Stipendi pubblici rischio di blocco

Proteste contro l'ipotesi del ministro Cassese per i dipendenti statali nel '94 Proteste contro l'ipotesi del ministro Cassese per i dipendenti statali nel '94 Stipendi pubblici, rischio di blocco 1 sindacati: «Rispettategli impegni» ROMA. Si profila il blocco degli stipendi nel pubblico impiego anche per il '94 e subito scendono in guerra oltre 3 milioni e mezzo di dipendenti dei ministeri, della scuola, della sanità, delle poste, degli enti locali, degli istituti parastatali. E' stato il ministro della Funzione pubblica Sabino Cassese a lanciare il sasso, quasi con noncuranza, ma in realtà con il preciso proposito di sollevare la questione esplosiva. Dopo il fallito «scippo» delle disponibilità finanziarie degli enti previdenziali, si tentano altre strade per arrestare la spesa e rastrellare risorse, ma sempre con molta fatica e non pochi rischi. E ci si domanda: pure su questo fronte il governo farà una veloce retromarcia, dinanzi alla sollevazione dell'intero settore pubblico? E' presto per dirlo, ma in ambienti competenti si lascia intendere che, questa volta, le cose potrebbero andare in modo diverso. «Ho chiesto io - precisa Cassese - un approfondimento ai ministri economici e al Comitato per la programmazione economica. E' un argomento molto serio e le ipotesi si debbono valutare attentamente tenendo conto, come si fa in un'azienda, prima delle previsioni sui conti economici e poi si passa alla contrattazione. Comunque spetta al ministro del Tesoro compiere il primo passo». Ma, a conferma della necessità del blocco, aggiunge: «Non ho fatto ancora dei calcoli su quanto si possa risparmiare con l'estensione del fermo delle negoziazioni a tutto il prossimo anno. Però, ho verificato quante siano le sistemazioni richieste per i precari. Si tratta di un gran numero e sono molto preoccupato perché si continua a non rispettare il principio di uguaglianza, pef^óùT"tutti hanno diritto di pàrtécipSre in maniera uguale a concorsi ;peiv accedere a posti pubblici dì lavoro». L'ipotesi della nuova paralisi è stata contestata con particolare durezza. Visibilmente irritato, il segretario generale aggiun- to della Cisl, Raffaele Morese, osserva: «Non ci siamo proprio. Il linguaggio del ministro Cassese è incomprensibile e Ciampi farebbe bene a far rispettare i criteri delineati per la ripresa della trattativa sul costo del lavoro, impedendo così ai singoli ministri di parlare ognuno per sé. Non ci sarà la replica del blocco per il '94. E' una cosa irripetibile». Il segretario confederale della Uil Antonio Foccillo alza il tiro: «Se fossero confermate le voci circolate, si tratterebbe per questo governo di un pessimo esordio nella gestione delle relazioni sindacali. L'ipotesi di proroga è assolutamente impraticabile, inimmaginabile, almeno per due motivi fondamentali: da un lato c'è l'impegno assunto dal governo con l'intesa del 16 aprile a riaprire entro giugno i negoziati per il rinnovo dei contratti; dall'altro, si deve considerare che i contratti nel pubblico impiego sono scaduti da 3 anni e che da quasi 2 anni le retribuzioni sono ferme». Il ricorso a robuste agitazioni viene minacciato da Paolo Nerozzi, segretario generale aggiuto della funzione pubblica Cgil. «Non potremmo evitarlo in nessun modo. Una decisione a favore del blocco - rileva - sarebbe gravissima. Ciampi deve onorare l'intesa già conclusa dai sindacati con il governo per l'avvio della stagione contrattuale, garantendo anche la copertura del potere di acquisto delle retribuzioni per il '92 e il '93». E Foccillo insiste, sottolineando che in questi anni il tasso di inflazione è stato sensibilmente superiore alla crescita dei salari dei pubblici dipendenti». Il numero-due della Cgil Guglielmo Epifani rilancia la protesta: «Il rinnovo dei contratti non si può neppure discutere. Eventualmente si può parlare di quanto aumentare gli stipendi. Sia chiaro, comunque, che di tutte le retribuzioni quelle dei pubblici dipendenti sono state le più decurtate nell'ultimo anno e mezzo». Gian Cario Fossi Il ministro Sabino Cassese

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