Il quinto consigliere arrestato per le tangenti dell'Aem

Il quinto consigliere arrestato per le tangenti dell'Aem Il quinto consigliere arrestato per le tangenti dell'Aem Manette al «fedelissimo» In carcere Altea, uomo di La Ganga Ettore Altea, socialista, fedelissimo di La Ganga, è il quinto consigliere d'amministrazione dell'Aem a finire in carcere per le tangenti pagate dalla Fiat Engineering. E' accusato di corruzione. Ma anche per La Ganga si profilano nuovi guai giudiziari: in un'indagine milanese, che passerà a Torino, è accusato di ricettazione per alcune decine di milioni di provenienza sospetta, forse legati ad appalti Aem. Nell'inchiesta spuntano tre conti bancari su cui i «cassieri» torinesi idei partiti avevano chiesto che fossero versate le tangenti raccolte nei vari appalti dell'Azienda energetica: i socialisti avevano scelto una banca di Lugano, i liberali la Ubs di Regendorf (Svizzera), i repubblicani una banca parigina, nell'ottavo arrondissement. Solo i democristiani snobbavano i conti esteri, per ripiegare sul solito segretario amministrativo romano Severino Citaristi (su questa tranche dell'inchiesta indaga la procura di Milano). Dopo il de Pasquale Metallo, il repubblicano Gino Carli, il liberale Giovanni Giubergia e il socialista Duccio Lamberto, ieri mattina i carabinieri della polizia giudiziaria della Procura sono andati a cercare Altea, nel suo studio di commercialista in via Piave 15, poche centinaia di metri dalla Procura. Un quarto d'ora più tardi Altea ha ricevuto l'ordine di custodia cautelare disposto dal gip Sorbello. Poi è salito sulla Uno bianca dei carabinieri, che lo ha portato alle Vallette. Oggi sarà interrogato dal pm Corsi e dal gip, alla presenza del suo avvocato, Alberto Mittone. Ma chi è Altea? Ha un passato repubblicano, è stato per qualche mese presidente del consorzio tra gli Istituti case popolari del Piemonte, poi è diventato presidente del Cdiu, Consorzio intercomunale di igiene urbana (zona di Collegno, Rivoli, Grugliasco). Presidenza che ha lasciato alcune settimane fa. Attualmente è sotto processo in pretura per mquinamento: la vicenda riguarda una discarica del consorzio. Dal pri è approdato al psi. L'ultima carica, quella di consigliere d'amministrazione dell'Aem. In questa veste avrebbe collaborato con l'amico Duccio Lamberto a convogliare i soldi delle tangenti sul conto del psi a Lugano. Sarebbe stato lui a consegnare ad un dirigente della Fiat Engineering un foglio su cui aveva scritto il numero del conto su cui effettuare il versamento di 240 milioni che spettavano ai socialisti, la «mazzetta» sull'appalto da 64 miliardi per uno dei lotti del teleriscaldamento a Torino Sud. Che cosa è rimasto di quei soldi? Gino Carli, che curava il conto del pri a Parigi, avrebbe detto che i 240 milioni sono ancora lì, «a disposizione di chi vuole riprenderseli». Nessuna notizia sulle quote versate sui conti svizzeri: i magistrati stanno avviando la pratica per accedere ai documenti coperti dal segreto bancario. A mettere nei guai Altea sarebbe stato l'amico Lamberto, interrogato ieri dai magistrati: «Non sapevo come trattare l'affare, ho chiesto consiglio ad Altea». I magistrati cercano di risalire ai referenti politici dei 5 consiglieri Aem: per il pri è stato «avvisato» il senatore Giunta, mancano all'appello quelli del psi e del pli. Individuarli non dovrebbe essere troppo difficile: gli arrestati sono quasi tutti confessi. La vicenda La Ganga. Il capogruppo socialista alla Camera avrebbe ricevuto alcune decine di milioni in due tranches, la prima a Milano, l'altra all'aeroporto di Torino. Un veloce passaggio di buste, tra un volo e l'altro, nello scalo finito nella bufera tangenti, con il suo presidente Bordon (socialista) arrestato. Brunella Giovare Nino Pietropinto Ettore Altea, mentre esce dalla Procura dopo essere stato interrogato