Maria Vittoria 10 condanne
Scandalo Usi: pene da 4 mesi a 4 anni e due assoluzioni Scandalo Usi: pene da 4 mesi a 4 anni e due assoluzioni Maria Vittoria, 10 condanne Corruzione e gare truccate, accolte le richieste delpm La pena più severa (quattro anni) all'ex presidente Dieci condanne e due assoluzioni al processo per lo scandalo delle tangenti nell'Usi 4-Maria Vittoria. La condanna più pesante, 4 anni di carcere, è stata inflitta a Liberato Cuoco, ex presidente della Usi 4-Maria Vittoria. Pene di poco inferiori per Vincenzo De Siati, capo ufficio provveditorato dell'Usi 4, Fabrizio Fabbri, membro del comitato di gestione, e Marco Pasquero, segretario dell'amministratore straordinario. Il presidente della seconda sezione del Tar, Ezio Maria Barbieri, imputato di abuso in atti d'ufficio, ha avuto 4 mesi di reclusione con i doppi benefici. Gli assolti sono Aldo Zunino e Francesco Varsallona, due imprenditori che avevano un ruolo molto marginale. I giudici della prima sezione penale (presidente Ambrosini) hanno accolto in pieno le richieste del pm Vittorio Corsi. La sentenza, letta ieri sera poco prima delle 18, in un'aula affollata di avvocati, ha lasciato il segno: i pochi imputati presenti, tra cui De Siati e il suo collaboratore Dino Tammaro, hanno ascoltato le parole del presidente con disappunto. Le condanne di ieri riguardano gli imputati che avevano scelto il rito ordinario. Era l'ultimo gruppo dei 55 iniziali rin| viati a giudizio per gli intrallazzi e i favoritismi nell'Usi 4-Maria Vittoria. Altri 21 imputati avevano chiuso i conti i conti con la giustizia lontani dall'aula del tribunale patteggiando la pena o con il rito abbreviato. Tutti avevano preferito evitare la pubblicità, che aborrivano come un condanna più pesante di quella inflitta dai giudici. L'inchiesta, nata nella primavera scorsa e conclusa dopo cinque mesi di indagini, aveva scoperto decine e decine di casi di malasanità: tangenti e regalie per gli amministratori e L fun zionari, in cambio di delibere oscure e gare fasulle che favorivano sempre gli stessi imprenditori. «Una fogna», era stata definita l'Usi 4. E il pm Corsi nella requisitoria aveva sostenuto: «Se questi signori non verranno condannati, non restituiranno una lira. Neanche il milione di quel televisore. Alcuni dei capi di imputazione riguardano piccolezze. Ma è una questione di principio: si comincia con il televisore regalato, poi si passa ai buoni benzina, infine ai milioni». Il magistrato aveva visionato decine di gare d'appalto e aveva accertato che la maggior parte delle forniture erano assicurate da 4-5 ditte. Altri imprenditori facevano solo atto di presenza, servivano a far numero per dare un'apparenza di regolarità. Il tutto avveniva con U consenso «pagato» di chi avrebbe dovuto vigilare. Questo meccanismo si era interrotto ai primi di maggio con gli arresti di due responsabili dell'ufficio economato e dell'imprenditore Antonino Giarrizzo. Questi si rivelò poi l'uomo chiave: cominciò ad ammettere piccole irregolarità, che serviro- no però a scoprire il meccanismo degli abusi, delle corruzioni. Tutti gli imputati hanno beneficiato delle attenuanti generiche, alcuni anche della sospensione condizionale della pena, ma sono stati interdetti dai pubblici uffici per un periodo corrispondente a quello della condanna. Gli imprenditori non potranno, per lo stesso periodo, trattare con la pubblica amministrazione. I funzionari sono stati condannati in solido a pagare diverse decine di milioni di lire alle parti civili, la Regione, l'Usi 4 e la società Hidex, assistiti dagli avvocati Ferrari, Gastini, Chieppa, Molino. Le altre condanne: Marco Pasquero, 3 anni e 9 mesi; Fabrizio Fabbri, 3 anni e 6 mesi, Vincenzo De Siati, 3 anni e 4 mesi; Dino Tammaro, 1 anno e 10 mesi; l'imprenditore Giampiero Bertetti e il funzionario dell'Usi Alberto De Giovannini, 1 anno e 8 mesi; l'imprenditore Luciano Salmin, 1 anno. Ha avuto nove mesi il primario Giorgio Papotti, difeso dall'avvocato Zancan. Di lui l'avvocato di parte civile della Regione, Gastini, aveva detto: «Ha commesso dei falsi ma soltanto per accelerare una pratica troppo lenta che favoriva i malati». Nino Pietropinto Liberato Cuoco, ex presidente Usi 4
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