Natalia Ginzburg, un racconto per Pitigrilli di Sergio TrombettaNatalia Ginzburg

Natalia Ginzburg, un racconto per Pitigrilli Convegno a San Salvatore Monferrato: le testimonianze di amici e studiosi sulla scrittrice scomparsa Natalia Ginzburg, un racconto per Pitigrilli Pubblicò per la prima volta grazie all'uomo cheforse aveva denunciato la suafamiglia ALESSANDRIA DAL NOSTRO INVIATO Nel 1935 Natalia Ginzburg pubblicò un racconto, Settembre, dove narrava una vicenda adolescenziale in cui il fluire tranquillo della vita viene interrotto da un fatto traumatico: un bacio improvviso, inatteso, ricevuto dal fratello in giardino. Il racconto comparve quando la Ginzburg non aveva ancora venti anni su Grandi Firme, la rivista di Pitigrilli. In quei tempi Dino Segre, come si chiamava lo scrittore, spia dei fascisti, frequentava la casa di Natalia, chiamato dalla madre, dopo che il padre della giovane era finito in prigione insieme al fratello e a Sion Segre Amar, cugino di Pitigrilli. Il romanziere scandaloso e alla moda scopre così che la giovane scrive e con quella sua tipica doppiezza (era probabilmente proprio lui il responsabile dell'arresto dei suoi familiari) si offre di pubblicare il racconto. Di quegli incontri con Pitigrilli la Ginzburg racconta in lessico familiare. Ma sul particolare del racconto tace. La cosa emerge dalle memorie di Sion Segre. «Natalia Ginzburg era così: il massimo di verità con reticenza», ha commentato Anna Nozzoli che di questo episodio giovanile ha reso conto nella sua relazione al convegno Natalia Ginzburg, la casa, la città, la storia. Apertosi ieri a San Salvatore Monferrato, il convegno, che si chiude oggi ed è fra i primi importanti dedicati al¬ la scrittrice scomparsa due anni fa, si è avvalso delle testimonianze di amici e scrittori (Rosetta Loy, Gina Lagorio, Lorenzo Mondo, Antonio Giolitti), di molti studiosi, ed ha visto un momento di ulteriore interesse nell'assegnazione del premio letterario per la saggistica «Città di San Salvatore Monferrato Carlo Palmisano» a Gianni Vattimo. Particolari inediti della vita artistica della giovane Natalia, il suo modo di essere nella vita privata e in quella pubblica come parlamentare, la sua attività di traduttrice e di scrittrice per il teatro sono alcuni degli elementi emersi nel corso del convegno. U suo stile improntato a grande amore per la verità e la giustizia è stato ricordato da Rosetta Loy che ha rievocato le ore trascorse insieme, dal primo incontro in li¬ breria a Milano sino alle giornate passate insieme al mare: «Il suo modo di vestire, la sua casa, incantavano per la cura con cui rifuggiva dal superfluo, per il fatto che ogni cosa era essenziale o legata a un ricordo». Lo stesso amore per verità e giustizia nei suoi interventi in Parlamento come indipendente di sinistra è stato ricordato da Gina Lagorio che su quei banchi ha passato una legislatura. Un atteggiamento di rigore morale e di umiltà nei confronti della politica che Antonio Giolitti notò sin dal suo primo incontro con Natalia nell'estate del 1939 a Forte dei Marmi, in pieno fascismo, quando l'atteggiamento antiregime poteva appena trasparire da comunissime conversazioni. Una amicizia, quella fra Giolitti e Ginzburg, proseguita nei decenni successivi nelle stanze dell'Einaudi e al Parlamento. I primi passi da scrittrice sono stati rievocati dal professor Luigi Surdich che ha parlato di una poesia del '41, Stagioni, e di due racconti Settembre (già apparso su Grandi Firme) e Ritorno comparsi su II Lavoro e poi mai più ripubblicati. «Vicende adolescenziali o dell'infanzia - ha sottolineato Sudrich - in cui compaiono già quegli eventi traumatici che rompono il ritmo quotidiano della vita che caratterizzano gran parte della prosa della Ginzburg». La grande attualità del suo teatro (dieci commedie), è stata messa in evidenza da Guido Davico Bonino che ha sottolineato come nell'amore per Cechov e Pinter si possono individuare le medesime caratteristiche del suo teatro, fatto di sussurri, di conversazioni dal tono dimesso, in apparenza comico, che in realtà però appena soffocano il grido della disperazione assoluta, della solitudine e della angoscia contemporanea. La stessa modernità, secondo Lorenzo de Carli, è da individuare nella traduzione del primo volume della Recherche di Proust, pubblicata nel '47 e ripubblicata nel '61 con una revisione stilistica di Paolo Serini: «Studi recenti hanno dimostrato che la prosa di Proust era priva di quei preziosismi che ritroviamo nella edizione della Plèiade e che Serini aveva introdotto nella sua revisione del '61, apportando per esempio oltre 500 correzioni nelle prime 50 pagine del testo. Era molto più moderno il Proust che ci aveva fatto conoscere la Ginzburg». Sergio Trombetta Natalia Ginzburg: in «Settembre» raccontò di un inatteso bacio ricevuto dal fratello in giardino A lato: Dino Segre, ovvero Pitigrilli

Luoghi citati: Alessandria, Forte Dei Marmi, Milano, San Salvatore Monferrato, Sion Segre