Il presidente dell'In prima a Palazzo Chigi poi da Tedeschi di Roberto Ippolito

Il presidente dell'In prima a Palazzo Chigi poi da Tedeschi Il presidente dell'In prima a Palazzo Chigi poi da Tedeschi «Prodi, vai e privatizza» Ciampi: non possiamo rischiare una fine come all'Efim Venerdì il bando per vendere Gs e Autogrill. Poi tocca a Stet ROMA. Chi si rivede. Romano Prodi è tornato. E ha lo stesso pallino di quando ha fatto il presidente dell'Ili per la prima volta. Si sente lui il grande privatizzatore: «E' il compito che mi ha affidato il presidente del consiglio Carlo Azeglio Ciampi». Prodi lo spiega dopo aver salutato l'amministratore delegato dell'istituto Michele Tedeschi che ieri pomeriggio lo ha accolto nella sede di via Veneto. Tedeschi ha incontrato il «vecchio amico» prima della nomina ufficiale (sabato c'è stata solo la designazione e domani potrebbe esserci l'assemblea Iri per la rielezione alla presidenza). Prodi ha rimesso piede in via Veneto tre anni e mezzo dopo la fine del regno durato dal 1982 all'89. Ed è stata una piccola festa: a sorpresa l'amministratore delegato gli ha preparato un brindisi, riunendo i dirigenti nella sala del consiglio di amministrazione. Ma si è cominciato subito a lavorare. Tedeschi e Prodi hanno parlato per tre ore. E a lungo il presidente ritrovato ha conversato con Ciampi che lo ha ricevuto a Palazzo Chigi, trattenendolo a colazione. Al centro dei colloqui le privatizzazioni. Sono il caposaldo dell'azione di governo e un'esigenza per l'In che attraversa un brutto momento. Ciampi ha sottolineato l'esigenza di dare un forte impulso alle privatizzazioni e ha delineato una strategia della solvibilità dell'Ili per quanto riguarda i debiti verso l'estero. L'Iri non farà il bis dell'Efim, l'ente delle partecipazioni statali messo in liquidazione a luglio dell'anno scorso. Del resto Ciampi, quando era governatore della Banca d'Italia, disse che il commissariamento dell'Efim è stato un grave danno per l'immagine dell'Italia. Nell'incontro, Ciampi ha anche rilevato che, forse per la prima volta dal dopoguerra, una nomina importante come questa per l'In sia stata decisa dal governo senza consultare alcun segretario di partito. I segretari avrebbero appreso la designazione dalle agenzie di stampa. Il lungo scambio di vedute con Tedeschi ha invece allontanato, almeno per il momento, i dubbi sulla possibile convivenza fra l'amministratore delegato (che da nove mesi ha i pieni poteri per la gestione) e Prodi {che avrà solo compiti di rappresentanza come stabilito dall'agosto scorso per il predecessore Franco Nobili, in carcere per vicende di tangenti). Può un personaggio come Prodi accontentarsi di un ruolo di questo tipo? «Non ci sono problemi» dice. E spiega: «Abbiamo sempre lavorato insieme». Con lui, Tedeschi è già stato vicedirettore generale e poi direttore generale. Del resto il ministero del Tesoro, a cui fa capo Uri, non ha dato alcuna indicazione per modificare l'assegnazione dei poteri. Prodi, viene spiegato, ha accettato indipendentemente da eventuali richieste sulle deleghe. Si pensa a una specie di tandem. E' credibile? Dopo l'incontro con Tedeschi, il «presidente» ha parlato di «amabile chiacchierata». Ora si pensa a privatizzare: venerdì i giornali italiani e stranieri pubblicheranno il bando di vendita dei settore grande distribuzione (la Gs) e ristorazione (Autogrill) della Sme. Ieri sera il Senato ha dato il via libera al piano di privatizzazioni. Il ministro Bainoci ha detto che in tempi stretti sarà quotata l'Agip, mentre il 51% della Stet sarà ceduta sul mercato. Roberto Ippolito Romano Prodi

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