W solo una spina di meno

W solo una spina di meno W solo una spina di meno Adesso c'è lo scoglio della recessione COPENAGHEN DAL NOSTRO INVIATO Il «sì» dei danesi al Trattato di Maastricht è stato salutato con un sospiro di sollievo collettivo a Bruxelles, nei palazzi della Commissione Cee. Il treno della Comunità può riprendere il suo cammino, ma la strada che porta all'Unione europea è in salita, è ingombra di ostacoli, e solo parte delle nubi che la oscuravano si sono dissolte con il voto danese. Il primo a beneficiare dell'esito referendario sarà il premier britannico John Major: gli «euro-scettici» del suo partito, che gli hanno fino ad ora reso la vita impossibile, difficilmente riusciranno a bloccare il Trattato di Maastricht. All'orizzonte c'è anche la ratifica tedesca, visto che, malgrado il voto favorevole del Parlamento, l'ex capo di gabinetto del Commissario Cee Martin Bangemann ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale, giudicando il Trattato incompatibile con la legge fondamentale tedesca. Incassato il sì danese, tuttavia, Helmut Kohl avrà gioco facile nel convincere la Corte, e l'opinione pubblica, sulla bontà dell'opzione europeista. Il fatto positivo è che quella che il Commissario Cee Vanni d'Archirafi definisce «la logica evolutiva» della Comunità si è rimessa in moto. I problemi però rimangono, e non sono piccoli: recessione economica, disoccupazione, disordini valutari, conflitto nell'ex Jugoslavia, instabilità politica in tutti i grandi Paesi Cee. In particolare, data l'attuale crisi economica, i «criteri di convergenza» fissati a Maastricht appaiono sempre meno realistici: deficit di bilancio al 3%, debito pubblico al 60% del Pil, inflazione contenuta entro il 2% rispetto ai tre Paesi con le migliori performance, assenza di svalutazioni negli ultimi due anni. Og¬ gi nessuno, tranne il piccolo Lussemburgo, può vantarsi di rispettarli, neanche la Germania. «Se l'anno prossimo saremo ancora nel mezzo della recessione, sono convinto che il realismo ci porterà tutti a riadattare i criteri alla situazione», ha detto il ministro delle Finanze belga Philippe Maystandt, aggiungendo che «l'obiettivo del Trattato di Maastricht è semplicemente la con¬ vergenza». Gli uomini della Commissione Cee non lo dicono in pubblico, ma privatamente ammettono che nel 1996, alla conferenza inter-governativa che dovrà fare il punto sul cammino percorso verso Maastricht, i famosi «criteri» del Trattato potrebbero essere rivisti al ribasso. Quello che nell'immediato bisognerà affrontare, comunque, è il disordine sui mercati valutari. [f. sq.] Più facile per Major convincere i tories ribelli Un pescatore vota a Gilleleje A sin. il premier Rasmussen

Persone citate: Helmut Kohl, John Major, Martin Bangemann, Rasmussen, Vanni D'archirafi

Luoghi citati: Bruxelles, Copenaghen, Germania, Jugoslavia, Lussemburgo