La caccia agli artificieri porta gli 007 in Germania di Giovanni Bianconi

LA PISTA TEDESCA La caccia agli artificieri porta gli 007 in Germania ',:■>:': tii :::,::.: :o:^>:;>:::l:':::;:- ^yv^^ LA PISTA TEDESCA ROMA. La prima pista mafiosa porta in Germania. Poliziotti e carabinieri sono già lì, alla ricerca delle tracce degli attentatori dei Parioli, gli «artificieri» che venerdì scorso hanno fatto esplodere l'autobomba in via Ruggero Fauro. Subito dopo la testimonianza del tassista che ha detto di aver prelevato,alla stazione Termini due persone, di averle accompagnate ai Parioli, e di averle poi riviste a Termini, sono stati effettuati dei controlli incrociati, per verificare eventuali partenze ed arrivi di persone sospette. Il risultato è stata l'individuazione di due persone, già note agli investigatori e sospettate di appartenere a Cosa Nostra, localizzate nella notte tra venerdì e sabato su un treno che portava in Sicilia. Sono due uomini originari di Palma di Montechiaro, il Comune «ad alta densità mafiosa» in provincia di Agrigento, sospettate di appartenere a Cosa Nostra. E potrebbero provenire dalla «colonia tedesca» dei mafiosi, che conta molti «picciotti» arrivati dall'Agrigentino. Le foto segnaletiche dei due uomini sono state subito confrontate con gli identikit preparati sulla base della testimonianza del tassista romano, ma le immagini non corrispondono. L'ipotesi seguita dagli investigatori - che filtra con difficoltà dal segreto che copre queste prime fasi delle indagini - è che gli attentatori siano arrivati a Roma dalla Germania nella giornata di venerdì, abbiano fatto esplodere l'autobomba ai Parioli e siano ripartiti subito dopo per la Sicilia, dove sarebbero arrivati sabato mattina. Corrisponderebbero anche alcuni orari dei treni arrivati e partiti da Roma, dalla Germania e per la Sicilia: ci sarebbe un «buco» di quasi un'ora e mezzo, tra le 21 e le 22,30; l'auto-bomba è esplosa alle 21,40. Gli investigatori chiedono il massimo riserbo sulla «pista tedesca», anche perché non è l'unica che viene battuta. Si cerca di avere elementi di conoscenza e informazioni anche dai «pentiti» dell'ultima ora, quelli che fino a poco tempo fa facevano ancora parte di Cosa Nostra. Il vicecapo della polizia nonché capo della Criminalpol, Luigi Rossi, dice che i funzionari sono andati in Germania perché c'è «l'esigenza di non trascurare alcuna pista. Abbiamo due identikit - aggiunge Rossi - e l'indicazione di alcuni testimoni che ritengono di aver riconosciuto un accento siciliano. Cercheremo riscontri in tutte le comunità siciliane in Europa». Ma proprio il prefetto Rossi è protagonista di una singolare differenza di vedute sull'obiettivo dell'attentato con il capo della polizia Parisi. L'agenzia Adn-Kronos riferisce che il responsabile della Criminalpol «è scettico sulla "pista Costanzo"», e al Gr2 Rossi ha dichiarato: «Maurizio Costanzo era esposto ad una possibilità di attacco molto più semplice. Certamente ha rischiato di saltare in aria con l'esplosivo, ma il segnale è troppo forte per riferirsi esclusiva¬ mente a lui». Parisi invece, ancora ieri sera, ha ripetuto: «Io sono convinto che l'obiettivo fosse Costanzo. Naturalmente in un quadro più ampio, come obiettivo combinato con altri: produrre effetti spettacolari, terroristici, senza escludere la strage». Anche gli mquirenti sembrano di questo avviso. Il sostituto procuratore di Roma, Saviotti, attende i rapporti sull'esplosivo (una miscela di tritolo con altre componenti ancora da identificare) e sulle ricognizioni fatte ai Parioli con gli identikit - ce ne sono altri oltre ai due diffusi domenica mattina - mostrati agli abitanti della zona di via Fauro. Al numero verde attivato dalla Questura sono arrivate più di 200 telefonate, gente che fornisce particolari, sensazioni e descrizioni di persone. Oltre agli uomini della Squadra Mobile romana e della Criminalpol Lazio, sull'attentato a Costanzo stanno lavorando i carabinieri e gli agenti della Dia. L'inchiesta viene seguita con attenzione anche dalla Procura nazionale antimafia. Oggi il ministro dell'Interno Nicola Mancino riferirà alla Camera altre notizie sull'attentato di venerdì e sui risultati delle prime indagini. A Montecitorio sono state presentate interrogazioni praticamente da tutti i gruppi parlamentari. Con le richieste più svariate. I Verdi, ad esempio, vogliono sapere se il tipo di esplosivo usato in via Fauro sia uguale a quello che ha ucciso Falcone e Borsellino, «o a quello rinvenuto nel corso delle indagini sul caso Gladio». Giovanni Bianconi I killer sarebbero arrivati in treno m Il luogo dove venerdì scorso è scoppiata la bomba. A fianco, i due identikit diffusi dagli inquirenti

Persone citate: Borsellino, Luigi Rossi, Maurizio Costanzo, Nicola Mancino, Parisi, Rossi, Saviotti, Verdi