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Cronache Rapporto della Sanità: balneabile il 55% delle coste, ma l'inquinamento tocca nuove spiagge Il mare perde ali ultimi paradisi Migliora lo stato di salute generale delle coste Maglia nera alla Campania, crolla la Sardegna ROMA. «Sapore di mare, sapore di sale». Già, ma anche sapore di streptococchi, colibatteri, salmonelle, oli minerali, fenoli e sostanze tensioattive. Di tutto questo ben di Dio consta il «mare nostrum». Le cose dunque non vanno bene ma, consoliamoci, vanno meglio che negli anni precedenti: il 55% delle coste italiane è balneabile, il 25% però non è stato controllato e il restante 20% è invece inquinato oppure non balneabile per motivi che non c'entrano con l'ecologia (per servitù militari, per esempio, o porti). Nell'insieme, meno del 10% delle coste presenta una pericolosità per la balneazione. Sono i dati salienti del rapporto annuale sulla qualità delle acque, presentato ieri dal ministero della Sanità. La mappa dell'inquinamento è frastagliata. Le regioni con i mari più inquinati sono, nell'ordine, la Campania (28,8% di coste fortemente degradate rispetto al 32,2 dello scorso anno), seguita dal Lazio (24,1% rispetto al 18,6%), e dalle Marche (22,4% contro 12,6). Tra le nobili decadute spicca la Sardegna: lo scorso anno era la più pulita, appena lo 0,7% di spiagge inquinate che quest'anno sono diventate il 5,9% decretando per l'Isola un posto a metà classifica. L'inquinamento è arrivato addirittura alla mitica Maddalena, a Stintino e a Santa Teresa di Gallura. Ha invece recuperato molto la spiaggia sporca per antonomasia, quella della riviera romagnola che, dopo l'onta della mucillagine che le dava un 10,6% di spiagge non balneabili, è rimontata fino a quota 2%. In buona ripresa anche la riviera ligure (2,2% di costa inquinata contro il 7,4 dello scorso rilevamento). Il mare più pulito d'Italia è anche uno dei meno noti, quello del Molise (1,4% di acque inquinate), seguito ex equo da Romagna, Veneto e Puglia, a conferma che il chiuso golfo dell'Adriatico riesce a mantenersi in salute più dell'aperto Tirreno. Fin qui le regioni. Ma il rapporto consente di vagliare la qualità dei litorali anche delle singole province. Il miglior mare 1993 se lo assicura la brumosa Ferrara, seguita da Udine, Trieste e Caltanissetta. Nell'elenco dei cattivi svetta invece Ascoli Piceno (vincitrice della stessa palma anche lo scorso anno), inseguono Caserta, Napoli, Roma e Viterbo. Fatta la classifica, diciamo subito che va presa con le molle, per almeno due motivi. Primo, molte regioni non hanno «monitorato» adeguatamente le loro acque, la Sicilia per esempio ne ha testate solo la metà, la Sardegna circa il 60%, così come la Basilicata e la Toscana. La Puglia poi ha fornito un resoconto «bulgaro»: neppure un metro di spiaggia inquinata. E' lecito dubitarne. Secondo, molte spiagge sono balneabili di diritto ma non sempre di fatto, rientrano cioè nei limiti di accettabilità solo a motivo di generose deroghe ai limiti di inquinamento fissati per legge. Quindi attenti alle «pagelle», lo ha detto anche l'eurodeputato Verde Gianfranco Amendola commentando i dati della rilevazione. Peggio del mare stanno le acque interne: sette laghi italiani sono in pieno degrado. Cattive acque (è il caso di dirlo) sono quelle del Lago Grande e del Lago Piccolo in Piemonte (più noti come i laghi di Avigliana), del lago di Terlago in Trentino e dei laziali laghi di Nemi, Turano, Salto e Scandarello. Tengono bene invece i grandi specchi lacustri come il Maggiore, il lago di Como e quello di Garda se si eccettuano alcune zone «a rischio», per esempio Stresa sul Maggiore e Riva sul Garda. Splendidi si confermano invece i laghi trentini. Il grande afflusso di turisti e la mancanza di un depuratore stanno compromettendo fortemente la balneabilità di molte piccole isole: Filicudi, Panarea e Lipari sono a rischio. Non sufficientemente monitorate le altre isole siciliane. Della Maddalena si è già detto. Nell'arcipelago campano si salva solo Capri. In salute invece Elba, Giglio e le Tremiti. Per saperne di più: dal 1° giugno tutte le notizie sulla balneabilità saranno disponibili su Videotel. Raffaello Masci Bocciate anche Stintino e la Gallura Ma i verdi contestano le rilevazioni PERCENTUALI DELLE COSTE NON BALNEABILI (RAPPORTI '92e'93| FRIULI V.G. 5,2% VENETO .jf-^ , \ Le spiagge italiane non balneabili nei rapporti '92 e '93. A fianco il ministro della Sanità Maria Pia Garavagtia

Persone citate: Gianfranco Amendola, Giglio, Raffaello Masci, Riva, Salto, Sanità Maria, Splendidi, Turano