Per Contrada è l'ora della verità

^ Delitti Falcone e Borsellino: il procuratore di Caltanisetta ascolterà l'ex funzionario del Sisde ^ Delitti Falcone e Borsellino: il procuratore di Caltanisetta ascolterà l'ex funzionario del Sisde Per Contrada è Fora della verità Lo 007sarà interrogato sulle 2 stragi di mafia PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il procuratore di Caltanissetta, Gianni Tinebra, è sorpreso dal clamore su un possibile coinvolgimento del questore in forza al Sisde Bruno Contrada nella strage di via D'Amelio e forse in quella di Capaci. Dopo le notizie pubblicate ieri, Tinebra va avanti prudente come sempre. Smentisce di aver interrogato di persona il questore che è m carcere dalla vigilia di Natale ed è accusato di associazione mafiosa. Contrada infatti è stato interrogato da Ilde Boccassini, uno dei sostituti procuratori di Caltanissetta impegnati nelle inchieste sulle stragi della mafia, e non da Tinebra che a questo punto non esclude però di poter ascoltare lui stesso quanto prima il funzionario del Sisde. Tinebra spiega che si tratta di verificare tutte le ipotesi, senza escluderne nessuna. Ilde Boccassini, accompagnata dal collega Fausto Cardella della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, andò il 27 gennaio scorso a sentire Contrada detenuto a Roma nel Forte Boccea, il carcere militare della capitale. In quell'occasione non sarebbe stato contestato nulla a Contrada né per Capaci né per via D'Amelio dove egli sarebbe stato notato il 19 luglio quando avvenne la tremenda esplosione che uccise Borsellino e cinque dei suoi agenti che lo scortavano. Quel giorno Contrada stava trascorrendo le ferie a Palermo dove risiedono tuttora la moglie e i due figli. Ma, certo, non può stupire che un super-poliziotto come lui, per anni capo a Palermo della Squadra mobile della Criminalpol, fosse accorso nel luogo del massacro. In proposito comunque l'altro ieri il procuratore Tinebra aveva dichiarato che occorre stabilire quando e a quale titolo Contrada sarebbe andato in via D'Amelio. Nel suo studio l'avvocato Pie¬ tro Miglio che cura gli interessi di Contrada e negli anni scorsi fu legale di parte civile per il Comune di Palermo nei tre maxiprocessi a Cosa nostra, rincara la dose sui temi difensivi. Ricorda che il suo cliente finora non ha avuto contestato nulla sulle due stragi. «Questo è un dato obiettivo - rileva il penalista - ed è giusto che la gente sappia che non risponde a verità il contrario. Non comprendo proprio dove si intenda arrivare e che cosa si voglia ottenere giusto alla vigilia di una data tristissima, mettendo in circolazione notizie su un presunto coinvolgimento di Contrada». Il legale ha puntualizzato che lo 007 sospeso dal servizio in attesa che la sua posizione venga definita è stato imputato dai giudici di Palermo per concorso in associazione maliosa perché avrebbe stretto e mantenuto rapporti con Cosa nostra. La prima sezione della Cassazione, il 5 febbraio, ha respinto la richiesta di annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per la quale Contrada fu arrestato il 24 dicembre scorso. «Ora - dice Miglio - il problema è di arrivare al giudizio in tempi brevi. Così si scopriranno le carte e si vedrà che cosa c'è di vero in questa vicenda». Riempiono due armadi blindati, negli uffici della direzione distrettuale antimafia a Caltanissetta, gli atti relativi alle stragi di Capaci e via D'Amelio. Vi sono compresi i documenti su delitti inquietanti come quelli dell'agente di polizia Nino Agostino assassinato con la moglie Ida Castehucci sposata appena un mese prima e dell'ex poliziotto Emanuele Piazza diventato poi collaboratore dei servizi segreti. I giudici di Caltanissetta indagano anche sul fallito attentato, il 21 giugno del 1989, alla villa lungo la scogliera deh'Addaura in cui erano in vacanza Giovanni Falcone e la moglie. Antonio Rividi Ma il difensore «Un'invenzione il coinvolgimento nei casi di Capaci e via D'Amelio» ^ Nella foto grande Bruno Contrada. In alto il procuratore Gianni Tinebra, sopra la strage di via D'Amelio