L'effetto Maastricht scatena i mercati di Zeni

Belgio, Olanda e Svezia riducono i tassi. Bundesbank prende tempo, in Italia si spera Belgio, Olanda e Svezia riducono i tassi. Bundesbank prende tempo, in Italia si spera I/effetto Maastricht scatena i mercati La lira festeggia, la Borsa vola MILANO. Certo, gli ottimisti a oltranza si aspettavano in regalo dalla Bundesbank un bel calo dei tassi tedeschi che alla fine non c'è stato. Ma tant'è. La piccola delusione del mancato ritocco del costo del denaro in Germania non ha spento la gran voglia di ribasso che ha contagiato mezza Europa dopo il sì dei danesi a Maastricht. Chi non ricorda? Un anno fa proprio il no, forte e chiaro, dei quattro milioni di danesi aveva innescato quella reazione a catena dei mercati finanziari poi scoppiata - in estate - con il mezzo crack del sistema monetario e la svalutazione di lira e sterlina. Ebbene, se tutto ha un inizio e una fine, il sì di due giorni fa potrebbe aver chiuso un ciclo: che il peggio sia passato? Non tutti, a dire il vero, ne sono convinti ma tutti sono sicuri che se il responso fosse stato un secondo no, allora sì che la speculazione sarebbe stata padrona del campo sui mercati. Bene così, insomma. Tanto più che a far sperare in una discesa dei tassi, ieri ci si sono messi anche Belgio, Olanda e Svezia che, incuranti dell'immobilismo della Bundesbank (sempre preoccupata da un rialzo dell'inflazione), hanno ribassato il costo del loro denaro. . Poi ci sono le speranze tutte italiane. La lira va bene: per il quinto giorno consecutivo ha recuperato punti sul marco (909) e persino sul dollaro (1475). Esistono tutte le ragioni, spiegano gli operatori sottolineando il tasso minimo raggiunto ieri dal pronti contro termine, per attendersi un ribasso dei tassi in Italia. Anzi, aggiungono molti cambisti, questo weekend potrebbe essere quello buono per un ribasso del tasso di sconto, il primo con Fazio in Bankitalia e Ciampi a Palazzo Chigi. Si vedrà. Intanto, l'effetto Danimarca più la speranza di calo dei tassi in Italia hanno già prodotto effetti strepitosi. Sul mercato dei titoli di Stato, innanzi tutto: nonostante il nulla di fatto in Germania, i mercati a termine hanno fatto segnare nuovi record storici. Il future decennale ha toccato, al Mif e al Liffe, un massimo a 99,90 lire per poi scendere a 99,50. Mentre in Borsa, a dar fuoco alle polveri, ci hanno pensato le promesse del neoministro delle Finanze. Ebbene sì, piace in Piazza Affari Franco Gallo, l'uomo che ha preso il posto nel governo Ciampi del «ministro rosso» Vincenzo Visco. Tanto era temuto Visco, tanto è osannato adesso Gallo. Per lui solo parole di stima, di apprezzamento: «Finalmente un tecnico, un competente», fanno sapere gli uomini della Borsa sottolineando il passato e il presente di Franco Gallo, rettore della scuola centrale tributaria, membro del consiglio superiore delle Finanze e del Comitato tecnico per l'attuazione della riforma tributaria. Cosa ha fatto di buono Gallo? Ha confermato il varo («Entro settembre») di una cedolare secca («Ma di un'aliquota ancora tutta da definire», ha precisato), un'imposta sostitutiva che si applicherà a tutti i redditi di capitale, comprese le plusvalenze. Facile per gli uomini della Borsa tirare la conclusione: è la fine dell'odiata tassa sul capital gain. In più, oltre la promessa sulla cedolare (che viene mentre alla Camera passa in commissione la legge per gli incentivi all'investimento azionario), c'è la conferma dell'accelerazione dei rimborsi delle trattenute applicate (il 12,5%) sugli interessi dei titoli di Stato. Una decisione che ha riportato gli investitori stranieri sia sui titoli di Stato italiani ma anche sulle azioni. Il risultato? Oltre 500 miliardi di scambi in Piazza Affari, Fiat su del 5,9%, Generali del 3,08%, Mediobanca del 4,87%, Stet del 5,03%, Olivetti del 4,52%. E l'indice Mib ( + 2,58%) pronto a far segnare il nuovo record dell'anno. Armando Zeni

Persone citate: Ciampi, Franco Gallo, Gallo, Vincenzo Visco, Visco