Dieci milioni di spettatori per i Telegatti senza frontiere

Dieci milioni di spettatori per i Telegatti senza frontiere TIVÙ' & TIVÙ' Dieci milioni di spettatori per i Telegatti senza frontiere MA dobbiamo ancora dire qualcosa dei Telegatti, dopo tutto quel che si è già scritto? Dobbiamo parlare della serata in tv, dobbiamo badare all'ascolto. Nove milioni 926 mila spettatori hanno assistito l'altra sera su Canale 5 alla registrazione dell'italico gala pomposamente paragonato agli Oscar. Meno dell'altr'anno, quando i telespettatori furono quasi undici milioni. Sarà successo che i giornali hanno saziato un poco la fame di divismo? Sarà successo pure che qualcuno ha preferito i bei gialli marloviani di Raidue (4 milioni 718 mila persone all'ascolto), con Gioele Dix avvocato protagonista. E, per inciso: finalmente in un bel ruolo troviamo un bel ragazzo, ecco. Solo di belle donne si deve parlare? Dunque i Telegatti. Già il nome è ridicolo, ma il linguaggio è una convenzione e ormai ci siamo abituati al peggio. Quasi quattro ore di trasmissione sono qualcosa di esasperante, sia per chi guarda in tv, sia per chi è seduto in platea. Infatti ogni tanto l'occhio della telecamera scivolava su qualche viso stravolto dalla stanchezza e dal caldo. En¬ comiabili le star americane: se fosse vero che non vengono compensate per partecipare a questa sarabanda, sarebbero degli eroi. Il povero Dustin Hoffman cercava, con la sua stupenda voce, di far battute, ma la platea, che già non avrebbe probabilmente capito quand'era fresca, stremata da tre ore di temperatura infernale, non reagiva più. Nessuno rideva, e lui continuava. Bravissimo. Non sono ricompensati con denaro, si diceva, ma con dei viaggetti per il Bel Paese. Non per fare i conti in tasca alla Fininvest, ma se uno di questi divi hollywoodiani si ferma con la famigliola qualche giorno al Danieli dì Venezia, tanto per dire, la spesuccia finale non sarà irrisoria. Ma questi sono fatti di Berlusconi, che spende del suo. Milly Carlucci e Corrado (l'altr'anno con Corrado c'era Frizzi, sempre un uomo Fininvest e uno Rai, in nome dell'ecumenismo tv) sono stati bravi; lei, cosa rara in Italia, parlava anche un buon inglese e traduceva con proprietà, magari sovrapponendosi all'interprete. Sapete il meccanismo: a ogni premiato era abbinato un premiatore. I premiatori scendevano (spesso con difficoltà, specie le donne, Sharon Stone è stata la più disinvolta) uno scalone e accoglievano il loro designato che arrivava dalla platea, come negli Oscar. Poi il premiato era intrattenuto per un po': qualcuno pochissimo, qualcuno di più, come la Gialappa's Band o il gruppo di «Saluti e baci». Il livello di quei momenti di mtrattenimento era patetico: con la Fenech, che è nata in una città dell'Algeria che si chiama Bòna, Corrado faceva i doppi sensi; di Michael Douglas, la Carlucci ha detto: «Un uomo, un attore, un gentleman»; ancora la Carlucci voleva sapere da Sharon Stone «qual è il suo tipo maschile, lo deve sapere il pubblico italiano»; a Raymond Burr hanno chiesto di indicare chi, in platea, aveva la faccia da giudice e lui ha dovuto segnalare Santi Licheri; Corrado riempiva Biagi di complimenti, e Biagi diceva sì e no; e poi erano tutti meravigliosi, bellissimi, stupendi, è un piacere e un onore, e Roma risorgerà più bella e più superba che pria. Bravo. Grazie. Alessandra Co mazzi

Luoghi citati: Algeria, Italia, Roma, Venezia