Asprilla, fine dei capricci

Asprillo, fine dei capricci Asprillo, fine dei capricci Va in campo, ma con il muso lungo PARMA DAL NOSTRO INVIATO Alla festa del sabato sera è stato invitato anche lui, Faustino Asprilla, l'eroe assente a Wembley. Contro la Juventus il centravanti sudamericano sarà in campo. Ma non è stato un venerdì facile in casa Parma. Il colombiano è salito giovedì sull'Aventino e ieri sera non aveva ancora nessuna intenzione di scendere a patti. Così la lunga vigilia di questo giorno di gioia collettiva (Tardini esaurito, il resto della città davanti alla tv) si è trasformato in un difficile braccio di ferro. Asprilla si è sentito «tradito» da Scala che dopo averlo forse illuso non l'ha rischiato contro l'Anversa. I motivi per tenerlo fuori, a un mese da un incidente mai chiarito che gli aveva procurato una profonda ferita al polpaccio, erano più che validi. Ma il ragazzo non ha capito: «Hanno voluto che rientrassi prima dalla Colombia (dove gli era morta la madre ndr) proprio per farmi giocare la finale. Io ero pronto, mi hanno lasciato in panchina. Qui non resto più, vado via». Questo lo sfogo di giovedì. Asprilla ha detto ieri che lui e il suo procuratore, l'argentino Mascardi, erano stati convocati da Calisto Tanzi per una chiarificazione. Ma che ci sia stato l'incontro e la conseguente chiarificazione, non risulta. Anche se il ragazzo di Tulua alle 18 ha riferito ai cronisti, serio: «Il Par¬ ma vuole che io rimanga e rispetti il contratto fino al '96». E alla domanda se si sentisse più sereno ha risposto «Non molto». Giocherà contro la Juve? «No, non ci penso nemmeno». Scala ha tenuto per 45' la squadra nello spogliatoio, ritardando l'allenamento. Summit collettivo e poi piccolo colloquio privato. «Ci siamo guardati negli occhi - sostiene il tecnico - e a me Tino non ha detto che non vuole giocare. Quindi sarà in campo contro la Juve (unico dubbio, legato alle condizioni di Osio, se subito o a partita iniziata ndr). E' un ragazzo eccezionale. Ma deve imparare ad apprezzare la vita senza legarsi a singoli episodi. Le sue dissertazioni di rabbia vanno accettate e anche studiate, dobbiamo aiutarlo a crescere. Io mi sento come un padre per lui. E' una parte importante del Parma. Deve capire che ha un allenatore che vuole il suo bene, che fa tutto per tutelare la sua salute, e 22 compagni per amici». Il dg Pastorello, il sorriso sulle labbra, ha tentato di sdrammatizzare il momento: «E' la bambinata di un ragazzo che fa i capricci. Quattro degli otto gol segnati dal Parma sulla strada di Wembley sono stati suoi, la finale è in buona parte merito suo. Ci è rimasto male a star fuori, tutto qui. Lo conosco bene, e per questo non ci saranno provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Fra 24 ore (stasera ndr) rientrerà, farà un gol, la capriola e fra una settimana, magari, si legherà al Parma a vita». Allora è un problema di soldi, c'è chi spinge il giocatore a dire certe cose per ottenere un aumento contrattuale? «Non credo - dice Stefano Tanzi, figlio del patron -. Il suo procuratore ha capito le scelte della società e del mister oltre alle ragioni del ragazzo. Asprilla insiste nel suo atteggiamento? Vedremo di ripetergli ancora perché è stato fuori a Wembley. Vive un momento difficile, l'infortunio e la morte della madre, la finale non giocata per un soffio. Ma la Coppa il Parma l'ha vinta a Madrid più che a Londra e li lui c'era, i suoi gol sono stati determinanti». Cosa vuoi di più Asprilla? Franco Battolato

Luoghi citati: Colombia, Londra, Madrid, Parma