La lira promuove il governo

24 Altri progressi contro il marco. I partner Cee freddi sul rientro dell'Italia nello Sme la lira promuove il governo Ma aprile riporta in rosso i conti con l'estero ROMA. La lira è ben salda in sella nel suo rodeo pei- riportare alla calma il marco. La bilancia valutaria, ad aprile, è ritornata in rosso, ma, se si considerano i primi quattro mesi dell'anno, il deficit si è più che dimezzato rispetto allo stesso periodo del 1992. Il progetto di riforma del Sistema monetario europeo arriva aU'Ecofin, riunito in Danimarca, al cui tavolo siederanno, per l'Italia, Piero Barucci e Antonio Fazio. Questa la sintesi di una giornata valutaria all'insegna dell'imperturbabilità, in cui l'annuncio della manovra di contenimento del deficit pubblico è stata accolta con favore, ma non ha provocato spunti rialzisti e non si è registrato alcun contraccolpo alla riduzione del tasso di sconto, decisa giovedì da Bankitalia. Cominciamo con la lira, che prosegue la serie di giornate positive durante le quali ha messo a segno ben sette rialzi consecutivi sul marco, che è sceso a quota 907,50, con una leggera correzione al ribasso rispetto alle 908,78 di giovedì. Il recupero sulla moneta tedesca, cominciato il 13 maggio quando il marco valeva 908,78 lire, ha portato ad un rivalutazione di circa il 2% della lira nei confronti della valuta di Bonn. Lieve miglioramento, invece, per il dollaro, salito a 1473,14 lire dalle 1471,50 di giovedì. L'unico momento di emozione della giornata si è avuto verso metà mattina, quando, tra i cambisti, sono circolate voci poco tranquillizzanti sulla manovra di contenimento del deficit, ma la successiva notizia che la manovra era stata varata ha subito tranquillizzato gli operatori. Ad aumentare la fiducia ha contribuito Ciampi, che ha detto di voler «rafforzare la tendenza già in atto sulla riduzione dei tassi». E a proposito di tassi c'è da dire che la riduzione del costo del denaro non ha avuto effetti rilevanti sulla struttura dei tassi di mercato, soprattutto perché la limatura era attesa da giorni, ma anche perché, come hanno spiegato gli operatori, «la liqui¬ dità non è molto abbondante». E passiamo alla bilancia valutaria. Ad aprile i nostri conti con l'estero sono tornati in rosso di 3405 miliardi, ma il bilancio, rispetto a un anno prima, registra comunque un miglioramento: nell'aprile '92 il passivo era stato infatti di 4554 miliardi. Positivo anche il confronto sui primi quattro mesi dell'anno, in cui il deficit della bilancia dei pagamenti si è dimezzato rispetto all'analogo periodo del '92, passando da 5246 a 2431 miliardi. La sbandata dei conti di aprile è in ogni modo un segnale da non sottovalutare: il «buco» di 3405 miliardi si confronta con il saldo attivo per 4646 miliardi di marzo ed è il risultato di movimenti di capitali positivi per 2013 miliardi e partite correnti e crediti commerciali negative per 5418 miliardi. La consistenza delle riserve complessive della Banca d'Italia, a fine aprile, si è di conseguenza ridotta a 67.930 miliardi. E infine diamo un'occhiata a quel che si prepara in quel di Kolding, Danimarca, dove, negli incontri iniziati con i colleghi europei, Piero Barucci e Antonio Fazio avranno la possibilità di sondare il terreno su cui la lira si dovrà muovere per rientrare nello Sme. Il traguardo, dopo la nascita del governo Ciampi, il notevole recupero della lira sul marco, la recente riduzione del tasso di sconto e il varo della manovra da 13 mila miliardi, appare più vicino. Ma al Tesoro fanno notare che, solo un mese fa, il marco era a quota mille e che è ancora presto per parlare di ritrovata stabilità dei mercati. Inoltre l'attesa dei partner comunitari per il rientro della lira (e della sterlina) nello Sme pare piuttosto fredda. In proposito un documento del comitato monetario di Bruxelles sottolinea che il rientro dovrà essere studiato con cautela e aggiunge che l'operazione, oltre a richiedere un'attenta preparazione, deve essere sostenuta da una politica economica credibile. Vanni Cornerò

Persone citate: Antonio Fazio, Ciampi, Kolding, Piero Barucci, Vanni Cornerò

Luoghi citati: Bonn, Bruxelles, Danimarca, Italia, Roma