Dalla 850 alla Ecc, ecco la sfida all'inquinamento di Michele Fenu

Dalla 850 alla Ecc, ecco la sfida aU'inquinamento Dalla 850 alla Ecc, ecco la sfida aU'inquinamento E' nata in America la Volvo del futuro WASHINGTON. Pur tra molti dubbi e interrogativi, il discorso dei veicoli elettrici non si ferma negli Usa. La California continua a tirare la volata ma molti altri Stati si stanno adeguando alle leggi varate a Los Angeles per azzerrare l'inquinamento in vista del Duemila. Per i costruttori un difficile e costoso impegno, tanto che General Motors, Ford e Chrysler si sono consorziate per affrontare insieme i problemi posti da tale tipo di trazione. Chi vende in California più di 35 mila auto all'anno, dovrà offrire anche veicoli elettrici (o Zev, Zero emissions vehicle), altrimenti la sua produzione normale verrà penalizzata. Fine secolo si avvicina e nessuno sottovaluta la vicenda. E, in ogni caso, quanto si fa sul tema (ricerca di nuovi materiali, aerodinamica e così via) risulterà utile per rispettare altre normative in materia di riduzione di consumi di carburante ideate negli Usa. Se i Big di Detroit e i giapponesi sono al lavoro, gli europei non stanno a guardare. In primo piano è la Volvo, che è leader negli Usa tra le marche del Vecchio Continente. Oltre 25 mila vetture vendute nel primo quadrimestre '93, con particolare successo della nuova 850, contro le quasi 24 mila della Bmw e le 17 mila della Mercedes, e una previsione, per fine anno, di 70-75 mila unità. La Volvo si è conquistata una solida reputazione in America, specie nel campo della sicurezza, e ha ih California un centro di ricerche che studia tendenze e caratteristiche del mercato americano sotto ogni punta di vista. «Non dobbiamo mai dimenticare il consumatore - dice Sylvia Voegele, responsabile di questo centro -. Anche il veicolo a inquinamento zero dovrà rispettare esigenze e gusti del pubblico». E' in tale ottica che è stata sviluppata la Ecc, una concept car di cui si è già parlato molto, e che ha la particolarità di essere stata realizzata sulla base della 850. Qui, però, il pianale è in alluminio e il valore di Cx (0,23) indica da solo quanto sia stata curata l'efficienza aerodinamica del veicolo. Un prototipo che ha la forma di una avveniristica berlina e che offre contenuti tecnologici di alto livello: un «mostro» ibrido, che può muoversi sia con un motore a turbina a gas sia con trazione elettrica. «Per definire la Ecc - spiega la Voegele - abbiamo adottato le tecniche conosciute sotto il nome di Quàlity function development, ideate negli Usa ma applicate per primi dai costruttori giapponesi». In estrema sintesi, ci troviamo davanti a una vettura che nasce tenendo conto delle precise esigenze degli automobilisti cui intende rivolgersi. Nel caso della Volvo, consumatori con un buon livello culturale, un reddito medio elevato, una famiglia con uno o più bambini. Gente che ha bisogno di tanto spazio a bordo: ed ecco perché la Ecc non è una piccola auto da città ma una grande berlina. Il progetto è costato circa 15 milioni di dollari e ha tenuto ben presenti i problemi di costo posti dalla trazione elettrica o, comunque, da un veicolo che possa raggiungere il traguardo delle «zero emissioni» nelle aree urbane. «Noi pensiamo che la Ecc o un modello derivato da questa macchina - dice Sylvia Voegele possa essere fabbricato e venduto nel Duemila in California a un prezzo superiore del 20% a uno tradizionale». Tanto per avere un'idea, oggi negli Usa una 850 costa circa 25 nula dollari. Una sfida di grande interesse, che la Volvo ha affrontato con estrema attenzione, senza ricevere sovvenzioni governative. Un investimento per il futuro, che trova conforto nell'attuale ripresa del<mercato americano, pur con le incertezze legate alla politica economica del presidente Clinton. Michele Fenu A lato, la 850, dalla cui base deriva (sotto) la concept car Ecc: la Volvo con questo veicolo dotato di propulsore elettrico e turbina a gas rispetta i limiti californiani antinquinamento

Persone citate: Clinton, Sylvia Voegele, Voegele