Bob, malumore e glamour
Bob, malumore e glamour Bob, malumore e glamour Ressa intorno a un laconico De Niro CANNES. Risposte brevi, qualche sorriso, un po' di ironia: Robert De Niro non è di ottimo umore e non fa nulla per nasconderlo durante l'incontro con i giornalisti che, dopo aver lottato duramente per ottenere un posto in sala, hanno poi cominciato ad abbandonarla mentre ancora l'attore rispondeva alle domande. La morte del padre pittore, malato di cancro, avvenuta il 3 maggio scorso a New York, è stata per De Niro un colpo molto duro, e in tanti pensavano che non sarebbe venuto a Cannes per presentare «Lo sbirro, il boss e la bionda», il film di John McNaughton (prodotto da Barbara De Fina e Martin Scorsese) in cui recita insieme con Urna Thurman e Bill Murray. Poi, però, ha vinto il Festival: «Mi fa sempre piacere venirci:, è il più importante appuntamento del mondo per il cinema ed anche l'unico che conserva intatto tutto il suo glamour». Radiografato da mille occhi femminili, con la sua abituale aria disimpegnata, il giubbotto di renna sulla maglietta nera, le ciocche di capelli grigi proprio sopra le orecchie, De Niro ascolta attento le domande, qualche volta rimane stupito, qualche altra addirittura si diverte, ma per lo più non vede l'ora che il rito si concluda. «Condoglianze per suo padre - gli dice qualcuno dalla sala -. Come si sente quando deve in¬ terpretare il ruolo di un padre?». «Grazie. Ma non mi sento in nessun modo: faccio il padre e basta». «Ci sono scene di sesso molto realistiche nel film - chiede un'altra voce dal fondo -, è stato facile per lei girarle?» «Le scene d'amore nei film sono sempre molto difficili: devi fare quelle cose con intorno un sacco di gente che sta lì a guardarti... In questo caso, il taglio realistico è stato scelto dal regista. E a me sembrava giusto». Inevitabile arriva la domanda sulla Jugoslavia e inevitabile segue la risposta dell'attore: «Credo sia una cosa terribile, bisogna fare tutto il possibile in tutto il mondo perché quella tragedia s'interrompa». De Niro parla anche, per poco, del suo rapporto di lavoro e d'amicizia con Scorsese e del fatto che «i film di Martin sono molto orientati verso un tipo di sensibilità europea». A Urna Thurman, occhialoni neri rigorosamente piantati sugli occhi, è stato chiesto qual è l'aspetto migliore dell'esperienza di lavoro con De Niro. «È' un grande professionista», ha detto lei senza sforzare l'immaginazione, [f. e] Sopra: Maxime Mansion in «Louis, enfant roi» Qui a fianco: Robert De Niro L'attore è ancora molto scosso dalla recente morte del padre
Luoghi citati: Jugoslavia, New York, Urna Thurman
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