Muore per una ingessatura

Catania, ragazza di 23 anni non si sveglia dall'anestesia Catania, ragazza di 23 anni non si sveglia dall'anestesia Muore per una ingessatura La donna era stata ricoverata per la frattura di una gamba CATANIA. In ospedale era entrata per una ingessatura. Ma quel semplice intervento le è costato la vita. Giuseppina Savoca, 23 anni, madre di tre figli ancora in tenera età, è morta l'altro ieri in sala operatoria dove i medici l'avevano portata per tentare di ridurre una brutta frattura alla gamba sinistra. Pina Savoca non si è svegliata dall'anestesia. La procura presso la pretura ha già aperto un'inchiesta, ha disposto l'autopsia e sequestrato la cartella clinica. E' stato il marito della donna, Filippo Di Grazia, 32 anni, commerciante, a denunciare alla polizia quanto era accaduto. Il giudice che si occupa dell'inchiesta, il sostituto Mario Accardo, ieri mattina ha inviato informazioni di garanzia ai tre medici del reparto di ortopedia dell'ospedale «Vittorio Emanuele», presenti in sala operatoria al momento del decesso. I tre, l'ortopedico Antonio Dal Poggetto e gli anestesisti Antonio Marchese e Grazia Della Monica, sostengono di aver eseguito un intervento di routine, senza particolari difficoltà. Gli anestesisti, in particolare, dicono che sulla donna erano stati compiuti tutti gli accertamenti e gli esami in vista di un'operazione. Tutti assolutamente positivi. Ma la procura vuole ugualmente vederci chiaro. Non viene esclusa alcuna ipotesi, nemmeno quella del decesso per quelle cause che si de- finiscono «imponderabili». La donna, stando al referto, è morta per «arresto cardio-circolatorio». Tuttavia non viene aggiunto altro sul perché il cuore si sia fermato. «Per ore siamo rimaste in corridoio ad aspettare che ci dicessero qualcosa di còme stava andando l'intervento hanno raccontato in lacrime la madre Rosa Fusari e la suocera Agata Mirabella -, poi nel pomeriggio abbiamo capito da sole quello che era accaduto». Ai poliziotti, Filippo Di Grazia ha raccontato che la scorsa settimana la moglie era caduta nella loro casa di Pedara, fratturandosi tibia e perone della gamba sinistra. Trasportata al «Vittorio Emanuele» di Catania, i medici l'avevano ricoverata nel reparto di ortopedia del professor Quintino Mollica. Qui si era prima stabilito l'intervento chirurgico; poi, invece, si è deciso per una manovra di «trazione» e di «riduzione» della frattura e l'ingessatura. Per evitarle inutili sofferenze, giovedì mattina la donna è stata ugualmente accompagnata in sala operatoria dove l'intervento sarebbe stato effettuato sotto anestesia. A conclusione dell'ingessatura, quando già veniva preparato il risveglio, Pina Savoca è morta. E' il quarto decesso «misterioso», in pochi mesi, avvenuto negli ospedali di Catania. Tre solo all'ospedale di maternità «Santo Bambino», la più grande struttura ostetrica della città, che fa capo alla stessa Unità Sanitaria Locale 35 cui appartiene il «Vittorio». Agli inizi di febbraio una donna di 30 anni, Ines Eleonora Franco, era morta in sala operatoria mentre si stava sottoponendo alla celioscopia, un banale accertamento per la fecondazione artificiale. Anche in quel caso, la donna non si svegliò dall'anestesia. Un mese prima, il 5 gennaio, nella sala parto dello stesso ospedale era morta una ragazza dì 22 anni, Sabrina Marano. La giovane faceva l'infermiera professionale. Fu il marito a chiedere l'apertura dell'inchiesta. E nel dicembre scorso pare che un'altra donna sia deceduta nello stesso reparto. Al «Vittorio Emanuele», la più grande struttura ospedaliera della Sicilia orientale, ieri c'era grande imbarazzo nel parlare della morte di Pina Savoca. Medici e infermieri tengono a sottolineare che l'intervento cui la donna è stata sottoposta rientra nella normale attività del reparto: «L'anestesia era stata decisa per non fare soffrire la paziente - spiegano ad ortopedia -, quello che è successo è inspiegabile». Fabio Albanese Avvisi di garanzia agli ortopedici che hanno fatto l'intervento

Luoghi citati: Catania, Pedara, Sicilia