Tutino: i miei quaderni segreti
Tutino: i miei quaderni segreti Tutino: i miei quaderni segreti I EI suoi cassetti giace un «vero diario» da Cuba. 400 pagine tuttora inedite in cui Saverio Tutino, negli Anni Sessanta corrispondente dall'America Latina per l'Unità e uno dei più fervidi sostenitori del mito castrista, vergava in gran segreto tutte le angosce e le verità più scomode sul conto del regime cubano. «Verità che però non pubblicavo nelle mie corrispondenze perché credevo ancora nella vitalità del Progetto che si stava realizzando a Cuba». Per esempio? «Per esempio già dal 1964 sapevo che il fratello di Fidel Castro, Raul, organizzava i lavori forzati per gli omosessuali nell'Est dell'isola. Sapevo tutto ma non aprivo bocca, purtroppo era così». LETTERE BUFALINO:0 GRASSO O DICHNSON Di «turisti della rivoluzione» Tutino ne ha visti passare a frotte per L'Avana: «Ma è sorprendente che qualcuno ancora non si sia arreso all'evidenza. certezze. Che poi io abbia commesso un errore sottraendomi alla lettura dei suoi inèditi, è probabile, anzi certo. La giovane esordiente dimostra grinta, un apprezzabile furore espressivo. Il mio augurio è che il successo la premi e le inondi di manoscritti, per giocoso taglione, la cassetta delle lettere. Gesualdo Bufalino C'è posta per del Buono Carissimo Oreste, ho letto con vivo interesse i tuoi bei profili di Bottai e di Persico usciti ultimamente su «Tuttolibri» e mi è venuto in mente di farti avere il qui accluso saluto-manifesto pasquale di fede sanfuturista, comprendente in appendice 44 «presenze» evocate e quasi invocate a titolo propiziatorio Se qualcuno cerca ancora la rivoluzione a Cuba, mi viene da contemplarlo come una bizzarria della natura». «Intendiamoci», spiega Tutino, «ci sono molti modi per giustificare un certo impulso all'evasione fantastica. Ed è difficile trovare una giustificazione più appagante di Cuba: un Paese affascinante, non schiavo della razionalità, vivace, con un clima splendido e un piacere di vivere che sembrano fatti apposta per annientare il miraggio di chi cerca avventura e magari una certa facilità nei rapporti sessuali. E oggi non c'è più nemmeno la rivoluzione. Cuba sembra terrorizzata all'idea di ridiventare ufficialmente un Paese capitalista. Turismo rivoluzionario? Oggi non ha più senso. E se Cuba piace ancora è perché materializza un destino un po' tragico e un po' patetico. Ci si innamora del suo dolore presente e futuro». [p.l.b.] «in memoriam», tra cui anche figurano Bottai e Persico. Ciò che soprattutto mi pare notevole nei due personaggi è la loro comune appartenenza alle linee di vetta della cultura contemporanea, intesa nel suo insieme come cultura delle avanguardie trans-storiche e trans-politiche nonché translogiche e trans-personali, animate più o meno concordemente da una tensione eroica di laico ascetismo, per cui ad esempio le avventurose biografie di Bottai e di Persico vengono oggettivamente a trovarsi non molto discoste dalla serena attitudine sacrificale del tuo indimenticabile (anche se dimenticato) congiunto Teseo Tesei. Il che nulla toglie alla regolare e provvidenziale diversità dei destini individuali, in base alla quale Persico si muove principalmente nell'ambito della «historia abscondita»,
Luoghi citati: America Latina, Cuba, L'avana
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