La Spagna censura il topless di Pier Paolo Luciano

C'è un seno nudo: ritirati i poster di una ditta di scarpe italiana C'è un seno nudo: ritirati i poster di una ditta di scarpe italiana La Spagna censura il topless Iproduttori corrono ai ripari e «rivestono» la fotomodella j MILANO. Indecente. Scandaloso. E pure maschilista. Pamplona e Santiago de Compostela hanno duramente contestato il topless della pubblicità De Fonseca per il lancio di un paio di scarpe. Quasi una rivolta. E alla fine i manifesti dell'azienda italiana, affissi sugli autobus e alle fermate dei pullman, sono stati ritirati per ordine del sindaco. Si è concluso così il «braccio di ferro» tra la conservatrice Navarca e lo studio Masera di Torino che per lanciare sul mercato spagnolo le «espadrillas» della De Fonseca aveva ideato questo poster: una donna in topless che, seduta su un muretto, abbraccia un giovane in bermuda e a torso nudo. Appena i manifesti sono apparsi sui muri di Pamplona, capoluogo della regione spagnola, in Comune sono piovute decine di telefonate di protesta. E Teresa Moreno, consigliere del partito di centro-destra «Union del pueblo navarro», ha chiesto l'intervento del sindaco Alfredo Jaime: «Devi far ritirare subito quella pubblicità su tutto il territorio comunale. E' semplicemente scandalosa. Pamplona non è un porto di mare. E poi non comprendo perché per pubblicizzare un paio di pantofole si debba ricorrere all'immagine di un seno nudo». Per una volta, la sinistra ha solidarizzato con la destra. Anche i consiglieri di «Izquierda unida» hanno criticato la pubblicità, sia pure per ragioni diverse. I rappresentanti di Sinistra Unita se la sono presa per il messaggio maschilista del poster: secondo loro la bella modella brasiliana è stata scelta dall'agenzia torinese come simbolo della donna oggetto. Lo scandalo, con qualche commento ironico per l'intransigente pudicità della Navarra, è finito sui giornali di tutto il Paese e anche alla radio nazionale: «Mai ci saremmo aspettati una simile polemica - spiega Lucio Chiesa, uno dei soci dello Studio Masera -: quando abbiamo realizzato quel poster nep¬ pure lontanamente ci ha sfiorati l'idea che potesse offendere il comune senso di pudore. Quella donna in topless si sposa bene con le immagini solari e di vita all'aperto che sempre hanno caratterizzato le nostre campagne pubblicitarie: è una pubblicità castigata». Ma «l'alzata di scudi» dei navarri alla fine si è risolta in un ottimo affare per la De Fonseca. Giornali, radio e tv hanno parlato dello scandalo e il marchio torinese è diventato in pochi giorni un nome familiare tra gli spagnoli. «Un vero successo sotto questo profilo - continua Lucio Chiesa -: miglior esordio sul mercato spagnolo non potevamo augurarci. Per questa campagna pubblicitaria abbiamo investito circa settecento milioni, ma sicuramente il ritorno di immagine è stato superiore». E adesso allo studio Masera già pensano come sfruttare l'involontario successo. Nelle prossime settimane il manifesto scandalo tornerà sui muri di Pamplona e Santiago de Compostela, ma censurato: una «pezza» di stoffa coprirà il seno della modella. A Barcellona e Madrid, invece, l'immagine rimarrà invariata: ma una scritta richiamerà alla mente degli spagnoli lo scandalo: «Censurato in Pamplona». Non tutti i mali vengono per nuocere. Pier Paolo Luciano omodella j Ecco il pcontedelFonsestato ritirPamploSantiagCompodonna oggLo scancon quacommentonico per transigentpudicità N Ecco il poster contestato della De Fonseca: è stato ritirato a Pamplona e Santiago de Compostela

Luoghi citati: Barcellona, Madrid, Masera, Milano, Santiago De Compostela, Spagna, Torino