Firme contro De Lorenzo

Aperta a Torino la campagna per il referendum sulla sanità Aperta a Torino la campagna per il referendum sulla sanità Firme contro De Lorenzo Ipromotori: «E' un decreto iniquo» «Sa perché gli italiani sono il popolo che vive più a lungo? Perché in Italia funzionava, e sottolineo funzionava, bene la medicina pubblica». Armando Borre, vicesegretario provinciale del sindacato unico medicina ambulatoriale (Stimai), è furioso: «Il decreto De Lorenzo è iniquo e colpisce il sacrosanto diritto dei cittadini alla salute». Il suo sindacato, unitamente a quello dei medici ospedalieri (Cimo), a quello di medicina generale, a quello dei medici psichiatri, all'associazione medici specializzati e alla lista per cambiare (rappresenta la minoranza dell'Ordine dei medici), aderisce al comitato promotore del referendum abrogativo del decreto De Lorenzo sulla sanità. Il comitato si chiama «Cores» e raggruppa, a Torino, un ampio ventaglio di forze politiche e associazioni di volontariato. Pds, Rifondazione, Rete, verdi, pri, psdi, psi accanto al sindacato università Cgil, alle associazioni malati intestinali cronici, lotta alle malattie mentali, privi della vista, al coordinamento sanità e assistenza (Csa), alla fondazione oltre l'età, alla lega obiettori di coscienza, a psichiatria democratica, all'Anpi, al movimento consumatori, all'associazione pensionati europei, al Sana (tutela anziani cronici). Forze diverse, ma unite dalla volontà di cancellare il decreto 502 da tutti considerato «un ten¬ tativo di controriforma della 833 la legge che nel '78 aveva rivoluzionato la sanità fondandola sul principio della solidarietà». Denunciano i medici del comitato: «Gli anziani rinunciano a curarsi per conservare i bollini nel caso di una malattia grave e rinunciano anche agli esami utili per una diagnosi precoce». Aggiungono: «La riduzione dei servizi forniti dai poliambulatori finirà per intasare gli ospedali. Già adesso in alcuni ospedali, come al Giovanni Bosco, aumentano i ricoveri. E sono molte le persone che si rivolgono al pronto soccorso. Bel risparmio visto che il costo di una giornata di degenza varia dalle 400 alle 800 mila lire». Il dottor Borre intravede un futuro nero: «L'anno prossimo sarà il caos perché non verranno rinnovate le convenzioni con gli specialisti del territorio. Al posto di quello che c'è adesso si vagheggia di ospedali trasformati in aziende e di mutue private per chi ha i soldi per pagarsele». La raccolta di firme funziona a pieno ritmo; ogni giorno in via Roma angolo piazza Castello sarà allestito un banchetto dalle 16 alle 19 (esclusa la domenica). E' possibile firmare anche presso la segreteria generale del Comune (8,30-13; 14-17). Dalle 14 alle 16 il 18 maggio banchetto davanti al Giovanni Bosco, il 20 al Maria Vittoria, il 25 al Sant'Anna, il 27 al Mauriziano. Molti si sono fermati ieri a firmare al banchetto in piazza Castello

Persone citate: Armando Borre, Borre, Cimo, De Lorenzo, De Lorenzo Ipromotori, Giovanni Bosco

Luoghi citati: Italia, Torino