Domenica la 17a edizione di una grande festa benefica ricca anche di premi di R. S.

Domenica la 17a edizione di una grande festa benefica ricca anche di premi Domenica la 17a edizione di una grande festa benefica ricca anche di premi Straforino, sfida con se stessi E l'occasione per riappropriarsi della città Domenica mattina, 23 maggio, la Stratorino. Sono gli ultimi giorni per iscriversi, acquistare il pettorale presso i punti vendita sparsi in città e provincia (lire 6000 comprensive di regalini e diritto ai maxisorteggi, 1000 premi in palio a partire da una Fiat 500). Sono, 6000 lire, il costo di un aperitivo, meno di un biglietto del cinema, sono la possibilità di inseguire un sogno. Perché partecipare alla Stratorino è davvero entrare in un piccolo sogno a tante facce. La prima riguarda la competizione. E' un'occasione di misurarsi con se stessi, scoprire a qualsiasi età che cosa significa percorrere, con la saggezza e la prudenza del caso, una dozzina di chilometri. Di corsa, al passo, con i pattini, in bicicletta. La vita sedentaria ci ha arrugginiti a tal punto da farci ritenere questa distanza una parete di sesto grado? Che cosa è lo sport che ogni giorno ci aggredisce dalla tv, dai notiziari, dai giornali? La Stratorino è anche un pezzo di sport, un'occasione di sudore, di sana fatica. La seconda faccia presenta un modo diverso di occupare la domenica mattina. Andare al passo con tanti amici, quelli di sempre o meglio ancora amici occasionali che si trovano lungo la strada. Ci si scambiano impressioni, battute, si dialoga di tante cose. E intanto si riscopre un pezzo di città. Questa è la terza faccia, il terzo motivo per cui vale la pena partecipare alla Stratorino. Questa città che viviamo spesso in modo conflittuale, che attraversiamo senza guardarla, che abitiamo senza conoscerla. Un lungo circuito, un'occasione di alzare gli occhi dall'asfalto, dalle auto che ci imprigionano, dagli affanni che ci stringono. Poi c'è l'occasione di contri¬ buire a qualcosa di utile. Abbiamo detto all'inizio delle 6000 lire. Quanto poco valgono al giorno d'oggi come potere d'acquisto, e dunque quanto piccola può essere la rinuncia per chi decide di partecipare. Ma tante 6000 lire vogliono dire raggiungere una buona cifra, con la quale l'Istituto di Medicina dello Sport di Torino, destinatario dell'opera benefica coordinata da «La Stampa», potrà arricchire i suoi impianti con mezzi moderni per le visite specialistiche. L'Istituto di Medicina dello Sport, ospitato da sempre sotto le gradinate del vecchio stadio Comunale, è un grande cuore che batte e contribuisce a tenere in vita la Torino che funziona. Vi operano, sotto la direzione del professor Carlo Gribaudo e dei suoi collaboratori (dr. Ganzit, dr. Astegiano e dr. Verzini in primo luogo), medici e assistenti, impiegati e appassionati. Chi lavora all'Istituto, guidato dall'esempio di un Gribaudo che non conosce orari, non lo fa per scelta economica ma perché crede in una precisa missione. Crede nell'importanza di cogliere nei giovani e nei giovanissimi i sintomi di eventuali disfunzioni, crede nell'importanza di indirizzare ragazzi e adulti al corretto uso del proprio corpo. L'Istituto torinese presenterà presto un importantissimo studio sui giovani delle scuole medie che sarà un indirizzo importante per far conoscere i pericoli cui vanno incontro i ragazzi troppo sedentari. Ma per lo studio, per misurare i giovani, occorrono mezzi e macchine. E anche con l'aiuto della Stratorino chissà che un domani qualche corsia di ospedale sia meno affollata, perché le pianticelle sono state raddrizzate in tempo. [r. s.]

Persone citate: Astegiano, Carlo Gribaudo, Gribaudo

Luoghi citati: Torino