RIAPRIRÀ' IL MUSEO D'ARTIGLIERIA? di R. Se

RIAPRIRÀ' IL MUSEO D'ARTIGLIERIA? RIAPRIRÀ' IL MUSEO D'ARTIGLIERIA? Un progetto per ristrutturare la Cittadella Le raccolte sono vietate alpubblico dal '91 LA più importante raccolta di bocche da fuoco storiche d'Europa (almeno equivalente a quella del Musée de l'Armée a Les Invalides a Parigi), e una delle più antiche del mondo, è a Torino nel Museo dell'Artiglieria al Mastio della Cittadella. Ma il museo è chiùso dal dicembre '91 «per lavori di ristrutturazione e messa a norma», lavori che non sono mai cominciati per mancanza di fondi. L'edificio, di proprietà del Comune, è amministrato dal ministero della Difesa. Ma un fortuito incontro tra il direttore del museo, il col. Giuseppe Uzzo, e l'architetto Gianfranco Gritella, specialista in restauri a fabbricati aulici, porterà forse qualche novità. Ora le sale cinquecentesche sono stipate di cannoni in bronzo di ogni epoca, colubrine, spingarde, falconetti, bombarde, una rara mitragliatrice a canne rotanti Gatling della Guerra di Secessione americana, un cannone cinese preda bellica alla battaglia di Sebastopoli, preziosi modellini di progetto, da esposizione e da addestramento, armi bianche, (comprese tre rarissime beidane valdesi), fucili ad avancarica. In tutto undicimila pezzi di valore inestimabile storico e didattico (ci sono pezzi fino alla la Guerra Mondiale compreso un mostruoso obice da 305/17 da 32 tonnellate), che nessuno può più vedere, salvo gli studiosi, perché non ci sono fondi per i restauri. Il museo comunque funziona, continua ad avere contatti con enti di tutto il mondo, presta materiali per esposizioni temporanee, cura la manutenzione delle armi, e per quel che può dei locali. Per tentare di sbloccare la situazione, a settembre, al Circolo Ufficiali, d'accordo con la Regione Militare Nord Ovest, ci sarà una mostra per celebrare il centenario dell'ingresso del Museo alla Cittadella (la raccolta fu iniziata nel 1731 sotto Carlo Emanuele III) e verrà anche presentato il progetto di massima di Gritella. L'architet- to, che ha già compiuto un completo rilevamento del Maschio, intende conservare l'attuale, affascinante atmosfera museale ottocentesca, recuperando parti architettoniche ora nascoste, riqualificando in qualche modo la sala cosiddetta di Italia '61 (realizzata in brutto cemento armato al tempo del centenario dell'Unità d'Italia), scavando una grande sala sotterranea (liberando parte del fossato profondo sei metri che circondava il Maschio) per esporre in un anfiteatro - illuminato da un lucernario che è davanti all'attuale entrata - i pezzi di maggior pregio, scoprendo anche le stratificazioni archeologiche che verranno alla luce, dai resti del tempio della dea Vesta in epoca romana al .tempio cristiano di San Solutore, alle vestigia romaniche e medioevali. Magari collegando alcune gallerie, ora murate, con il reticolo sotterraneo di quelle del museo Pietro Micca. I nuovi servizi logistici (magazzini, biglietteria, laboratori) sarebbero invisibili, ricavati nel terrapieno del baluardo di sinistra. L'ordigno militare di forma ottagonale - quello che resta della immensa Cittadella progettata dall'architetto Francesco Paciotto da Urbino nel 1562 - oggi quasi dimenticato anche dai torinesi, diventerebbe un contenitore tanto prezioso quanto il contenuto, unico esempio rimasto in Europa di architettura multare del '500. [r. se]

Persone citate: Carlo Emanuele Iii, Gianfranco Gritella, Giuseppe Uzzo, Gritella, Pietro Micca

Luoghi citati: Europa, Italia, Parigi, Sebastopoli, Torino, Urbino