«Il tritolo era per Costanzo ma non è stata solo mafia»

Al buio l'indagine sull'esplosione ai Parioli: il presentatore salvo grazie a un cambio d'auto Al buio l'indagine sull'esplosione ai Parioli: il presentatore salvo grazie a un cambio d'auto «Il trìtolo era per Costanzo ma non è stata solo mafia» ROMA. Il cofano di una Fiat 500, ritorto e annerito, si affaccia da una finestra del secondo piano; il pianale, accartocciato, giace cento metri più su, tra le macchine rimaste integre; uno sportello penzola dai rami di un albero. Davanti al portone del palazzo più danneggiato - completamente evacuato - spuntano le ruote di una Mercedes capovolta e sepolta dai calcinacci. Gli uomini della polizia scientifica si aggirano in questo scenario di guerra alla ricerca di ogni elemento che potrà risultare utile, e dalle macerie salta fuori la targa di un'auto. Un rapido controllo accerta che appartiene ad una Fiat Uno rubata quattro giorni fa al quartiere Esquilino: era lì la bomba? E' probabile. L'indagine sull'esplosione dei Parioli, sull'attentato a Maurizio Costanzo, comincia da qui. Si cercano elementi per risalire all'esplosivo - pare fossero 83 chili -, al marchingegno che ha fatto saltare in aria via Ruggero Fauro, una strada che fino a due giorni fa era un tranquillo angolo borghese di Roma, e che da ieri è il simbolo di una nuova sfida della criminalità organizzata. Fra poliziotti, carabinieri e vigili del fuoco al lavoro, gli abitanti vanno e vengono dagli appartamenti sventrati, portano via quello che possono con buste e valigie; è davvero solo un caso che oggi, qui, non si piangano morti. La macchina dov'era Maurizio Costanzo, una Mercedes 500 noleggiata, è ancora lì, girato l'an- golo della scuola, i vetri in frantumi, il radiotelefono divelto, una persiana caduta da chissà dove infilata nel lunotto posteriore. Sul fatto che l'obiettivo dell'attentato fosse proprio il presentatore, gli inquirenti hanno pochi dubbi; la Mercedes è a meno di dieci passi dalla voragine aperta dall'auto-bomba, uno scarto di qualche secondo ha salvato la vita a Costanzo, alla fidanzata, all'autista e ai due uomini della scorta. Forse proprio la questione delle macchine ha fatto fallire l'attentato. Costanzo l'altra sera aveva preso la Mercedes in affitto, mentre di splito viaggia su Thema o 164, e l'auto inusuale potrebbe aver ritardato l'azionamento del radio-comando (ipotesi più accreditata del timer) da parte dell'attentatore. Appostato da qualche parte, in modo da poter vedere, ma forse non troppo bene. Al vaglio degli investigatori c'è anche la testimonianza di una donna che dice di aver visto due giovani correre verso un'auto e allontanarsi a tutta velocità pochi attimi prima dell'esplosione. Sul luogo dell'esplosione arrivano il capo della polizia Parisi, che nella notte aveva parlato di «attentato terroristico», il generale dei carabinieri Federici, il direttore della Dia De Gennaro. Al Viminale si sono riuniti in un vertice convocato dal ministro dell'Interno Mancino, che riferirà martedi prossimo alla Camera. Per giovedì è convocata una seduta della commissione parlamentare antimafia. Tutti vogliono capire chi e che cosa c'è dietro l'auto-bomba di via Fauro. Rivendicazioni terroristiche attendibili non ce ne sono; si dice Cosa nostra, ma gli investigatori più esperti parlano di «criminalità organizzata»: mafia e non solo. Evocano scenari come quello che ha portato alla strage del rapido 904, Natale 1984, un intreccio hanno accertato indagini e processi - di mafia e camorra con altri spezzoni criminab. Allora il movente fu individuato nella risposta alle rivelazioni, con successive operazioni di polizia e arresti, di Tommaso Buscetta. E oggi? La «sconfitta» di Totò Riina messo a confronto con i pentiti Mutolo e Marchese davanti alla corte d'assise è di quattro giorni fa, l'hanno fatta vedere addirittura in tv; le retate di boss e picciotti nelle indagini siciliane si susseguono a ripetizione: negli ultimi giorni sono finite in carcere oltre cento persone. E c'è chi rispolvera i rapporti dei servizi segreti. L'ultima relazione della presidenza del Consiglio sulla sicurezza parlava di «acquisizioni di varia natura, anche da parte degli organismi informativi, circa il persistente intendimento di attuare ulteriori azioni eclatanti nei confronti di alte cariche dello Stato e di personaggi "simbolo"». Maurizio Costanzo potrebbe essere uno di questi ultimi. Il colonnello Vitagliano, che guida il reparto operativo dei carabinieri di Roma, lascia pochi dubbi: «L'ipotesi più accreditata è quella di Costanzo. E la sua recente attività potrebbe legarsi ad una possibile matrice mafiosa». Ieri pomeriggio gli investigatori dell'Arma, della Dia, della Squadra mobile e della Criminalpol Lazio si sono incontrati con i sostituti procuratori Mauro e Saviotti, incaricati dell'inchiesta. I due magistrati hanno già interrogato Costanzo, ora aspettano il rapporto degli investigatori. «Resteremo qui almeno un altro paio di giorni», dice la dirigente della polizia scientifica, tra le macerie di via Fauro. Giovanni Bianconi N° 62: completamente evacuato Scuola elem. Pio X Scuola mat. Comunale Scuola mei Ipp. Nievo Ist. tee. comm. Cattaneo PIAZZA SANTIAGO DEL CILE Costanzo esce alle ore 21,35 dal teatro Il ministro Mancino e il capo della polizia Parisi sul luogo dell'attentato

Luoghi citati: Cile, Criminalpol Lazio, Roma