Zivago in musica per capire la Russia di oggi di Sergio Trombetta

Zivago in musica per capire la Russia di oggi In prima a Vienna dopo una lunga battaglia sui diritti tra il regista e la Feltrinelli Zivago in musica per capire la Russia di oggi Ljubimov: «Un poema teatrale per un grande romanzo cristiano» ~f\ VIENNA I L piccolo Jurij Zivago di I dieci anni prega sulla I tomba della madre: «Si■E-l gnore, porta la mamma in paradiso. Era così buona». E' il terzo quadro della parabola musicale concepita e allestita dal regista russo Jurij Ljubimov che, con la musica di un altro prestigioso russo, il compositore Alfred Schnittke, andrà in scena dopodomani al Theater an der Wien di Vienna. I due quadri precedenti raccontano di un gruppo di soldati rivoluzionari che avanzano cantando e danzando sul ritmo dei versi di I dodici, la più nota poesia di Blok sulla rivoluzione. Dopodiché entra il piccolo Aleksej Romanov: l'erede di Nicola II è mostrato solo in scena mentre disegna uccelli su un foglio di carta. All'improvviso irrompe un soldato della cavalleria di Budionnyj che, con la sciabola, fa in mille pezzi il disegno. Così Ljubimov ha deciso di rappresentare il più traumatico parricidio storico del '900, l'assassinio della famiglia dello zar, che dà il via alla sua personale visione di Zivago. Ma per arrivare alla prima viennese (probabilmente ci sarà tra il pubblico anche Evgenij, il figlio di Pasternak) il grande regista russo ha dovuto rinunciare persino al titolo che aveva scelto, Il dottor Zivago, ripiegando su un più generico Omaggio a Zivago. Fino a ieri l'operazione (che nasce dalla collaborazione del Taganka di Mosca, il glorioso teatro di Ljubimov, dalle Wiener Festvochen e dal tedesco festival di Ludwigsburg) era minacciata dalla diffida della Feltrinelli che detiene i diritti mondiali del romanzo sino al 2020. L'accordo è stato trovato all'ultimo momento: Ljubimov ha cambiato il titolo, e la produzione si è ùnpegnata a versare una quota (modesta; meno di tre milioni per rappresentazione), ottenendo così di mettere in scena il lavoro per l'intero '93 a Vienna, Ludwigsburg e Mosca. Il grande evento è salvo. Molti anni dopo i trionfi hollywoodiani di Omar Sharif nel cinema, e mentre Broadway sta per lanciare uno Zivago in musical, ecco questo curioso pastiche musicale che mescola canto, prosa e danza. «Ma non è un musical: Schnittke è uno dei più seri, anche difficili compositori russi di oggi», mettono subito le mani avanti i responsabili. llOmaggio a Zivago è, nelle intenzioni di Ljubimov, soprattutto un apologo utile per capire la situazione russa di oggi. Il grande regista, diventato famoso negli anni del disgelo di Krusciov (costretto all'esilio negli ultimi tempi della stagnazione di Breznev e richiamato gloriosamente in patria da Gorbaciov), dice: «Il romanzo di Pasternak è la trage¬ dia dell'intellighenzia russa, di fronte a un mondo in cui tutto è stato distrutto e sovvertito dai cambiamenti politici. E' un libro scritto per la situazione della Russia attuale in cui si può osservare la medesima decadenza. Non c'è nessun rimorso oggi per quello che il Sistema ha fatto all'uomo. Al contrario si trovano molti che non vogliono abbandonare il comunismo e fanno di tutto per ritornare a un Sistema che ha reso poverissimo questo Paese e lo ha annientato moralmente. Come molti intellettuali di oggi, anche Zivago ha tentato in ogni modo di tirarsi fuori. Oggi ognuno cerca di sopravvivere, badando a se stesso e basta. Anche questa è la tragedia della Russia». Rappresentato in russo dai cantanti-attori del Taganka di Mosca, l'Omaggio a Zivago nasce con il fondamentale apporto musicale di Schnittke, russo tedesco nato nel '34 nella Repubblica sovietica tedesca del Volga, autore fra l'altro dell'opera Vita con un idiota (andata in scena un anno fa in prima mondiale ad Amsterdam e ripresa a Vienna). Raffinatissimo compositore, spesso definito «polistilista», considerato, con Denisov e Gubaidulina, l'erede della generazione dei Prokofiev e Sciostakovic, osteggiato dal potere sovietico ed attualmente attivo ad Am¬ burgo, Schnittke non è nuovo a collaborazioni di Ljubimov. Alla fine degli Anni 70 avevano messo insieme uno dei più bei lavori della Taganka, La fiaba del Revisore, ispirata al Revisore e ai racconti pietroburghesi di Gogol. La musica successivamente era servita per un balletto di analogo argomento (titolo Arabeski) andato in scena al Bolscioj. Ma questo Zivago è una trasposizione scenica del romanzo di Pasternak? «Per nulla - sostiene Ljubimov -. E' piuttosto un poema teatrale. Ho cercato di seguire i segni che la vita ha lasciato nel cuore del poeta. I fatti che per lui erano importanti e i pensieri che io giudicavo importanti. Su questi elementi ho costruito la pièce. Tutto è tenuto insieme dall'idea che Zivago è un romanzo profondamente cristiano, l'epos russo di questo secolo. E poi l'azione gira intorno al tramonto di un impero. Oggi viviamo la stessa situazione: la creazione del paradiso in terra finita nel crollo dell'utopia. E soltanto questa morte può ridare la vita ai sopravvissuti». Sergio Trombetta «L'utopia del paradiso in terra è crollata: solo questa morte può ridare vita a noi sopravvissuti» Jurij Ljubimov, direttore del glorioso Teatro Taganka