Frears: un inglese a Hollywood

«The Snapper» ha inaugurato la Quinzaine: storie di famiglia senza stereotipi Frears: un inglese a Hollywood // regista di «The Snapper» sogna un film su Carlo e Diana CANNES. Non sarà impresa facile, bisognerà pensarci a lungo e trovare una prospettiva adeguata, però Stephen Frears non si perde d'animo e ha intenzione, dopo il successo europeo (poco americano) di «Eroe per caso» e dopo la presentazione al Festival (in apertura della «Quinzaine des réalisateurs») del nuovo «The Snapper», di lavorare sull'idea di un film dedicato alle vicende della famiglia reale inglese: «E' un soggetto davvero interessante e sarei molto contento se qualcuno mi mettesse a disposizione una sceneggiatura valida su questo tema. Sono diversi gli aspetti per cui troverei molto stimolante una storia che abbia per protagonisti i reali inglesi: essi rappresentano insieme il passato e il presente, e sono la dimostrazione vivente dell'impossibilità di conciliare le due cose. Devono, nello stesso tempo, svolgere due funzioni opposte: rinnovare la tradizione e adeguarsi alle consuetudini del vivere moderno». E quali sarebbero i personaggi su cui concentrerebbe l'attenzione? «Soprattutto Carlo e Lady Diana: le loro vicende personali affascinano il mondo intero. Quanto alla regina sarebbe una figura di grande impatto, fondamentalmente tragica». Laconico e pensoso, più disposto a scambiare le proprie idee con quelle degli altri che a fornire classiche risposte da intervista, il regista di «My Beautiful Laundrette» e «Le relazioni pericolose», padre soddisfatto di quattro figli («hanno 7, 9, 19 e 21 anni - spiega - e uno di loro ha già dimostrato il desiderio di diventare attore»), non ama troppo parlare dei suoi progettti: «La sola prospettiva del prossimo film mi mette una certa agitazione. Posso dire, comunque, che sarà una pellicola importante ma non monumentale, fatta con soldi americani e negli studi americani». Non è vero, quindi, come alcuni giornali inglesi avevano scritto, che «Eroe per caso» avrebbe chiuso la serie delle esperienze hollywoodiane di Stephen Frears. E' vero, però, che il regista, una volta a Hollywood, non ha perso la sua abituale capacità di analisi. E anche la sua vena d'umorismo britannico: «Quando sei lì, molto spesso ti trovi nell'incertezza: non sai bene se sei un privilegiato ammesso a fare un film nel paradiso del cinema, oppure uno di quegli emigranti costretti a svolgere i lavori che gli americani non vogliono fare. Comunque io non ho problemi: mi piacciono sia i film piccoli come "The Snapper" sia quelli di grosso impegno economico, con attori importanti. A guidare le mie scelte di lavoro sono soprattutto le sceneggiature: leggo più quelle dei libri, e quando sono tratte da romanzi non cambio l'ordine della lettura. Prima il copione e poi la storia originale. Voglio dire, insomma, che io riesco a lavorare solo su argomenti che catturano la mia immaginazione; vado dove mi portano i miei interessi anche se, sul fronte personale, penso sia molto bello poter lavorare vicino alla propria casa e alla propria famiglia». , Frears, che ha studiato legge a Cambridge e ha lavorato per lunghi anni nella televisione inglese, non è troppo pessimista sulla situazione del cinema britannico. Una situazione che per molti versi somiglia a quella italiana: «Sì, anche da noi il governo è molto poco attento allo sviluppo della cinematografia e i contributi statali per fare film sono minimi. Però i nuovi lavori inglesi, come d'altra parte anche quelli italiani, dimostrano che forse quando si sta male s'impara meglio l'arte del sopravvivere, il modo per continuare ad "esserci" nonostante l'indifferenza dello Stato». [f. e] luì Stephen Frears e Lady Diana: «I reali d'Inghilterra rappresentano il presente e il passato»

Persone citate: Diana, Diana Cannes, Frears, Stephen Frears

Luoghi citati: Cambridge, Hollywood, Inghilterra