Un dibattito tra medici e giuristi sulla morte con dignità, con uno sguardo rivolto all'Europa di Marina Cassi

Un dibattito tra medici e giuristi sulla morte con dignità, con uno sguardo rivolto all'Europa Un dibattito tra medici e giuristi sulla morte con dignità, con uno sguardo rivolto all'Europa Eutanasia: come morire bene Un suggerimento: «Sviluppare la medicina palliativa» «Le persone devono pensare alla morte; imparare a considerarla un evento intimamente correlato alla vita». L'invito del professor Mario Maritano (primario rianimazione delle Molinette) è arrivato nel corso di un dibattito, ieri sera in corso Stati Uniti, nel quale si è parlato di morte e delle possibili morti, compresa quella da eutanasia. Ha detto Maritano: «Tutti vorrebbero morire bene e in fretta, senza angoscia e dolore. Ma noi vediamo ogni giorno sofferenze inaudite, situazioni allucinanti, disumane. Vediamo la disperazione del malato e il tormento indicibile dei parenti». Ha aggiunto: «Sono convinto che si debba arrivare all'idea che quando non c'è più niente da fare sia umanamente logico cercare una soluzione per abbreviare un passaggio difficile». La consulta laica di bioetica di Torino e il Club Turati hanno organizzato l'incontro «Diritto di morire e eutanasia - Un problema aperto» a cui hanno partecipato, oltre a Mario Maritano, il neurologo Renato Boeri, il fisico Tullio Regge, il filosofo Pietro Rossi, moderatori Carlo Federico Grosso e Carlo Augusto Viano. Un'occasione per presentare il documento che la Consulta ha elaborato e nel quale si chiede alla società di riflettere sull'eutanasia senza pregiudizi, nel rispetto di tutte le posizioni etiche, filosofiche, religiose. «Poniamo fine al linciaggio morale che ha sempre accolto ogni minima espressione di adesione all'eutanasia presentata nel nostro Paese» esorta il documento che ricorda come tutta l'Europa sia percorsa dal dibattito sul tema. H professor Boeri: «Per eutanasia si intende l'azióne che procura una morte senza dolore a una persona che ne fa richiesta, ripetutamente e senza incertezze, per evitare un'infermità inguaribile e una situazione degra¬ dante per la propria dignità». Ha aggiunto: «A noi sembra che nella società contemporanea sia in crescita la richiesta di eutanasia. Crediamo che parte delle richieste di eutanasia possano essere evitate una volta abbandonato l'accanimento terapeutico e con un adeguato ricorso alla medicina palliativa». La medicina palliativa (che in altri Paesi è una specialità della facoltà di medicina) in Italia è poco diffusa. I medici presenti al dibattito hanno sollecitato che a questa possibilità «sia dato un maggior impulso, sia sul piano culturale sia su quello istituzionale nell'ambito della medicina tradizionale». Ma la medicina palliativa non è capace di risolvere ogni situazione. Dice il documento: «A ciascuno deve essere riconosciuta la facoltà di por fine ai propri giorni col suicidio o chiedere di essere aiutato a morire ove si trovi in situazioni di incapacità e di insopportabile sofferenza». La consulta chiede che l'eutanasia diventi un diritto riconosciuto e invita a un dibattito etico e culturale che coinvolga tutti. Non indica per ora il percorso, né propone una normativa precisa. Si esprime su un punto particolare: al medico deve essere riconosciuta la possibilità di non acconsentire alla richiesta. Tullio Regge ha esordito: «Al Parlamento europeo si è discusso di questo tema; io mi sento più vicino a chi pensa che l'eutanasia sia un diritto». Ha aggiunto: «Vorrei che il Parlamento approfondisse il problema: non mi piace discutere di cose astratte. Se si va verso la legalizzazione dell'eutanasia penso che sia necessario stabilire regole quali il consenso del paziente e la costituzione di un comitato di medici che dica quando non c'è veramente più niente da fare». Marina Cassi Il primario di rianimazione delle Molinette Mario Maritano e (a sinistra) il fisico Tullio Regge

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