Decalogo

Decalogo Decalogo Queste le regole per non sbagliare IN FAMIGLIA Non sottovalutare o banalizzare le crisi adolescenziali e le manifestazioni di tendenze autolesionistiche anche se possono apparire manipolatorie. Non drammatizzare le proprie reazioni in presenza di segnali autolesionistici. Potrebbero interrompere il segnale di comunicazione lanciato e aumentare inutilmente il senso di colpa del giovane. Non vivere come una vergogna le eventuali manifestazioni del disagio di un figlio. Non tenere dentro l'ansia o essere riluttanti a parlarne con amici, insegnanti o persone competenti. TRA AMICI Non reagire con una risposta banale, a discorsi che manifestano propositi suicidi. Meglio concorrere a salvare una vita tradendo un legame di complicità tra amici, che avere un rimorso per tutta la vita. Evitare di rifiutare o di ridicolizzare aspetti e comportamenti di amici e compagni di scuola in situazione di disagio o di difficile inserimento. A SCUOLA La condotta autolesiva degli adolescenti ed il disagio che la precede non sono fenomeni rari. E' importante che gli insegnanti chiedano che l'argomento «disagio giovanile» sia all'ordine del giorno nei corsi di aggiornamento. Capire e discutere con genitori e compagni qualsiasi segno premonitore e interpretarlo come segnale di aiuto. Di fronte ad un allievo in difficoltà, esser capaci di rivedere tutto il proprio atteggiamento ed i rapporti con l'adolescente, con i suoi genitori e con i compagni. . SULLA STAMPA E ALLA TELEVISIONE Evitare dettagli e riferimenti che possano far apparire il gesto romantico ed accettabile. Evitare di pubblicare la notizia in prima pagina o in apertura di telegiornale e la fotografia della vittima che potrebbe rendere più facile l'identificazione da parte del lettore o spettatore. Evitare di utilizzare la parola «suicidio» nel titolo della notizia. Evitare di tornare sull'argomento nei giorni successivi per non rafforzare il messaggio di morte. Evitare di pubblicare dettagli sulle modalità del suicidio, so prattutto quando sono inusuali perché potrebbero suggerire l'attuazione di fantasie latenti [p. d. 1.]