Serbia sul treno dei misteri dove chi è musulmano muore di Giuseppe Zaccaria

Un gruppo di armati senza distintivi ha rastrellato ragazzi e anziani E ora i parenti dei desaparecidos accusano Milosevic Tra Belgrado e Bar svaniti decine di passeggeri Serbia, sul treno dei misteri dove chi è musulmano muore LA GUERRA DEGLI ORRORI PRIJEPQLJE DAL NOSTRO INVIATO Da queste alture brulle, ultima ritrosia del Montenegro prima che il paesaggio si distenda verso la pianura serba, la curva della ferrovia si vede distintamente. Lì sotto, ai margini della valle, passa il confine della Bosnia. Il binario lo raggiunge, lo solca per nove chilometri, poi rientra nel territorio della federazione. Il «Vilàet», l'oscura terra del soprannaturale, è lì. Per descrivere questa valle, dal profondo dell'inconscio hanno ripescato antiche leggende cetniche, l'orrore che pervade certe favole brutte. Lì, da sei mesi, la gente scompare. E se adesso non è colpa di maghi e fattucchiere, certo da quelle parti devono aggirarsi forze del . :a' ! piuttosto hene armate, pc:ch dei venti, o forse que.ar'H tu sulmani che si trov -*>o 3- il. retto Belgrado - Bar, ' -mo 671, non si hanno notizie de» uasi tre mesi. Dei trenta scomparsi pn "ii chilometri ^iù in là, a Sjev 1, col loro pullman qualcuno h ce ha detto, amaro:«Si sa buit che fine hanno fatto». Questo microscopico, epp^e profondissimo triangolo delle Bermude ha tre vertici dai nomi sinistri: Visegrad, la città da cui sessantamila musulmani si sono misteriosamente eclissati. Goradze, luogo di scontri violentissimi. Foca, dove una delle più antiche moschee di Bosnia è andata distutta. Il 27 febbraio, alle sedici e venti, il treno 671 è stato bloccato proprio in fondo a questa valle, nella stazioncina di Strpci. Un camion di traverso sui binari, misteriosi uomini in tuta mimetica a setacciare un vagone dopo l'altro, chiedendo i documenti o semplicemente guardando sul retro dei biglietti. A chi aveva nome o apparenza da «muslimàncina», magari soltanto un padre che dai documenti risultasse sospetto di islamismo, le bocche dei mitra hanno detto: «Scendi». Nel nevischio di quel pomeriggio qualcuno ha visto i sequestrati avviarsi verso dei camion. Poi più nulla. Erano operai, insegnanti, impiegati: anche uno studente di Bar, Senad Djecevic, sedici anni appena. Adesso, periodicamente i giornali abbozzano un elenco degli scomparsi. Di diciannove si è ricostruito il nome, gli altri non hanno avuto diritto nemmeno a quello. «Uomo di mezza età, bruno, carnagione scura». «Operaio in tuta blu, piccolo, intorno ai trent'anni». Hanno fermato un treno come durante l'occupazione nazista, ne hanno portato via gli occupanti e nessuno sa neppure esattamente quanti erano. I passeggeri .rimasti a bordo, appena rientrati in territorio serbo sono scesi alla stazione di Pribqj, o a quella finale di Bar e si sono dissolti. Neppure un testimone. Solo dopo due mesi un passeggero si è fatto vivo: vuole essere indicato solo le iniziali del nome, SA. La scena, la ricorda così. «Il 27 di febbraio cadeva di sa¬ bato, e come tutti i sabati il treno 671 era quasi pieno. Molti passeggeri tornavano a casa per il fine settimana: gente che lavora nelle fabbriche di Belgrado e ha casa in Montenegro. Qualcuno invece abitava a Belgrado e andava a trovare i parenti.Ma poi, stranamente, in ogni vagone avevo notato anche tre.o quattro giovani in tuta mimetica, armati, eppure senza alcuna insegna sulle divise». Quella mattina, il treno si mosse dal quarto binaria della stazione di Belgrado con due ore di ritardo. «C'era una strana atmosfera, a bordo. Ricordo bene che subito prima della partenza, seguito da due uomini armati il controllore iniziò un giro nei vagoni chiedendo a ognuno di mostrargli i documenti, e annotando poi il cognome dietro ciascun biglietto. "Sono misure per la lotta al contrabbando", tentò di spiegare. Più tardi, ho capito invece che quello era invece la preparazione al rastrellamento». Anche Zineta Alomìrovic ne è convinta: quel giorno lei aspettava il marito Adem, 58 anni, qui a Prijepolje, e adesso, ricordando sulla sua faccia contadina le rughe si moltiplicano, prima di annegare dentro un fazzoletto. «Certo, che era tutto preparato fin da Belgrado. Qualcuno mi ha detto che pensavano di individuare dei guerriglieri islamici addestrati a Budapest. Ma mio marito cosa c'entrava? Lui era solo un conducente di autobus». E che dire di Fevzia Zakovic, 54 anni, commerciante a Kraljno, Ezat Kapetanovic, 19, ope¬ raio alla «Rad» di Belgrado; Mujedin Panie, 27, impiegato, che tornava dalla moglie per la prima volta incinta? Nulla. Semplicemente, non esistono più. «Mio fratello Nijazim - racconta Nail Kajevic aveva solo trent'anni: era venuto a trovarmi, stava tornando a Pribqj, dove lavora alle poste. Era tutto predisposto: come avrebbe fatto se no, la polizia, ad avere dopo appena ventiquattr'ore un primo elenco degli scomparsi? Quello era un treno, non un aereo su cui si conoscono i nomi di tutti i passeggeri». Già. E cosa mai ha spinto Milosevic, il premier serbo, a volare fino a Prijepolje venti giorni dopo il rastrellamento, per giurare ai parenti degli scomparsi: «Il nostro compito è di ritrovare i rapiti e punire i responsabili: metterò sottosopra il Paese»?. Fra i parenti, molti pensano che quell'incursione sia stata opera dei «guerriglieri del sabato sera». Poco più che teppisti da stadio, trasformati te. una guerra fra bande in «unita d'assalto» pronte ad esibirsi ogni fine settimana in sanguinose bravate. Chissà se è davvero così, 0 piuttosto se tutti i musulmani scomparsi nel «Vilàet» non siano finiti fra i guerrieri di Bosnia, in condizione non molto lontana dalla schiavitù. C'è un comitato che sta nascendo fra i parenti e abbozza a Belgrado le prime manifestazioni. Ieri, dinanzi al parlamento, un cartello diceva «Milosevic, non hai il diritto di cancellare le vite altrui». Giuseppe Zaccaria Un gruppo di armati senza distintivi ha rastrellato ragazzi e anziani E ora i parenti dei desaparecidos accusano Milosevic Miliziani serbi a Brcko e a destra una vittima delle bombe a Sarajevo

Persone citate: Adem, Foca, Kapetanovic, Milosevic, Milosevic Miliziani, Mujedin Panie, Nail Kajevic, Senad Djecevic