Respinta alla frontiera : troppo bella

Bloccata a Linate e rispedita a casa, veniva da Budapest per vedere la sorella Bloccata a Linate e rispedita a casa, veniva da Budapest per vedere la sorella Respinta alla frontiera: troppo bella Italia vietata a una ragazza ungherese BUDAPEST. «Lei è forse troppo bella, per questo non l'hanno fatta entrare in Italia». Con questo complimento Adrienne Valico, ventiduenne figlia di un medico di Budapest, il dottor Peter Valko, si è sentita spiegare al consolato d'Italia il «motivo probabile» per cui all'aeroporto milanese di Linate le avevano rifiutato l'ingresso nel nostro Paese e l'avevano rispedita in patria. Così almeno dice la ragazza, appoggiata dal padre furente, che si domanda «ma in Italia possono entrare soltanto le donne brutte?». Al consolato italiano non ricordano l'episodio, riportato anche da un quotidiano sotto il titolo «bellezza non gradita». «Forse è stata una battuta di un impiegato galante» dice ima funzionarla. Ma Adrienne insiste: «No, la frase è stata detta da una donna allo sportello, la quale ha suggerito di protestare presso il ministero degli Esteri ungherese». Tutto accade tra il 24 aprile, un sabato, e il lunedì successivo, il giorno 26. Adrienne racconta che voleva andare a visitare la sorella minore, ballerina in provincia di Alessandria. Voleva partire il venerdì 23, andare in aereo, tornare in macchina. Ma alla «Malev», la compagnia di bandiera ungherese, le consigliarono di comperare un biglietto di andata e ritorno perché le autorità italiane «avrebbero • potuto fare delle difficoltà» se non avesse avuto il ritorno pagato. Detto fatto, Adrienne comperò un biglietto doppio per 24 mila fiorini (quasi due stipendi ungheresi) e partì con un giorno di ritardo, il sabato 24, alle 9 di mattina, con il volo \ MA 410. Alle 10,45 era a Linate. E qui cominciarono i guai. Un'occhiata professionale del poliziotto e l'immediato sequestro del passaporto. Poi controllo del bagaglio, del biglietto, delle referenze (l'indirizzo della If sorella che lavora in W Italia), dèi denaro a §§ disposizione (600 mila lire). Adrienne protesta, vuole spiegazioni, fa chiamare l'agente della «Malev» che parla solo italiano; chiede di telefonare. Invano. Non le danno risposta. Alle dodici e dieci Adrienne è sul volo di ritorno MA 411 della «Malev», alle 13,50 è di nuovo a Budapest, meno di cinque ore dopo esserne partita. E non sa perché. Il motivo glielo diranno lu¬ nedì mattina al consolato. «Troppo bella», secondo la sua versione. «Certamente non era in regola con la "legge Martelli", che viene applicata anche per viaggiatori dell'Est e del Terzo Mondo quando non documentino i motivi del loro ingresso, turistici, di studio, di affari» dicono al consolato. Ogni giorno tre o quattro ungheresi, di solito donne giovani, vengo¬ no rimandate in patria, a Liliate, a Fiumicino, a Tarvisio, a Fernetti. L'Italia si difende così da chi potrebbe esercitare mestieri e professioni dubbi. Succede anche a uomini con le carte in regola. Come a due fratelli, dipendenti delle Ferrovie ungheresi, che con tanto di lettera del console magiaro a Parigi, l'albergo pagato, il biglietto di ritorno, sono stati bloccati a Vii- la Opicina, presso Trieste, e rispediti in patria senza spiegazioni. Adrienne comunque è riuscita ad andare in Italia. In automobile, insieme con la mamma e col fratello, e ora si trova vicino ad Alessandria. Nessuno le ha detto «non può entrare, è troppo bella». THo Sansa Figlia d'un medico aveva il biglietto « andata e ritomo e denaro sufficiente per la breve visita Ha poi aggirato l'ostacolo entrando in auto nel nostro Paese \ If W §§ Alla frontiera hanno respinto una bella ragazza ungherese Le autorità si giustificano «Spesso da noi finiscono male»

Persone citate: Adrienne Valico, Malev, Peter Valko