In Italia ora l'Aids è donna Scatta l'allarme per i neonati di Bruno Ghibaudi

Percentuale più alta del mondo: una contagiata ogni 4 uomini Percentuale più alta del mondo: una contagiata ogni 4 uomini In Italia ora l'Aids è donna Scatta l'allarme per i neonati ROMA. Abbiamo un altro primato, sicuramente poco invidiabile: quello della percentuale di donne ammalate di Aids. E' la più alta del mondo. Mentre negli Stati Uniti c'è una donna contagiata ogni 6,5 uomini e in Europa una ogni 6, in Italia ne abbiamo una ogni 4,3. Ma la preoccupazione non si esaurisce in queste cifre: il rischio che da una madre sieropositiva nascano bambini sieropositivi è del 15-20 per cento. E anche per questa conseguenza il nostro Paese è al vertice di una graduatoria preoccupante: i casi di Aids pediatrico, e cioè nei bambini di età inferiore ad un anno, sono 1,5 volte più numerosi che nel resto d'Europa e addirittura 2,5 volte superiori a quelli degli Stati Uniti. •A richiamare l'attenzione su questo grave problema è il prof. Elio Guzzanti, vicepresidente della Commissione ministeriale per la lotta all'Aids, che ha riferito i risultati delle ultime indagini sul tema presentate in un simposio internazionale organizzato a Torgiano (Perugia) dal National Children Bureau e dall'Institute of Child Health (Gran Bretagna) e dalla Wellcome Foundation. «Fra le nostre donne, l'infezione è determinata in primo luogo dalla tossicodipendenza e dal crescente aumento del contagio per via eterosessuale - ha spiegato -. E un quinto dei tossicodipendenti italiani è costituito da donne. Molti anche i bambini ai quali la sieropositività è stata trasmessa dalla madre: finora sono stati circa 2500. Fra questi i casi in cui la sieropositività è evoluta in Aids conclamato sono 347, metà dei quali già morti». Guzzanti ha poi spiegato che nei mesi successivi alla nascita una buona percentuale di bambini perde la sieropositività. Quello dell'Aids pediatrico resta però un problema che investe e preoccupa tutti i Paesi del mondo. E purtroppo, dicono gli esperti, è destinato a raggiungere dimensioni ancora più preoccupanti. Oggi in Europa, dove i sieropositivi adulti sono ormai più di 500.000, i bambini sieropositivi sono più di 3500. Secondo l'Oms, nel Duemi¬ la i bambini colpiti da Aids nel mondo saranno circa 10 milioni e altri 10 milioni perderanno i genitori per il contagio. Per Alison Thorpe, dell'Institute of Child Health di Londra, la trasmissione del virus da madre a figlio rappresenta una delle vie principali di contagio. Ma ad aumentare è destinato anche il numero di bambini che vivono in famiglie con uno o più membri sieropositivi o affetti da Aids. Il calvario del malato di Aids è reso ancora più lacerante dalla mancanza di rimedi efficaci (i farmaci oggi disponibili si limitano a rallentare l'evoluzione della malattia e a migliorare la qualità di vita del malato ma non porta¬ no alla guarigione). Ma anche dal pregiudizio. Oggi un bambino colpito da questo virus subdolo e ribelle finisce spesso per essere emarginato e rifiutato fino alla ghettizzazione, in famiglia e fuori. A scuola, per esempio. Fino ad oggi non è stato accertato un solo caso di contagio fra bambini sieropositivi e barobini sani. Ma tutti, insegnanti compresi, ne hanno paura e si comportano di conseguenza» Solo negli Stati Uniti il 40% dei bambini sieropositivi non abita con i genitori, e non solo per l'impossibilità di fornire cure adeguate in casa. Dal simposio di Torgiano è perciò venuto un invito a cambiare atteggiamenti e comportamenti. La strategia per la lotta contro l'Aids pediatrico ha due cardini: garantire ai bambini contagiati l'accesso gratuito alle terapie più opportune facendo il possibile per non distaccarlo, se non in caso di assoluta necessità, dal suo mondo familiare; sviluppare l'informazione sull'Aids e l'educazione sessuale. Oggi i Centri italiani per l'assistenza ai bambini sieropositivi sono già 21. Per aumentarne l'efficacia bisogna migliorare il coordinamento, anche con i Centri stranieri. Quando il virus dell'Aids colpisce un bambino, è stato detto, è l'intera famiglia ad essere colpita. Anche in questo caso la speranza può nascere solo dalla solidarietà. Bruno Ghibaudi

Persone citate: Alison Thorpe, Child Health, Elio Guzzanti, Guzzanti