Giorgio Armani «benedice» il matrimonio Miroglio-Gft di Valeria Sacchi

Ma l'imprenditore tessile di Alba tergiversa e chiede tempo Ma l'imprenditore tessile di Alba tergiversa e chiede tempo Giorgio Armoni «benedice» il matrimonio Miroglio-Gft MILANO. Giorgio Armarli non ha intenzione di abbandonare il Gruppo Finanziario Tessile. «E' vero che ho avuto un incontro con Luigi Miroglio», dichiara, «ma non è vero che l'incontro avesse per oggetto la ridiscussione del contratto». Aggiunge Armani: «Miroglio ha chiesto di vedermi, ed ho subito accettato. Abbiamo parlato della futura collaborazione della Giorgio Armani con il nuovo gruppo Miroglio-Gft. E ho confermato la mia intenzione di contribuire al superamento delle difficoltà del gruppo. A questo punto, aspetto di conoscere gli sviluppi delle trattative». Vengono così smentite le voci che attribuivano alle difficoltà di rinnovo dei contratti con le «griffe» (e in particolare con Armani che è il maggior cliente del Gft cui garantisce 150 miliardi di fatturato l'anno) la nuova impasse sorta nel bel mezzo delle trattative tra Miroglio e Marco Rivetti per la cessione della maggioranza del'azienda torinese alla società di Alba. Difficile capire cosa sta succedendo, dal momento che le due parti sono fedeli alla consegna del silenzio. Ma il tam tam insiste a sostenere che i problemi ci sono, e non sono di facilissima soluzione. Una cosa è certa. Con la tipica tenacia albese, i Miroglio stanno passando al setaccio il colosso Rivetti, uffico per ufficio, spesa per spesa, contratto per contratto. Insomma un check-up completo, dalle cantine al tetto. E il check-up avrebbe messo in luce un quadro più complicato del previsto. Prima di mettere la firma al¬ l'intesa finale, Franco Miroglio vuole infatti rendersi ben conto di tutto. Il problema fondamentale non sono i 150 miliardi di aumento di capitale che dovrebbe sottoscrivere. Egli può firmare assegni ben più impegnativi. Il problema è capire, una volta acquistata la maggioranza e la gestione, come riportare i conti del Gft in equilibrio. A quanto si dice, nello spulciare le cifre e Dell'individuare i punti dolenti, Miroglio si sarebbe accorto che il Gft necessita di una cura assai drastica, che non potrebbe evitare tagli dolorosi degli organici. Di qui le perplessità, e il raffreddamento degli entusiasmi. Che, per la verità, non sono mai stati eccessivi fin dall'inizio. Perché, se è vero che l'operazione Gft consentirebbe di colpo alla Miroglio di raddoppiare il fatturato, salendo a un giro d'affari di 2700 miliardi e conquistando i primi posti nella leadership europea della confezione, è anche vero che la prudenza consiglia di non mettere a repentaglio la salute di ferro dell'azienda di famiglia, per correre l'avventura del Gft. Se la cura Gft non può evitare un taglio di organici, tanto più dolorosi in un momento come questo di crisi occupazionale dell'area torinese, non si può escludere che, di riflesso, le grane sindacali si estendano agli altri stabilimenti Miroglio. D'altra parte, è anche possibile che, alla luce dalla situazione che ha trovato in Gft, Miroglio voglia semplicemente ridiscutere le clausole dell'ac¬ cordo con i Rivetti. E a questo fine cerchi di frenare la trattativa, e di rinviare la decisione finale prevista per fine giugno. Ben sapendo di essere, oggi, probabilmente l'unica via d'uscita concreta per il Gft. In un periodo di recessione come l'attuale, sembra difficile che i Rivetti possano individuare un altro imprenditore disposto a correre in loro aiuto. A suo tempo, Marco Rivetti si era già rivolto ad Achille Maramotti, padrone della Max Mara. Il quale aveva declinato cortesemente l'invito. Secondo voci ricorrenti, Marco Rivetti starebbe per rivolgersi a Mediobanca per consiglio e aiuto. Valeria Sacchi Giorgio Armani stilista per il Gft

Luoghi citati: Alba, Milano