Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Con l'equo canone lo Stato ci tassa due volte» - «L'ultimo regalo alla mia cagnetta: l'ho lasciata morire sulle mie ginocchia» - «La colpa è mia, ma l'errore è del ministero» - «Pericolo sulla Torino-Caselle» Un lettore ci scrive, «L'equo canone fa pensare ai beni precettati temporaneamente dallo Stato, in casi di emergenza, in tempo di guerra. Ma in Italia la guerra è finita da quasi 50 anni! Oggi poi lo Stato infierisce con forti tasse contro i proprietari di alloggi. E' giusto tassare, ma così si tassa due volte. E si tratta di beni non occultabili, ma facilmente controllabili perché alla luce del sole. «Il mio inquilino mi dice: lei ha ragione, ma la legge dà ragione a me. Dicono che oltre il 70% degli italiani sono proprietari di alloggi. Diciamo che un 20% potrebbe pagare un affitto normale senza difficoltà avendo un reddito sufficiente, senza sfruttare una posizione di comodo a danno del prossimo. Per la rimanenza in difficoltà, qualora provata, sarebbe logico l'intervento dello Stato con un fondo integrativo!». Segue la firma Un lettore ci scrive: «La vicenda del cucciolo di dalmata morto perché non curato in tempo mi ha richiamato alla mente un episodio della mia ormai lontana adolescenza. Avevo 13 anni quando mio padre mi regalò una cucciola di "toiter", una cagnolina che, a pieno sviluppo, avrebbe pesato non più di tre chili. Ne venne fuori una piccola e coraggiosa belvetta, che non aveva paura di altri cani grossi venti volte. «In quel periodo - era il 1944 non si trovavano le medicine neppure per gli esseri umani quindi non fu possibile praticarle alcuna vaccinazione: per cui, quando arrivò ai 10 mesi di età, si ammalò di cimurro ed il veterinario ci disse subito che non sarebbe stato possibile salvarla. La fine arrivò dopo circa una settimana: dalla mattina Vara era in preda a vomito e giaceva su un fianco, quasi immobile. Verso metà pomeriggio, sembrò uscire dal torpore: si sollevò a fatica sulle zampe e fece il gesto che aveva fatto tante volte quando voleva che la prendessi in braccio, mi toccò con la zampa mentre mi fissava con uno sguardo che non dimenticherò mai. Le feci l'ultimo regalo. La sollevai e me la posi sulle gambe. E sulle mie ginocchia visse le sue ultime due ore. Poi la presi, la lavai e la composi in una scatola che rivestii con un panno di lana perché non... avesse freddo. E la mattina dopo la seppellii nel mio giardino. Quasi senza far caso all'eco degli spari che venivano dalle strade vicine a casa mia. Perché era il 25 aprile del '45». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «Prendo lo spunto dall'articolo riguardante gli estimi sbagliati. Abito in un piccolo Comune della provincia e sono proprietaria di un immobile di 2 alloggi identici, uno per piano, di 90 mq ciascuno. La costruzione è stata ultimata nel 1976 e accatastata un anno dopo. Nel 1986 il catasto mi notifica la registrazione della casa, inserita in categoria A/7 2a classe, valore al 1991 96 milioni (48 milioni per alloggio). La sorpresa arriva nel 1992, con i nuovi estimi e il pagamento dell'Isi. Il valore fiscale passa a 318 milioni, assolutamente fuori mercato e l'incongruenza appare ancor più evidente quando, secondo i dati del ministero delle Finanze, l'edificio risulta categorie A/2 classe la, valore 210 milioni. «Ho consultato dei tecnici che sostengono che una casa composta di due alloggi non può in nessun modo essere considerata villino (2 alloggi A/7 non rispetta l'equazione = 2 villini). So bene che la legge non ammette l'ignoranza e avrei dovuto ricorrere entro 60 giorni dalla notifica, ma l'errore iniziale l'ha commesso lo Stato che mi ha attribuito dei valori insensati (e non compatibili) in un periodo in cui pochi si mettevano in regola con l'accatastamento e gli ultimi dati del ministero confortano chi, sfruttando tutte le proroghe ammesse, usufruirà dei benefici anzidetti». Maria Ubaldi Un gruppo di lettori ci scrive: «Sul raccordo autostradale Torino-Caselle è stata completata la messa in opera dello spartitraffico centrale in cemento. Il risultato, eccellente per quanto riguarda la possibilità di abbagliamento di notte, è disastroso non appena si mette a piovere. Il nuovo spartitraffico non permette il libero deflusso dell'acqua fra le due carreggiate e si formano vaste pozzanghere, specialmente sulla corsia di sorpasso in carreggiata Nord. Il risultato è di enormi spruzzi d'acqua, che d'improvviso riducono a zero la visibilità, tutte le volte che un'auto arriva in velocità sulle pozzanghere. «Riteniamo che si tratti di un pericolo che deve aasolutamente essere scongiurato prima che qualcuno paghi con la vita per questo errore madornale». Seguono le firme

Persone citate: Maria Ubaldi

Luoghi citati: Italia, Torino