negarsi questa volta. L'Avvocato ha spento sul nascere i primi entusiasmi del dopo-Borussia e Boniperti non tenta di risollevare gli animi. Si va incontro al futuro al grido di «gente non c'è una lira». Restano gli spiccioli da spendere ed è meglio parlare chiaro alle masse. Così Boniperti si adegua alla linea di austerità tracciata da Agnelli, con tanti saluti al Milan. E' la storia di Davide contro Golia, nella speranza che ancora una volta l'astuzia abbia la meglio sulla forza. Agnelli ha detto che Boniperti lavora bene anche quando ci sono pochi soldi. Il Capo ringrazia, ma obietta con malizia: «Si lavora bene quando si hanno i soldi. Comunque non ci discosteremo da quanto ha detto l'Avvocato. Quello che dice lui per noi è Vangelo. Ma non c'è soltanto il Vangelo secondo Giovanni. C'è anche quello secondo Luca, quello secondo Matteo. La verità è che con i nostri mezzi dovremo fare meglio di chi ha più risorse di noi». All'incontentabile Padrone («la conquista dell'Uefa è stato un traguardo fin troppo facile») manda un altro messaggio: «Lo conoscete, le sue parole vanno interpretate. Quando arriva una vittoria importante, lui pensa già a quella successiva. E' la filosofia dei vincenti. Fa così anche per i giocatori. Ma ci è sempre molto vicino. Pensate: mercoledì alle 16 è arrivato a Villar Perosa in elicottero per salutare la squadra. Giovedì mattina era già al Combi». A Boniperti, invece, questa Uefa va benissimo, non è affatto una coppa svalutata: «E' la terza, è stata una conquista difficile, ha condizionato perfino il nostro cammino in campionato. Lo scorso anno siamo arrivati secondi, magari lo fossimo anche quest'anno». Gli piace il paradosso: «Ci avete fatto caso? Gli acquisti ci hanno indebolito. Comunque è sempre una grande Juve. Quest'anno abbiamo sofferto per tanti motivi e ora sono felice che sia finita così. Questo successo dovrà essere un punto di partenza, ma come sempre dipenderà dai ragazzi. Ci sono squadre che si rinforzano, sarà ancora più dura. Ma leggo i giornali stranieri, sento la gente e vedo che gridano tutti Juve-Juve, Baggio-Baggio. Vuol dire che qualcosa c'è. La Juve è ancora la Vecchia Signora è con questa vittoria ringiovanisce. L'importante è essere sempre la Signora». A proposito di Baggio, Agnelli ha punzecchiato anche il Codino. Boniperti si fa ancora una volta interprete dell'Avvocato pensiero: «L'ha preso lui tre anni fa e sa bene cosa ha fatto per portarlo alla Juve. L'ho detto, non si accontenta mai. Vi ricordate come criticava Boniek?». Siamo alle dediche. Boniperti sceglie con cura tra gli affetti più cari: «Questa coppa è prima di tutto di Trapattoni, per quello che ha subito negli ultimi sei mesi. Poi è dei giocatori. E' stata una conquista difficile, il gol di Baggio su punizione contro il Paris St-Germain ci ha spalancato le porte della finale, è stato più importante di quelli di Dortmund. Ma non dimentico gli altri. De Marchi per esempio. E' stato indispensabile». Ma il Gran Capo come e dove ha vissuto il trionfo? Boniperti svela un retroscena: «Durante il secondo tempo ho girato in auto al Colle della Maddalena e là ho aspettato la fine della partita». Incorreggibile. Fabio Vergnano

Luoghi citati: Dortmund, Orbassano, Torino, Villar Perosa