In un primo tempo si era pensato a un rogo causato dall'impianto elettrico della vettura. Preso un killer

In un primo tempo si era pensato a un rogo causato dall'impianto elettrico della vettura. Preso un killer In un primo tempo si era pensato a un rogo causato dall'impianto elettrico della vettura. Preso un killer Non si piega davanti al racket, bruciato vivo Imprenditore a Napoli, la famiglia tace il delitto per paura NAPOLI NOSTRO SERVIZIO Lo trovarono nella macchina distrutta dalle fiamme. Si pensò ad un incidente: un corto circuito all'impianto elettrico, una scintilla, il rogo. Ma dietro quella morte c'è invece un'atroce vendetta della camorra. Luigi Caiazzo, 48 anni, un ex manovale diventato costruttore a prezzo di sacrifici e lavoro, è stato ucciso. Lo hanno cosparso di benzina e gli hanno dato fuoco: una punizione, un avvertimento per tutti quelli che osano ribellarsi al racket. Volevano bruciarlo vivo e non hanno fallito la missione. Lui è morto in ospedale dopo un giorno di agonia, con il corpo martoriato dalle ustioni. Aveva sempre chinato il capo, aveva pagato come tanti altri, e quando ha provato a dire basta lo hanno colpito senza pietà. A Casandrino, un paesone a Nord di Napoli dove il Consiglio comunale è stato sciolto per le infiltrazioni della malavita, non tutti hanno taciuto. Dalle mezze ammissioni, dai piccoli indizi raccolti da chi aveva assistito all'«esecuzione», la polizia è arrivata alla verità, nonostante il silenzio della famiglia, la paura di quanti vivevano accanto all'imprenditore assassinato. E ieri gli investigatori hanno arrestato uno dei quattro pregiudicati che il 6 maggio scorso diedero fuoco al costruttore. Si chiama Graziano Mazzitelli, ha 23 anni, ed è considerato il «braccio destro» di Domenico Morelli, il boss evaso nei giorni scorsi dal carcere di Pistoia - e riacciuffato dopo poche ore - insieme con il suo luogotenente Pasquale Verde. Anche i tre complici sono stati identificati e la loro cattura dovrebbe essere questione di ore. Luigi Caiazzo aveva cominciato come muratore, mettendo su piano piano una piccola impresa edile che mandava avanti con i figli ventenni Tammaro e Cristofaro. Nei costi, come è regola da queste parti, c'era una voce fissa: il «pizzo» pagato agli uomini del clan Morelli. Di questo non parlano la moglie, né i due ragazzi e neppure Maria, la figlia che avrebbe dovuto spo sarsi proprio il 7 maggio, il giorno in cui il padre è morto nel Centro grandi ustionati di Brindisi. Ma che il costruttore si fosse piegato al racket è emerso dalle indagini della po lizia, che alla tesi dell'incidente non ha voluto credere. Per gli investigatori lo scenario è chiaro: lui paga, ma di fronte all'ennesima richiesta di tangente, questa volta ben più pesante del solito, per coraggio e per disperazione dice di no. Gli inquirenti non sono riusciti ad accertare l'entità della somma imposta, ma ritengono che il nuovo ricatto fosse legato ad un ap¬ palto ottenuto di recente dall'impresa di Caiazzo per la realizzazione di un capannone industriale. E tra le ipotesi che per ora non hanno ancora conferma c'è pure quella che la banda avesse bisogno di molti sòldi per finanziare l'evasione e poi la fuga del capo. Di sicuro, il pomeriggio del 6 maggio il costruttore si è incontrato con gli assassini alla periferia di Casandrino. Era al volante della sua «Opel Corsa», i quattro sono arrivati a bordo di una «Lancia Delta» e di una «Cinquecento». Sono scesi dalle auto, Caiazzo è rimasto in macchina. Hanno discusso un po', l'imprenditore ha probabil¬ mente ribadito che non avrebbe più pagato e loro gli hanno versato addosso la benzina, hanno buttato all'interno della vettura la bottiglia di plastica - i cui resti sono poi stati trovati dai poliziotti - e hanno dato fuoco al costruttore con un fiammifero prima di fuggire. Quando alcuni passanti lo hanno tirato fuori dalla «Opel» in fiamme, Luigi Caiazzo era ancora cosciente. Ma dall'ospedale di Aversa lo hanno trasferito sùbito al centro specializzato di Brindisi dove è morto il giorno dopo per un arresto cardiaco, conseguenza delle ustioni che gli avevano devastato il corpo. Gli investigatori in un primo momento hanno pensato ad un incidente avvenuto per il cattivo funzionamento dell'im pianto elettrico. Poi, la verità è venuta a galla. La punizione doveva servire da esempio, a tutti gli altri, commercianti e imprenditori sotto ricatto, per far capire loro che la camorra non perdona. Mariella Cirillo

Persone citate: Cristofaro, Domenico Morelli, Graziano Mazzitelli, Luigi Caiazzo, Mariella Cirillo, Morelli

Luoghi citati: Brindisi, Caiazzo, Casandrino, Napoli