Aula 1 asilo del terrore di Enrico Benedetto
Il governo gli fa avere 12 miliardi, si teme voglia fuggire facendosi scudo dei piccoli Il governo gli fa avere 12 miliardi, si teme voglia fuggire facendosi scudo dei piccoli Aula 1, asilo del terrore Da 36 ore tiene in ostaggio sei bimbi NEUILLYSURSEINE DAL NOSTRO INVIATO «Me lo vogliono uccidere» singhiozza ai cancelli dell'asilo Veronique Charbonniere, 72 anni. Il suo nipotino è nell'aula 1, ostaggio da 36 ore con altri cinque bimbi. La piccola folla che la circonda prova a farle coraggio. Invano. La disperazione corre sugli altri visi. Sono decine i parenti che assediano la scuola. Qualche genitore è all'interno, a pochi metri appena dall'uomo mascherato e dalle sue vittime. Ore 19: un furgoncino bianco Renault fende la rue de la Ferme. Il pubblico ondeggia. Arrivano i soldi, 12 miliardi sui 30 che mister X chiedeva da giovedì mattina. Poi si infila nel cortile un'ambulanza blindata, con vetri imperscrutabili. L'emozione sale ancora. E qualche minuto più tardi si diffonde la notizia, incontrollabile, che il ricattatore è ormai solo con i bambini. Avrebbe «espulso» dalla classe Laurence Dreyfus, la maestrina trentenne che li accudiva da quasi due giorni con infaticabile e coraggiosa dedizione. La mossa è un preludio alla fuga? I piccini gli faranno da scudo? Domande senza risposta mentre cala, angosciante, la sera. Le teste di cuoio transalpine - i «Raid» «accendono» i mirini a raggi infrarossi. Li vedi sporgere dai parapetti o in agguato sulle terrazze. Li affiancano gendarmi, vigili e «crs», quelli della celere. Lo spiegamento fa paura, ma nessuno sa dire se basterà a salvare le vita degli allievi. La Francia guarda a Neuilly con emozione immensa, ed è la prima volta. Finora la piccola cittadina residenziale, da cui si possono raggiungere a piedi l'Etoile e gli Ghamps-Elysée era, semmai, odiata dal Paese. Neuilly incarna il privilegio, i villini dei ricchi, la gioventù blasé, la razza padrona che ogni mattina si trasferisce in uffici e ministeri parigini per dettare leggi. Vi risiedeva fino a pochi mesi fa Jean-Marie Le Pen. Ci vivono tuttora Nicolas Sarkozy, sindaco e neo ministro del Bilancio, nonché Charles Pasqua, erede di Paul Quilés agli Interni. Entrambi negoziano oggi a tu per tu con il rapitore. E ambedue ha voluto convocare il premier Edouard Balladur per un incontro straordinario sul dramma. Da Atene Mitterrand segue attimo per attimo la vicenda. Quello che ancora giovedì sera pareva uno scenario di speranza - «siamo fiduciosi», per citare il prefetto Ardy - scivola implacabile verso atmosfere da catastrofe. Gli inquirenti descrivono il criminale «pericolo¬ so e determinato». Una sola frase è virgolettabile: «Meglio morire che essere preso vivo». E adesso mister X ha anche un nome, o meglio una sigla, H. B. Figura sulle «istruzioni scritte» che ha trasmesso alla polizia, quattro fogli in buon ordine, precisi fino alla maniacalità. «E' una presa d'ostaggi, evitate la tragedia» esordiscono. Quindi un breve preambolo per il ministro Pasqua in cui si annuncia: «Ho esplosivi su di me, posso farli deflagrare quando voglio». Poi giù le richieste. I franchi li vuole in pezzi usati e deve farglieli pervenire la banca Nazionale. Così è. Fonti autorevoli assicurano che i tre bauli metallici blu con i 12 miliardi imbarcati sul furgoncino provengono dalla Banque de France. Ma «H. B.» va oltre e descrive la fuga. Per andarsene facendosi scudo con gli ultimi ostaggi desidera utilizzare la sua vettura, la Renault ferma dinnanzi aj cancelli. Ipotizza inoltre una seconda auto con la polizia e la terza «per i media». Non è chiaro dove l'eterogeneo corteo possa dirigersi. In compenso gli psicologi che seguono il caso vedono nel messaggio una «lucida follia» e qualche venatura narcisistica, se non megalomane. I bambini sono tranquilli ed è un miracolo che ha in madame Dreyfus l'eroina. «La conosco bene, anche se insegnava qui da neppure un anno» racconta Paulette Lombardi, zia di un bebé per fortuna in salvo. «Ha trent'anni, è mamma da qualche mese, ama il suo lavoro sopra ogni altra cosa». E i bimbi? Cominciano a piangere, tenerli calmi è quasi impossibile, ma Laurence Dreyfus arriva persino a farli giocare, spiega loro - e deve costarle enormemente - che è un grande happening. Non hanno paura e tuttavia la lontananza dai genitori si fa crudele. Mamme e babbi, impotenti, aspettano fuori in corridoio. La maestra fa la spola per rassicurare, poi torna: non vuole che i detenuti in erba dell'asilo Charcot rimangano orfani. Enrico Benedetto Un agente e la mamma di uno dei sequestrati portano cibarie all'interno dell'asilo
Persone citate: Charles Pasqua, Dreyfus, Edouard Balladur, Laurence Dreyfus, Mitterrand, Nicolas Sarkozy, Paul Quilés, Paulette Lombardi
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