Benvenuto: me ne vado di Fabio Martini
L'annuncio durante una drammatica riunione segreta del psi in un hotel L'annuncio durante una drammatica riunione segreta del psi in un hotel Benvenuto; me ne vado «Troppi300 miliardi di debiti» ROMA. Sei della sera, primo piano dell'hotel Giulio Cesare, a due passi da San Pietro e lontano dal fiato dei cronisti: Giorgio Benvenuto fa chiudere la porta della stanza e per quattro ore in una riunione che resterà nella storia del psi - il successore di Craxi racconta la terribile bancarotta nella quale è precipitato il partito. Ad ascoltarlo, capi e capetti del psi. Benvenuto li ha riuniti in quel luogo così originale e segreto - una stanza di albergo - perchè sapessero che il deficit del partito è un buco nero «di quasi 300 miliardi» e perché sapessero in anticipo che già nelle prossime ore il psi potrebbe restare senza segretario. Domani mattina, nel corso di una riunione formale della segreteria, Giorgio Benvenuto potrebbe infatti annunciare le sue dimissioni, come ha fatto capire ieri sera al sinedrio del Giulio Cesare. La situazione è precipita nella giornata di venerdì: la società di consulenza finanziaria che doveva far luce sul «buco nero» lasciato da Craxi, ha portato i «libri» a Benvenuto. Il deficit accumulato dalla gestione precedente è di 200 miliardi, ai quali va aggiunto il buco delVAvanti! e le spese di gestione «50 milioni al giorno», in più ci sono gli interessi da pagare alle banche e il finanziamento pubblico non c'è più. «Non ho nessuna intenzione di pagare io per una situazione che non ho creato», ha confidato Benvenuto ai suoi. Ma ad amareggiare il segretario del psi non c'è soltanto quel disavanzo di quasi 300 miliardi. Negli ultimi giorni, il clima interno al psi si è avvelenato e il partito è ormai dilaniato da lotte di fazione, una contro l'altra armata. I «neo-frontisti» Manca e Formica, che puntano tutte ìefìclies sul pds. Gli amatiani Andò e Conte che studiano Età Beta e, magari sognano Amato segretario dopo la batosta annunciata del 20 giugno. I craxiani Intini e De Michelis che non si rassegnano a finire nelle braccia di Occhetto. E poi la fazione trasversale degli inquisiti, ben rappresentata nelle altre tre e che resiste all'ultimatum di 10 giorni fa di Benvenuto e Giugni: «Tenetevi fuori fino a quando la magistratura non vi avrà scagionato». Una resistenza, quella degli inquisiti che - si sussurra nella squadra di Benvenuto - «è andata oltre il dovuto, si è spinta fino a forme di ricatto...». Le tre fazioni si combattono dunque con ogni tipo di arma. L'ultima «imboscata» il segretario la sta subendo in questi giorni: senza sentire il bisogno di informare Benvenuto, quasi la metà dei deputati, 40 su 91, ha già sottoscritto l'appello di Pannella per una legge elettorale maggioritaria uninominale, proprio l'opposto di quanto va predicando da settimane il segretario. «Mettere la firma sotto quel documento ha un sapore scissionista» dice il deputato sardo Giovanni Nonne, che pure si dice «favorevole al turno unico». Un clima da tutti contro tutti. Rino Formica, il segretario ombra del psi, uno dei consiglieri più ascoltati di Benvenuto, se la prende con Amato, accusato di ambiguità: «Ha dimostrato di essere uno che ha assorbito profondamente un grave errore di Craxi: tenersi tutte le strade aperte, ma in politica questo significa chiudersele tutte». E poi la zampata del polemista: «Età Beta? C'era già nell'800: erano i notabili del paese che si' riunivano nel retrobottega del farmacista e decidevano la politica da farsi». L'ultimo colpo di bazooka nella guerra del garofano parte alle tre di ieri pomeriggio dal bunker di via del Corso. «Chi. nel psi ha contribuito al terribile deficit - dice Enzo Mattina, braccio destro di Benvenuto sappia che ne è responsabile anche in proprio ed è giusto che ci siano rivalse anche sui patrimoni personali...». Una sparata da sindrome dell'accerchiamento? Nel suo disadorno ufficio - quattro libri, due tazzine di caffè vuote, un computer con le agenzie - il nuovo «numero due» del psi, calibra le parole: ((Abbiamo consultato diversi avvocati e la risposta è univoca: un partito è un'associazione e per la legge ci sono ricadute sugli organi dirigenti. E dunque ci sono responsabilità del segretario, della segreteria...». E così, in un colpo solo Mattina chiama in causa Bettino Craxi, il suo vice per 5 anni Claudio Martelli e, sia pure per periodi più brevi, anche gli altri vice Giuliano Amato, Giulio Di Donato, Gianni De Michelis. E poi, come se non bastasse, la polemica sull'aborto, con le donne dirigenti, la Boniver, la Cappiello che sono insorte contro il segretario, attaccato fuori e dentro il partito. Dunque, un clima da scontro finale, una vera e propria libanizzazione del psi, con Benvenuto nel ruolo che fu di Gemayel, il presidente libanese, impotente nella guerra delle fazioni. E' in questo clima che ieri sera Benvenuto ha convocato, in una sorta di «caminetto» i capicorrente del psi: Enrico Manca, Claudio Signorile, Ugo Intini, Gianni De Michelis, Rino Formica, oltre alla squadra del segretario. In quella stanza di albergo, gli ultimi capi del psi sono restati chiusi per ore. Tutti hanno implorato Benvenuto a restare, a non mollare, ma il segretario ha ripetuto come una litania che quel deficit è insanabile. Alla fine, sotto l'incalzare delle insistenze, ha promesso: «Ci penserò». Fabio Martini Giorgio Benvenuto
Luoghi citati: Roma
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