Una rivoluzione a tavola per i diabetici di Daniela Daniele

Sanremo, 30 arresti per furti allo chemin. Presi anche controllori e cambisti Riva del Garda, confortante novità per tre milioni di pazienti costretti finora a pesanti rinunce Una rivoluzione a tavola per i diabetici Cambia la dieta, non sono più vietati pane, pasta, legumi e frutta RIVA DEL GARDA DAL NOSTRO INVIATO Pane, pasta, legumi, frutta: tutti alimenti che prima (non molto tempo fa) erano vietati ai diabetici. Una ben misera condizione la loro (in Italia sono circa 3 milioni), che oggi è stata completamente rivoluzionata. La dieta, come ha spiegato il ferrarese Franco Tornasi, al IX meeting nazionale del medici diabetologi (Amd), non impone più ai malati tristi rinunce e potrebbe, addirittura, costituire un'utile linea-guida anche per le persone sane che vogliono mantenersi in salute. «Le ultime tendenze della nutrizione moderna - riferisce il dottor Tornasi - prevedono una dieta equilibrata. Se una volta ai diabetici era concesso mangiare soltanto carni, formaggi e pesce, alimenti ricchi di proteine e vitamine, oggi si accettano tutti i principi nutritivi». Gli zuccheri complessi, con preferenza di quelli ad assorbimento lento (amido) e della frutta (fruttosio), devono apportare il 55-60 per cento di calorie; i grassi (olii d'oliva e di semi) il 20-25%; le proteine (carni, pesce, uova) il 15%. Semaforo verde, in particolare, agli alimenti ricchi di fibre che riescono a rallentare l'assorbimento degli zuccheri: pane (meglio se integrale), patate, fagioli, piselli frutta. Ovvero tutte cose che, un tempo, riempivano i sogni gastronomici di questi malati. A ben vedere, però, si fa ritorno alla saggezza antica. Si devono infatti ad Areteo di Cappadocia, medico greco vissuto circa 19 secoli fa, le prime indicazioni sulla dieta per i diabetici: zuccheri, latte, cereali, farina, frutta. La corretta alimentazione è fondamentale per quell'85-90 per cento di persone che non deve assumere insulina e si cura a dieta e pastiglie ipoglicemizzanti perché la malattia è legata, soprattutto, alla sedentarietà e all'obesità. Altro discorso riguarda un 10 per cento di diabetici (moltissimi giovani al di sotto dei 35 anni, tanti bambini) che vivono grazie all'insulina artificiale perché il loro pancreas non la produce. Anche per questi c'è, forse, una novità. Lo ha annunciato il professor Carlo Coscelli, presidente dell'Amd: «Si stanno facendo prove su modifiche alla molecola di insulina per rendere la sua azione più rapida. Oggi il malato è costretto ad iniettarsela mezz'ora prima dei pasti: per chi va ancora a scuola e chi lavora, ciò compor- ta spesso disagi non indifferenti. Ma "domani" questo tempo potrebbe venire dì molto ridotto». Gli esperimenti sono in corso. Tra gli argomenti trattati al Palazzo dei Congressi ci sono anche alcuni «sospetti di reato». Si tratta dei virus di infezioni abbastanza diffuse, quali la rosolia e la parotite per citarne un paio: tra questi e il diabète ci sarebbe un legame. Quale? «Alcuni virus - risponde Tornasi - possono scatenare nel corpo processi di autoimmunità. Succede, così, che anticorpi del nostro organismo diventano, all'improvviso, "nemici" e attaccano il pancreas», il quale smette di produrre insulina, l'ormone che serve a mantenere lo zucchero nel sangue a livelli normali. Daniela Daniele

Persone citate: Carlo Coscelli, Franco Tornasi, Tornasi

Luoghi citati: Cappadocia, Italia, Riva Del Garda