Calasso e Zolla corruttori di giovani di Mario Baudino

polemica. Il missino Marenco li accusa per le affermazioni a Babele polemica. Il missino Marenco li accusa per le affermazioni a Babele Calasso e Zolla corruttori di giovani La destra dichiara guerra al mito greco ROBERTO Calasso e Elémire Zolla rovinano i giovani, e distruggono le famiglie. L'accusa è esplicita, in qualche modo tradizionale. Ma la pena richiesta non è conseguente: niente cicuta per il direttore dell'Adelphi e per lo studioso che spazia dalla mistica Sufi all'alchimia, dallo sciamanesimo alle realtà virtuali. Questa volta, se il presidente del Consiglio e vari altri ministeri daranno ascolto al deputato missino Francesco Marenco, a farne le spese saranno tutti i dirigenti Rai e naturalmente Corrado Augias, il compassato conduttore di Babele. Inoltre non ben precisate organizzazioni di genitori cattolici smetteranno immediatamente di pagare il canone Rai. Finirà che la cicuta verrà offerta ad Augias o, per simpatia di rete, anche ad Alessandro Curzi, che pure di missini nel suo telegiornale ne ha fatti passare parecchi. Questo sembra chiedere, in un'interrogazione parlamentare il neodeputato genovese (è stato eletto per la prima volta alle elezioni dell'aprile '92) passato recentemente alle cronache perché contro di lui c'è una richiesta di autorizzazione a procedere per la gazzarra missina davanti a Montecitorio; e prima per la seduta un po' agitata del 14 gennaio, quando è stata approvata la nuova legge elettorale per i Comuni. Quella volta pare che Francesco Marenco abbia un po' strattonato un questore della Camera. Ma ora il deputato ha alzato decisamente il tiro, prendendo a calci un monumento della cultura italiana, l'Adelphi, e uno degli studiosi più schivi e autorevoli, Zolla. Satanisti, grida loro Marenco. Durante Babele di domenica 9 maggio, scrive infatti nella sua interrogazione, «pare siano state fatte affermazioni sconcertanti». Calasso avrebbe detto che «la via più diretta per avvicinarsi al divino» sarebbe costituita «dal- lo stupro e dall'esperienza dell'orribile», e Zolla gli avrebbe dato man forte parlando di «riti di impossessamento» e di religione voodo come «vie di conoscenza superiore». Da Satana Manson all'avvelenamento di massa nella Guyana, dalla strage di Waco in Texas alla «chiesa» di Scientology, un filo rosso corre sino a Montepulciano, dove abita Zolla, e alla sede milanese dell'Adelphi. Con una serie di complicità inquietanti, a giudicare dall'«interesse morboso» e dall'«adulazione» dimostrata anche dal conduttore Augias. Un setta di stregoni (forse massoni: l'interrogazione fa notare certe consonanze terminologiche) alla tv di Stato? L'accusa mette di buon umore Roberto Calasso, che si concede una risposta assai icastica: «Mi sembra lodevole che l'onorevole Marenco dimostri di dare un senso alle parole che ascolta». Ma al di là della battuta, l'episodio offre una qualche morale. La trasmissione di Augias era dedicata, fra l'altro, a Le nozze di Cadmo e Armonia, il libro di Calasso da poco tradotto con grande successo negli Stati Uniti. E quel libro racconta la nascita della nostra civiltà attraverso la scrittura dal caos «scandaloso» del mito greco, dalla sua ambiguità straziata, dalla tragedia del divino. Gli dei si comportano come mostri, perché il divino è anche mostruoso: Zeus, il dio sovrano, sa essere violento e terrifico, stupratore e adultero. Calasso aveva spiegato come l'idea che tutto ciò sia effetto di una proiezione umana, in base alle vecchie dottrine positiviste e materialiste, è profondamente sbagliata. Ciò che si manifesta attraverso le storie terribili del pantheon greco (e non solo quello) è molto più che un «sogno»: è l'aspetto inquietante e spaventevole del divino. Difficile? Certo, per capire bisogna rifletterci un po'. Ma è possiLxie anche guardarsi intorno, ha suggerito Zolla, sempre durante la tra¬ smissione: basta pensare ai riti voodo. Il Papa (che ha voluto inneontrare in Nigeria il capo della religione animista da cui anche il voodo è derivato) forse non ci avrebbe trovato nulla da ridire. Il deputato missino invece sì: e una tematica che semmai è stata guardata a lungo con sospetto dalla sinistra, viene clamorosamente messa al bando dalla destra. Strana inversione? «Mica tanto - risponde divertito Elémire Zolla -. Basti pensare a certe foto che ci arrivano da Mosca, con le bandiere sovietiche dei comunisti irriducibili a fianco della sacre icone portate dalla destra più estrema. E comunque non è il primo attacco che mi viene da quella parte». Pochi giorni fa II Secolo d'Italia ricordava le accuse contro di lui fatte negli Anni Sessanta dalla rivista (genovese) del cardinal Siri: lo si additava come il capo di una «congiura gnostica» contro la Chiesa, un fautore dell'antica eresia dei primi secoli che vedeva nel mondo l'opera d'un creatore malvagio. Forse il Secolo voleva solo concedersi una cattiveria contro Gianni Baget Bozzo, direttore allora della rivista, su cui grazie ad «amicizie potenti» Zolla avrebbe esercitato pressioni. Ma la coincidenza sembra spia di un clima che sta lentamente cambiando. Ora è la destra a diffidare del mito. «Diciamo la verità, i greci restano sospetti» scherza Calasso. La loro memoria del caos fa ancora paura? «E' curioso - osserva Zolla - che un esponente politico di destra sollecitato da genitori cattolici (ma bisognerebbe sapere chi sono, e che cosa ne pensa la Chiesa) se la prenda con Babele quando si parla di mito, e non quando si parla, che so, del libro di Fiori sui partigiani fuggiti a Praga. E poi, diciamo la verità, in quella trasmissione era quasi impossibile ragionare. C'era una tale confusione...». Mario Baudino Gli «imputati» si divertono: «Certo il divino fa anche paura» Elémire Zolla e a destra il deputato Francesco Marenco. Più in basso, Roberto Calasso. Nell'immagine grande Zeus, il dio sovrano ma anche adultero e stupratore

Luoghi citati: Babele Calasso, Italia, Montepulciano, Mosca, Nigeria, Praga, Satana, Stati Uniti, Texas