Bosnia Clinton si accoda ai russi

Washington lascia cadere l'ipotesi dei bombardamenti e accetta il controllo serbo del Paese Washington lascia cadere l'ipotesi dei bombardamenti e accetta il controllo serbo del Paese Bosnia, Clinton si accoda ai russi Un rassegnato sì al piano Kozyrev WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lo scetticismo con cui ieri Bill Clinton ha accolto il piano presentatogli per la Bosnia dal ministro degli Esteri russo Andrei Kozyrev è servito appena a mascherare che non si discute neppure più sulla proposta americana e che gli Stati Uniti, tiratisi da parte, paiono ora al traino degli europei e perfino della Russia. Solo una settimana fa Clinton rivendicava, come «leader» del mondo libero, il dovere e il diritto di guidare la crociata per fermare l'Olocausto dei nostri giorni. Dai colloqui di Kozyrev a Washington, è emersa invece la prospettiva di una copertura americana a un sostanziale controllo serbo della Bosnia a patto che nessuno insista più per l'invio di truppe americane nella regione. Cestinata la proposta americana di bombardare i serbi, riawiando contemporaneamente la vendita di armi ai bosniaci, e bocciato in un referendum dalla stragrande maggioranza dei serbo-bosniaci il piano di pace Vance-Owen, la nuova strategia della comunità internazionale punta al rafforzamento e alla difesa di «zone sicure» in alcuni punti della Bosnia. Questo approccio, sostenuto dai francesi e accolto dai russi, prevede la costituzione di sei «città aperte» difese da truppe dell'Orni, il presidio armato del confine tra la Serbia e la Bosnia, per controllare che i serbi non riforniscano i loro amici in Bosnia, e il rafforzamento dei presidi internazionali in altre zone più tranquille, come, per esempio, la Macedonia. Il numero degli uomini del contingente internazionale dovrebbe salire a oltre 40 mila, gran parte dei quali si troverebbero a operare in condizioni di estrema pericolosità. La filosofia di base di questa operazione è quella di sacrificare i princìpi che dovrebbero sorreggere una soluzione finale a un immediato rallentamento delle azioni di guerra e dei massacri. In altri termini, per una fase di passaggio, non verrebbe messo in discussione il controllo che, con la loro aggressione, i serbi si sono assicurati sul 70% del territorio bosniaco, purché cessino le azioni ostili contro i punti in cui i musulmani bosniaci si sono asserragliati. Nei colloqui avuti con Kozyrev, il segretario di Stato americano Warren Christopher, pur segnalando il permanere di dubbi americani, non ha respinto questa filosofia purché il coin¬ volgimento americano sia limitato. Solo poche settimane fa Clinton aveva espresso forti dubbi sul piano Vance-Owen perché, diceva, «punisce i musulmani bosniaci, dando loro meno terra di quanto sarebbe giusto». Il piano Vance-Owen prevedeva una suddivisione della Bosnia in base alla quale i serbi avrebbero controllato il 40% della regione. Le obiezioni fatte ieri da Clinton non si sono esplicitamente concentrate sul fatto che, con il nuovo approccio, i serbi manterrebbero, almeno temporaneamente, il controllo del 70% del territorio, ma sui pericoli insiti nel difendere dei corridoi mobili. «Non voglio vedere - ha detto - gli Stati Uniti coinvolti in una posizione che ricrei un Libano, un'Irlanda del Nord o una Cipro. Non voglio vedere i nostri uomini infilati in quella che appare una specie di galleria del fuoco». Però, per quanto riluttante, Clinton ha promesso che la ricerca di un accordo continuerà sulla base del piano russo e le sue riserve sono apparse soprattutto funzionali a contrattare un noncoinvolgimento americano con truppe di terra. Oggi e nei prossimi giorni sono previste numerose riunioni alle Nazioni Unite, mentre a Washington Christopher si prepara a ricevere i suoi collegbi inglese e francese. Nuove risoluzioni saranno presentate al voto in Consiglio di Sicurezza per autorizzare la costituzione e la difesa delle «zone sicure» e la sorveglianza del confine serbo-bosniaco. Il piano di Clinton è stato sepolto in una bruciante sconfitta diplomatica, mentre l'Amministrazione appare spaccata. In un articolo anonimo pubblicato sul «New York Times», un alto funzionario della Casa Bianca ha proposto che gli Stati Uniti, per mantenere una posizione di leadership mondiale e scoraggiare nuove aggressioni come quella serba, dovrebbero impegnarsi seriamente con proprie truppe di terra in Bosnia. Ma è l'unica cosa che Clinton non vuole fare. Paolo Passarmi Gli Usa hanno ceduto pur di evitare il coinvolgimento di truppe americane Le due facce della guerra a Sarajevo si elegge la Miss a Brcko si combatte Sopra Andrei Kozyrev [foto reltterj