Morto il re del Quarto Potere

Hearst ereditò un impero editoriale dal leggendario padre Hearst ereditò un impero editoriale dal leggendario padre Morto il re del Quarto Patere Vinse il premio Pulitzer nel '56 grazie a un 'intervista esclusiva a Molotov Uscì dalla vita pubblica dopo che la figlia Patricia fu rapita dai «simbionesi» NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Lui lo aveva detto tante volte che il suo ritorno alla ribalta sarebbe avvenuto al momento della morte, ed ecco che ora che William Randolph Hearst Junior, padrone della più grande catena di giornali degli Usa, se n'è andato venerdì, a 85 anni, tutti tornano a parlare di lui. Per ricordare ciò che significò la sua presenza nell'America del capitalismo selvaggio, ma anche per rimpiangere un po' una stagione che coincise con uno sviluppo impetuoso. La scelta del «basso profilo», la fece nel 1974, quando la figlia Patricia, rapita da un gruppo di terroristi detti «simbionesi», abbracciò la loro causa e partecipò con loro alla rapina di una banca. Schiacciato dallo scalpore che quella storia sollevò, spense i riflettori attorno a sé. Il figlio dell'uomo che aveva ispirato il film di Orson Welles «Quarto Potere», scomparve dalla vita pubblica. L'impero lo aveva ereditato dal padre, William Randolph Senior, e aveva sempre modestamente affermato di avere vissuto la sua esistenza «all'ombra del vecchio». Ma non era vero. La carriera lo portò a vincere il Premio Pulitzer, proprio quello nato con il nome di colui che era stato il concorrente per antonomasia del padre, e la sua colonna settimanale, «Editor's Report», pubblicata per 40 anni su tutti i giornali della catena, ebbe una grande influenza nella vita politica americana. Lui amava le campagne, e i suoi chiodi fissi furono per anni la necessità che gli Usa si dotassero di forze armate imbattibili e la costruzione di un grande sistema autostradale. Ma certamente il suo nome è legato a quello di Joseph McCarthy, il senatore che trovava «anti-americani» in chiunque osasse pensare con la propria testa. Ma nonostante il suo anticomunismo, nel cruciale 1956 andò a Mosca a intervistare Krusciov, Molotov e gli altri, e riuscì a «cogliere» ciò che si preparava nella nuova leadership sovietica. Fu quel reportage a fargli vincere il Pulitzer. La «leggenda» vuole che la nascita dell'impero sia avvenuta grazie a una vincita a poker del nonno George Hearst, che ebbe in pagamento il moribondo «San Francisco Examiner». Lui lo regalò a William Senior perché «si divertisse un po'», e lui costruì l'impero che poi lasciò a William Junior. Ora, alla guida del «San Francisco Examiner», c'è William IH. Franco Pantarelli William Randolph Hearst Junior Suo padre ispirò a Orson Wellès il film «Citizen Kane»

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