Dessi e Sabbotini, duello d'amore di P. Gal.

Dessi e Sabbotini, duello d'amore Arie dell'Ottocento nel Gala al Regio con i due cantanti-compagni nella vita Dessi e Sabbotini, duello d'amore Cantano e annunciano: aspettiamo un bimbo TORINO. Daniela Dessi e Giuseppe Sabbatini hanno cantato l'altra sera.al Teatro Regio in un programma operistico accompagnato al pianoforte da Rolando Nicolosi. La scelta è discutibile dal punto di vista «culturale», ma agli appassionati di canto offre condizioni d'ascolto particolari: la voce è impegnata in pagine tecnicamente difficili, isolata dallo sfondo strumentale e visibile nella sua nudità, come attraverso una lente di ingrandimento che ne evidenzia qualità e difetti. Chi affronta programmi di questo genere dev'essere ben sicuro di sé perché non ha tempo di scaldare la voce per eseguire pezzi che rappresentano in genere dei momenti culminanti, accuratamente preparati dal punto di vista tecnico ed espressivo. Così, l'altra sera, Sabbatini ha dovuto attaccare «ex abrupto» la seconda aria di Don Ottavio dal «Don Giovanni» di Mozart, e l'ha fatto in modo egregio, senza dissimulare la natura un po' metallica del suo timbro tenorile. Ma subito dopo, proseguendo l'esecuzione attraverso Verdi, Donizetti, Meyerbeer, Massenet, e poi negli innumerevoli bis, la voce di Sabbatini si è scaldata, acquistando morbidezza e ricchezza di armonici, tanto da convincerci che effettivamente, come osserva Rodolfo Celletti sul programma di sala, sia oggi da vedere in lui «il più qualificato esponente della tradizione Schipa-Kraus». Lo stesso destino ha avuto la Dessi, che, dopo qualche piccola incertezza nella prima aria di Fiordiligi da «Così fan tutte», si è sempre più rinfrancata ed alla fine con «La Traviata», «Turandot» ed «Elisir d'amore» ha dato il meglio di sé, regalando al pubblico il piacere d'una voce morbida flessibile, dalle sfumature om brose e dagli acuti sempre lu minosi. All'inizio della seconda par te il tenore e il soprano hanno annunciato di essere in attesa di un bambino, per cui lei avrebbe potuto interrompere il concerto in qualsiasi momento, lasciando al marito il compito di concludere la sera ta: ma, imprevedibilmente, capricci della gravidanza hanno concesso alla sua voce di trasfigurarsi sempre più in luminosità forza e bellezza, sino al diluvio di bis (almeno cinque) che i due hanno concesso, separatamente ed assieme, al pubblico plaudente. Alla fine, vivissimi applausi ed un tacito augurio: se il bambino assommerà le qualità vocali dei genitori sarà quanto meno un fenomeno. [p. gal.]

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