m di S. 1.

m Gallo per le rendite pensa alla «cedolare» ROMA. «E' solo un'idea personale, non una proposta»; ma il nuovo ministro delle Finanze, Franco Gallo, al suo debutto in Parlamento già rimescola le carte. Gli piacerebbe riordinare la tassazione sulle attività finanziarie (redditi da capitali, depositi, investimenti, o comunque li si vogliano chiamare) unificandola e semplificandola. Agli attuali diversi tipi di prelievo si sostituirebbe un'unica imposta di tipo cedolare, quindi in percentuale fissa, «attuata attraverso gli intermediari finanziari». Grosso modo, l'aliquota potrebbe aggirarsi sul 15%. Sarebbe questa l'occasione anche per cambiare l'aliquota dell'attuale imposta sui titoli di Stato, il 12,5%? Alle domande dei giornalisti, il ministro risponde che «questa è materia di decisione collettiva di tutto il governo». Ciò che sicuramente va escluso, è che Gallo voglia mutare il tipo di tassazione di Bot e Cct, trasformandolo da proporzionale, come è oggi, in progressivo (inserendone i redditi nell'Irpef). Occorre in questo caso, ha detto alla commissione Finanze della Camera, «una deroga al principio di progressività», a causa della libera circolazione dei capitali oltre le frontiere; deroga che «oggi anche la sini¬ stra può accettare». Di idee di riforma e di progetti il neo-ministro - professore di diritto tributario alla Luiss di Roma - ne ha in abbondanza. Chissà se nell'arco di durata del governo Ciampi ci sarà il tempo di attuarli: per esempio, una drastica riduzione del numero di contribuenti Iva allo scopo di controllarli meglio. «Cinque milioni e trecentomila contribuenti Iva in Italia - dice - sono pari alla somma di tutti i contribuenti Iva in Francia, Germania e Inghilterra. Bisognerebbe sfoltirli, eliminando quelli che non forniscono prestazioni al pubblico e i marginali. Ci si dovrebbe limitare a 1-1,5 milioni, quelli che hanno rapporti con i consumatori finali e possono più facilmente occultare i corrispettivi». Intanto, per combattere l'evasione una cosa Gallo intende farla subito: «Chiederò al se¬ gretario generale delle Finanze, Billia, e al direttore generale delle imposte dirette, Roxas, di spostare subito alle verifiche Iva, prendendoli da altri uffici, almeno mille addetti, in aggiunta agli appena 1300 che oggi sulla carta vi risultano. Alle Finanze, per ogni soldato che sta in trincea ce ne sono troppi che si occupano di servizi logistici». Non si può rinnovare l'amministrazione fiscale da un giorno all'altro, perché «non è possibile elevare a forza di legge il morale dei funzionari» ma quello che è possibile lo si farà. Verso i contribuenti, Gallo promette di non infierire, perché la pressione fiscale in Italia è già «a livelli tra i più alti del mondo». Promette di «eliminare gli errori, semplificare il sistema e le procedure, ampliare la base imponibile a fronte di una riduzione delle aliquote». [s. 1.]

Persone citate: Billia, Ciampi, Franco Gallo, Gallo, Roxas

Luoghi citati: Francia, Germania, Inghilterra, Italia, Roma