I bianconeri contro il Borussia per vincere la coppa e costruire il futuro

I bianconeri contro il Borussia per vincere la coppa e costruire il futuro I bianconeri contro il Borussia per vincere la coppa e costruire il futuro Stasera nasce la nuova Juve Parla Dino Baggio a nome di tutti «Punto dipartenza, non di arrivo» TORINO. «L'unica volta che ho visto una finale di Coppa non avevo ancora compiuto quattordici anni. Ricordo che faceva freddo e la Juve giocava contro il Liverpool nella Supercoppa: Boniek quella sera fu un diavolo, sulle gradinate si faceva festa, tiravamo le palle di neve a Grobbelaar, il portiere. Ero proprio un ragazzino, incantato da tutto. Lo stadio, le maglie, la gente. Al Torino mi avevano dato una tessera con il nome, Dino Baggio, e la foto portata dal paese: era il primo passaporto verso il grande calcio, ma io non lo capivo nitidamente. E tifavo per la Juve più che per il Toro, dove vivevo e avevo gli amici. La domenica andavo sempre allo stadio per vedere l'una o l'altra. Imparavo. E' banale dirlo, però se quella sera dell'85 mi avessero detto che un giorno avrei disputato una finale di Coppa e con la maglia di Tardelli, forse avrei pianto per l'emozione. Oggi sono molto più tranquillo. So di giocarmi l'occasione più grande, più del titolo europeo che ho vinto l'anno scorso con l'Under 21, più dell'Olimpiade persa a Barcellona perché in qualche modo dovevano portare avanti la Spagna e noi eravamo troppo stanchi quel giorno a Valencia per lottare contro tutto e contro tutti. Anche contro l'arbitro. I club danno stimoli più forti di ima Nazionale giovanile: ecco, soltanto un Mondiale con l'Italia varrebbe quanto la partita di stasera. Perché? Perché la gente è affezionata soprattutto alla propria squadra e in particolare a questa Juve cresciuta maluccio fino a due mesi fa. Anche noi vedevamo che non andava, non avevamo bisogno di leggerlo sui giornali: saliva il distacco dal Milan e scivolavamo indietro. Se non ci fosse statala Coppa Uefa a tenerci su e a mantenere in piedi almeno Un obiettivo, forse ci saremmo sbriciolati e non avremmo avuto la forza di arrivare così in forma al finale di stagione, più in forma di tutti, tranne che il Parma. Se ero pentito di trovarmi alla Juve? No, neppure nei momenti più bui ho desiderato un'altra squadra, anche se c'era chi raccontava il contrario. E penso che neppure gli altri abbiano rimpianto di trovarsi su questa nave. La Juve è la Juve, qui tutto è più difficile perché una grande squadra attira le grandi critiche. Però da una grande squadra devi sempre aspettarti una svolta. Noi l'abbiamo avuta a S. Siro contro il Milan: quando ho visto che vincevamo 3-1, giocando così bene, mi sono rasserenato per il futuro. E l'altra certezza l'ho avuta guardando in tv la partita di Parigi, la più difficile. Ero a casa, squalificato, e non riuscivo a stare fermo, camminavo vicino alla tv, alla fine ero spossato come se fossi stato in campo. Quelle sono le partite che ti danno la forza e la convinzione che sei cresciuto. Adesso riusciamo a ripetere in partita le cose che ci riescono bene in allenamento ed è questo, come dice Sacchi, il vero divertimento di un calciatore. Vincere la Coppa servirà a cementare la sicurez- za, perché non ci fermeremo qui. Le altre finali, che vidi da tifoso, erano un punto di arrivo per la Juve, la consacrazione di squadre grandissime e già formate. Noi invece siamo alla partenza. Questa sera si decide una fetta del nostro futuro. La Coppa Uefa è stata credibile, abbiamo superato grandi squadre, non è vero che U traguardo è svalutato: ma sentiamo che la partita l'anno prossimo deve giocarsi in Italia, contro il Milan. Agnelli ha detto che non saremo pronti prima di tre stagioni, io credo che se non sarà per l'anno prossimo, potrà essere per quello successivo. Se daremo tutti di più e se cambieranno certe cose. Non molte, quelle giuste. Comunque a me va già bene così. Ho avuto una stagione intensa, ho segnato 10 gol, il più bello proprio in Coppa, a Olomouc. Come dite, che dovrei pensare anch'io al Pallone d'oro? Ma con quale Baggio credete di parlare?». Marco Ansaldo ORE 20,25 Juvenilis Borussia D. PERUZZI 1 KLOS CARRERA 2 REINHARDT TORRICELLI 3 SCHMIDT DEMARCHI 4 SCHULZ KOHLER 5 ZELIC JULIO CESAR 6 POSCHNER MOELLER 7 REUTER BAGGIOD. 8 LUSCH VIALLI 9 MILL BAGGIOR. 10 RUMMENIGGE MAROCCHI' 11 SIPPEL Arbltro: BLANKENSTEIN [Olanda] RAMPULLA 12 GALESKI DAL CANTO 13 TRETSCHOCK GALIA 14 KARL DICANIO 15 FRANCK RAVANELLI 16 GRAUER All.: TRAPATTONI All.: HITZFELD ANDATA: 1-3

Luoghi citati: Barcellona, Italia, Liverpool, Olanda, Parigi, Spagna, Supercoppa, Torino