Parà «ostaggio» dei venti Odissea nei cieli francesi

Para «ostaggio» dei venti Odissea nei cieli francesi E' tornato a terra dopo 2 ore, semiassiderato Para «ostaggio» dei venti Odissea nei cieli francesi PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Risucchiato a 7000 metri d'altezza da una irresistibile corrente ascensionale quando gliene mancavano solo 500 per toccare terra, il para Didier Dahran deve la sopravvivenza al caso e a una durissima fibra. Prima che Eolo lo mollasse, facendolo cascare 50 chilometri oltre il terreno ove l'attendevano i compagni, sono trascorse ben due ore. Sballottato dalla bufera, fuori conoscenza, il paracadute a brandelli, aveva chances seminulle. Già la temperatura estrema gli stava assiderando braccia e gambe. Un'altra mezz'ora nei cieli e nessun ospedale avrebbe potuto salvarlo. Invece ha già le forze per raccontare dal lettino l'incredibile avventura. Didier Dahran, 27 anni, era in forza da qualche mese al XXXI reggimento di Castelsarrasin, presso Tolosa. Martedì lo sganciano con una ventina di compagni sopra Bouloc, per un lancio di prova. Le condizioni meteorologiche sono ancora buone, malgrado i bollettini annuncino copiosi rovesci, Il salto è regolare, la discesa pure. Istruttori e piloti non si preoccupano. Didier si accinge senza timore alle consuete procedure che anticipano la fine dell'operazione. Ma in pochi attimi il vento, già fastidioso, diviene insostenibile. Uomo e paracadute invertono la traiettoria. La caduta si trasforma in ascensione. Un cumulo-nembo avvolge il misero, terrorizzatissimo, allievo. Guarda il piccolo altimetro di cui l'hanno munito, e lo vede impennarsi: mille, due, tre, quattro, cinque, sei, settemila metri. Le folate squarciano il paracadute principale. Inservibile. Alla disperazione, apre quello di riserva. Ma contro la furia atmosferica è vano battersi. Le forze vengono meno. A 7000 metri, senza acclimatazione, l'organismo patisce crudamente la mancanza di ossigeno. Didier sviene. Dall'aereo lo vedono increduli risalire, sfidando la gravità. E inizia la caccia. Il jet prova a stargli dietro. Senza successo. L'uragano tiene in ostaggio mi cadavere, si dice l'equipaggio. Ma il cielo restituirà vivo il neoparacadutista Dahran. Verso le 20,30, un contadino se lo vede piovere esanime nel suo campo. [e. bn.] Tradito da correnti vola da cinquecento a settemila metri vanamente inseguito da un aereo militare Un para francese ha rischiato di morire, tradito dai venti ascensionali

Persone citate: Didier Dahran

Luoghi citati: Parigi, Tolosa